varie, 28 maggio 2013
Nani da giardino per Sette - Finalmente ammessi i nani da giardino al Chelsea Flower Show, l’aristocratica manifestazione dedicata al “gardening” che si tiene da un secolo a Londra
Nani da giardino per Sette - Finalmente ammessi i nani da giardino al Chelsea Flower Show, l’aristocratica manifestazione dedicata al “gardening” che si tiene da un secolo a Londra. «Abbiamo fatto una lunga discussione prima di arrivare alla decisione di togliere il bando agli gnomi», dice Sue Biggs, direttrice del Chelsea Flower Show, «ma posso assicurare che tra noi non c’è alcun sintomo di gnomofobia». Comunque l’anno prossimo tornerà il divieto. (Enrico Franceschini, la Repubblica 23/5) Nel Chelsea Flower Show c’erano gnomi decorati e disegnati da personaggi famosi poi messi all’asta per beneficenza. Per esempio la coppia Gnomeo & Juliet dipinti da Elton John si vendevano a più di mille sterline. Quelli con le fattezze di William e Kate (incinta) a più di duemila. (Stefano Salis, Il Sole 24 ore 26/5) Nani e figure deformi sono raffigurate nelle pitture greche, elleniche e romane (come quelle trovate nelle Terme di Tito e Traiano a Roma). Ma i loro più evidenti predecessori sono le statuette dei Lari familiari (Lares familiares) dell’antica Roma. I Lari erano le divinità minori, protettrici della famiglia. Poi c’erano i Lares agrestes, spiriti non legati alle famiglie, ma alle campagne. I Romani credevano anche che ogni luogo avesse un suo nume tutelare. Goethe teneva nani di pietra nel giardino di Weimar, dove spesso invitava gli amici a sorseggiare il tè. I nani da giardino portati in Inghilterra da sir Charles Isham al ritorno da un viaggio in Germania. Spiritista e convinto della reale esistenza degli gnomi, nel 1847 vide i pupazzi di terracotta nei giardini tedeschi e ne riportò in patria una ventina. A Lamport Hall creò un giardino roccioso con i nanetti che piacquero subito: la moda si diffuse. (Stefano Salis, Il Sole 24 ore 26/5) Dei venti nani portati da Isham ne è rimasto solo uno: soprannominato “Lampy”, è conservato in una teca a Lamport Hall. Vale un milione di sterline. (Stefano Salis, Il Sole 24 ore 26/5) I tavoli-gnomo disegnati da Philippe Starck sono nelle case più alla moda. (Stefano Salis, Il Sole 24 ore 26/5) Nel Devon la Gnome Reserve, una riserva dove sono conservati più di duemila gnomi. (Enrico Franceschini, la Repubblica 23/5) In Germania i nanetti da giardino si chiamano Gartenzwerg. Codificate le loro caratteristiche: solo maschi (al massimo possono essere accompagnati a Biancaneve), alti 68 centimetri, sorridenti. Al mondo ce ne sono circa 35 milioni e aumentano di 4 milioni l’anno. I tedeschi si sono arrabbiati perché anche in Polonia hanno cominciato a produrli e costano la metà (70 gli originali, nemmeno la metà quelli polacchi). Adam Zakrzewski, che impiantò la produzione in Polonia, ora ha 300 fabbriche. Problemi anche perché i polacchi non rispettano la tradizione: hanno persino fatto un nanetto Papa Giovanni Paolo II e uno gnomo femmina (con le sembianze di Angela Merkel). Contro tali abusi è stata fondata una «Federazione per la difesa dei Gartenzwerg», con oltre 300 soci. (Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/5/2013) Altre caratteristiche degli gnomi tipici: cappello a punta obbligatoriamente rosso; barba bianca, senza peli rossi o neri; fatti solo di terracotta (la plastica è bandita); Grembiule da lavoro marrone, da sembrare cuoio; in mano deve avere un attrezzo da lavoro (originariamente erano tutti minatori). (Stefano Rodi, Corriere.it) Gli gnomi tedeschi, prodotti originariamente in Turingia, furono messi al bando dai nazisti e poi anche nella Ddr comunista (mentre nell’Ovest andavano alla grande), dove si producevano ma non si potevano esporre nei giardini. Nel 1952, la Germania rossa cominciò a esportarli. Tra i clienti più affezionati gli svedesi (tra i quali è abitudine scaraventarli contro un muro a Capodanno). (Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/5/2013) Daniela Iavarone, presidente dell’associazione Amici della Lirica di Milano, ha costruito per i nanetti da giardino una casa a Montorfano, in Brianza. «Me l’hanno chiesta loro. Un’estate, una notte di luna, dal mio terrazzo ho visto i nanetti muoversi in giardino. Allo stupore si è aggiunto lo spavento quando ho sentito le voci: era come un lamento, mi chiedevano di non lasciarli lì all’aperto». Ultimo modello di nano da giardino: lo «gnombie», che assomiglia a uno zombie. Il bresciano Giovanni Tomasini ha inventato Mino, gnomo da giardino che dura una sola stagione. È fatto di rifiuti casalinghi pressati e seccati, man mano si scioglie e diventa concime per l’erba. (tuttogreen.it) In Francia qualche anno fa nacque il Fronte di liberazione dei nani da giardino. Secondo gli aderenti, i nani sono vittime di chi li imprigiona nei giardini; essendo creature nate nei boschi, soffrono nel dover vivere intrappolati in pochi metri quadrati. Lo scopo del movimento è liberare i nani e riportarli nel loro habitat naturale. Nel 1998, in Francia, si registrò un «suicidio di massa» nei pressi della cittadina di Briey: undici nani furono trovati impiccati sotto a un ponte. Ai loro piedi c’era un biglietto: «Quando troverete queste poche parole noi non apparterremo più a questo vostro mondo egoistico, dove vi siamo serviti soltanto come superficiale decorazione». Il comune di Furore, sulla costa amalfitana, che vietò i nani in giardino in quanto «alterazione dell’ambiente naturale». L’architetto Raul Pantaleo è convinto che il nanetto in giardino rappresenti il «sonno della coscienza». (Alessandro Melazzini. Il Sole 24 Ore 19/11/2006)