Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 28 Martedì calendario

PAOLO E FRANCESCA ECCO IL MANOSCRITTO CHE FU GALEOTTO

Una villa signorile di campagna, una soffitta polverosa e pagine ingiallite di un manoscritto medievale in pergamena, abbandonate da tempo immemore, che narrano di valorosi cavalieri, bellissime dame, e di un misterioso calice dai poteri soprannaturali. Sono ingredienti di una storia degna de Il Nome della rosa di Umberto Eco o dell’Inferno di Dan Brown. Eppure non si tratta di una finzione e tanto meno di un’invenzione letteraria. Perché reali e concrete sono le circostanze del ritrovamento di uno dei più importanti manoscritti emersi in Italia negli ultimi decenni: che tramanda la storia di Lancillotto e Ginevra alla corte di re Artù, della Tavola Rotonda e del Sacro Graal, in italiano antico, più precisamente in fiorentino. È questa infatti la lingua del manoscritto, che tramanda la prima, e per ora l’unica, traduzione a noi pervenuta del più importante romanzo francese del XIII secolo, il Lancelot en prose. I codici noti finora sono scritti solo nella lingua originale, la lingua d’oil.
Il romanzo medievale francese ha come nucleo centrale l’amore adultero e travolgente che unì Lancillotto e Ginevra, una storia che entrò nell’immaginario collettivo di generazioni di lettori italiani grazie al canto V dell’Inferno di Dante. E’ il canto che ha consegnato alla letteratura mondiale versi come Amor, ch’a nullo amato amar perdona (103), o come Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende (100), che racchiude in sé il senso dello stil novo, e due personaggi tra i più belli e complessi di tutta la Commedia, quelli di Paolo e Francesca. Essi «peccarono» il giorno in cui si erano messi a leggere il romanzo di Lancillotto e Ginevra: Noi leggiavamo un giorno per diletto / di Lancialotto come amor lo strinse… Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: / quel giorno più non vi leggemmo avante (127-8, 137-8).
Fu quindi un manoscritto contenente il romanzo di Lancillotto e Ginevra, ad aver condotto al peccato e alla morte i due amanti, esattamente come fece Galeotto, amico di Lancillotto, fautore del suo amore con Ginevra. Ma i due personaggi danteschi, e lo stesso Dante, leggevano il romanzo in francese o avevano a disposizione una traduzione in italiano? Con il volgarizzamento ritrovato la domanda, fino ad oggi non proponibile, diventa legittima. E’ vero che il codice é della seconda metà del Trecento, ossia di data tarda rispetto alla cronologia della Divina Commedia.
E sebbene ne siano giunti fino a noi soltanto 56 fogli pergamenacei, la numerazione, che arriva fino a pagina 296, fa supporre che il manoscritto contenesse tutto il romanzo. La porzione superstite narra le avventure dei cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca di Lancillotto, creduto morto, in un susseguirsi incalzante di battaglie, duelli e amori appassionati; non mancano momenti in cui l’attenzione ai dati psicologici si fa profonda, come le descrizioni dell’angoscia della regina per la morte del suo amato.
Basterebbero i pochi versi citati della Commedia per intendere l’importanza e l’influenza del Lancelot nella letteratura italiana delle origini, e il portato della sua eredità. Il nuovo ritrovamento ne offre un episodio inatteso, e tanto più significativo. E ci volle una buona dose di fortuna a far sì che il manoscritto giungesse tra le mani di Luca Cadioli, dottorando in Filologia romanza presso l’Università di Siena, che con la supervisione di Lino Leonardi ha approntato l’edizione del testo per la sua tesi, da poco discussa. Il codice sarà presto a disposizione degli studiosi presso la Fondazione Ezio Franceschini di Firenze, dove sarà presentato il 31 maggio da alcuni dei maggiori esperti dell’argomento.