Manuela Cerri Goren, D la Repubblica 28/5/2013, 28 maggio 2013
FRANGIA SÌ O NO?
C’è chi la ama incondizionatamente, come Anna Wintour che appena può la mette in copertina su Vogue USA («Michelle Obama è un’ispirazione») o Beyoncé che l’ha definita «esempio per eccellenza per ogni donna african-american». Un altro fan, lo showman Jimmy Fallon, l’ha voluta nel “ballo delle mamme” per promuovere la sua campagna anti-obesità. Mike Bloomberg, sindaco di New York che vuole mettere al bando persino la Coca Cola, per questa sua battaglia la adora. Il marchio J.Crew, che ha visto i suoi profitti andare alle stelle da quando è una cliente fidata, le farebbe un monumento. Tutto mentre ricerche e sondaggi la descrivono come un modello che molte ragazze vorrebbero imitare.
Dall’altro lato della barricata i repubblicani, ma loro le “mogli democratiche” (da Hillary Clinton a Teresa Heinz Kerry) non le hanno mai amate. Nello show-biz ne criticano il presenzialismo e l’apparizione agli ultimi Oscar è sembrata “superflua” e “un po’ cafona”. Jennifer Rubin, sul Washington Post, ha scritto che Michelle ci è andata «perché tutta Hollywood ha pagato lautamente la rielezione del marito». L’animatore radiofonico Rush Limbaugh invece ha attaccato Michelle «predica bene e razzola male e ha portato le figlie Sasha e Malia a mangiare costolette di maiale».
Ora però a confondere i fronti c’è anche un problema di look. A cominciare dalla nuova frangetta, intorno alla quale si stanno coalizzando vecchi e nuovi detrattori della First Lady. Karl Lagerfeld, che in passato aveva definito Michelle “magica e intelligente”, si è ricreduto: «Non capisco questo cambio di coiffure: la frangia è una cattiva idea!». L’inglese Vivienne Westwood: «Quello che indossa è tremendo, non è certo Jackie Kennedy!». Ma Barack, in un incontro ufficiale, ha detto: «Amo Michelle e... parlando dell’argomento del mese: amo anche la sua frangetta».