Francesca Ronchin, la Lettura (Corriere della Sera) 26/05/2013, 26 maggio 2013
CHI E’ IN LUTTO VA CURATO. LO DICE IL MANUALE
Dopo quasi 10 anni di gestazione, il Dsm 5, la più recente edizione della bibbia della psichiatria, è pronto a entrare negli studi degli strizzacervelli di tutto il mondo. Presentato a San Francisco, in occasione dell’annuale congresso dell’American Psychiatric Association (Apa) che se ne occupa da oltre mezzo secolo, il nuovo manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali conta 947 pagine, oltre 300 malattie, per un costo di 199 dollari. A quest’ultima edizione ha lavorato una task force di 1.500 psichiatri sparsi in 39 Paesi, con un ritardo, sulla tabella di marcia, di circa due anni. Da un lato per la difficoltà del reperimento dei dati scientifici necessari per supportare eventuali novità e poi per la necessità di far fronte alla critica principale: quella di medicalizzare soggetti che fino all’edizione precedente erano considerati sani. Su tutti l’obiezione dello psichiatra Allen Frances, che dopo aver coordinato il Dsm IV ha deciso di prendere le distanze dall’Apa, responsabile, secondo lui, di una vera e propria inflazione di diagnosi.
Dalla prima edizione del 1952 a oggi il numero dei disturbi elencati è quasi triplicato. La nuova edizione supera di poco quota 300, con un’impronta che David Kupfer, responsabile dell’attuale task force, ha addirittura definito cauta. Se molti disturbi vengono accorpati — è il caso, ad esempio, delle sottocategorie dell’autismo, tra cui la sindrome di Asperger, che si trovano sotto l’unica voce Disturbo da spettro autistico — le new entry non mancano, anzi. Innanzitutto il Disturbo di disregolazione dirompente dell’umore che riguarda soprattutto gli scatti di rabbia dei ragazzi tra i 6 e i 12 anni. In pratica, se su un periodo di oltre un anno, gli episodi sono 3 a settimana, il bambino può venire considerato affetto da un disturbo mentale. Diventano malattia mentale il Deficit di attenzione degli adulti e il Binge eating nel caso in cui le abbuffate compulsive si verifichino almeno 12 volte in 3 mesi. Un particolare interesse per il sesso o l’assenza di attrazione per il proprio partner possono indicare un Disturbo del desiderio/dell’eccitazione sessuale femminile. Mangiarsi le unghie diventa una forma di Disturbo ossessivo compulsivo così come alcune operazioni di pulizia personale (grooming), dalla Tricotillomania, l’abitudine a strapparsi i capelli uno per volta, fino alla Dermatillomania, disturbo del controllo degli impulsi che spinge la persona a toccarsi, grattarsi o tagliarsi la pelle del corpo o del volto in modo compulsivo. Per soffrire di Disturbo da somatizzazione dei sintomi non servono più 8 sintomi ma ne basta uno, come la presenza di pensieri esagerati in presenza magari di una malattia grave.
Altra grossa novità riguarda il Lutto. Nell’edizione precedente, la perdita di una persona cara era esclusa dalla diagnosi di depressione maggiore in quanto evento stressante. Non più. Se sintomi come apatia e tristezza durano per più di due settimane, il lutto va curato. Entrano nel Dsm 5 anche il Disturbo di personalità dipendente, il Disturbo voyeuristico fino a quello di Eiaculazione ritardata. «È il momento più triste della mia carriera — dice alla "Lettura" Allan Frances —, per vedersi diagnosticare una malattia mentale, ormai basta davvero poco». E così, per le malattie più controverse, propone lo stesso avvertimento che negli Usa si applica ai farmaci più pericolosi, in modo da ricordare che si tratta solo di ipotesi, non di fatti scientifici. Proprio sulla mancanza di scientificità punta il dito anche il National Institute of Mental Health, che da quest’anno smetterà di finanziare la ricerca basata sui criteri diagnostici del Dsm. «È impensabile — spiega il direttore Thomas Insel — stilare una diagnosi a partire solo dai sintomi o dagli assunti teorici della psicopatologia. Nelle altre aree della medicina si può contare su parametri certi, come gli esami del sangue, la psichiatria invece non ha ancora indicatori biologici che distinguano tra salute e malattia».
Per come era nato, il Dsm 5 avrebbe dovuto essere un libro rivoluzionario, un vero cambio di paradigma nella diagnosi psichiatrica. Erano gli anni Novanta, «decennio del cervello», come li definì George W. Bush, e si voleva portare nel Dsm l’entusiasmo delle neuroscienze. «Peccato che la ricerca si sia focalizzata più sul funzionamento degli psicofarmaci — aggiunge Insel — che sulle cause biologiche della malattia mentale». Se le tecniche di neuroimaging giustificano l’inserimento delle nuove dipendenze da Internet, sesso e gioco, tra quelle da sostanze (i meccanismi cerebrali sono gli stessi), per ora, la rivoluzione più vistosa è la sostituzione dei numeri romani con gli arabi, in vista di aggiornamenti 5.1, 5.2 ecc. «Quello del Dsm non è un modello perfetto ma il migliore che abbiamo al momento», ci spiega Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria che si occupa della traduzione, in Italia a fine anno.
Per Mencacci, nella pratica quotidiana non cambierà molto se non maggior attenzione alla prevenzione: dai più giovani (nel 75% dei casi le patologie psichiatriche comparirebbero entro i 24 anni) agli anziani. È il caso del Disturbo neurocognitivo che trova spazio nel Dsm 5 anche nella sua forma minore. D’ora in poi, dimenticanze troppo frequenti si potranno leggere come segnali d’allarme della demenza. «So bene che il rischio di falsi positivi esiste, ossia che soggetti sani vengano considerati malati solo perché entrano nelle griglie diagnostiche, ma è il prezzo da pagare per arrivare in tempo con i trattamenti». Alan Cassels della University of Victoria (Canada), con «la Lettura» non modera il suo cinismo: «Sarà un caso che da qualche tempo l’industria farmaceutica stia lavorando a nuove pillole per prevenire la demenza?». Forse no. Del resto che attorno al Dsm ruotino interessi commerciali non lo ignora neanche Mencacci, ma ciò che più conta, precisa, «è come questo manuale verrà usato, se gli psichiatri sapranno utilizzarlo con competenza e buon senso».
Francesca Ronchin