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 2013  maggio 25 Sabato calendario

RUBY IN AULA, LA FIERA DEL “NON RICORDO”

MILANO — Quando, lo scorso aprile, era apparsa sulle scale del palazzo di giustizia, con i cartelli di protesta, pretendeva di dire la sua verità, in quanto «l’unica possibile ». Ma ieri, dopo due giornate di deposizioni, ore e ore di «non ricordo», di «dicevo cavolate», di incongruenze senza spiegazioni valide, è emerso l’esatto contrario di quel desiderio: Karima El Mahroug a ventun’anni da compiere sembra diventata una specie di «fata Smemorina». E ha fatto tutto quello che le era umanamente possibile fare per screditarsi come testimone serio.
Le strane “coincidenze”
Oggi, nel 2013, delle notti di Arcore si sa moltissimo, soprattutto grazie alle intercettazioni telefoniche delle frequentatrici, alle indagini, alle testimonianze. Ma se si torna indietro, all’estate del 2010, tutto era ignoto. Allora la minorenne Ruby Rubacuori, nei suoi verbali, parlò del bunga bunga, di spogliarelli e di sesso in piscina. «Mi dispiace avere mentito ai pm, a quell’età non sapevo che ruolo avessero», dice ieri, espressione impietrita e trucco perfetto.
«Quindi, siccome queste bugie a volte erano uguali a quanto ci hanno poi riferito altri testimoni, la sua era una preveggenza?», ironizza il pubblico ministero Antonio Sangermano. «Sono coincidenze », è la risposta glaciale. Un fatto è però certo: i verbali di Ruby e le testimonianze di varie ragazze, rimasti segreti sino al 28 ottobre 2010, coincidono in molti punti. E quelli che divergono sono i verbali di testimoni che quasi sempre - sarà una coincidenza? - «dipendono» da Berlusconi anche per lo stipendio. Ruby s’impegna con costanza a radere al suolo molti dei suoi racconti, alcuni per la verità mai creduti in Procura. Come il suo incontro a pagamento con il calciatore Cristiano Ronaldo: «E se non l’ho fatto con lui che era bello, figuriamoci con Berlusconi», scherza. Smentita categoricamente anche la sua ex coinquilina Katia Pasquino: «No, non le ho mai detto di aver fatto sesso a pagamento con Berlusconi».
L’amore col poliziotto
È il pubblico ministero Pietro Forno a mettere in crisi Ruby quando accenna alla proposta che la minorenne, appena fermata e identificata in corso Buenos Aires, avrebbe fatto a Ermes Cafaro, il primo poliziotto che incontra. La testimone viene «salvata » dal suo legale, Paola Boccardi, che chiede di rintracciare la trascrizione della telefonata al 113. Se in aula prima non si trova, e poi non se ne parla più, Repubblica è però in grado di riferirla (grazie agli atti ufficiali dell’inchiesta).
Sono le 19.13.04 del 27 maggio 2010, Cafaro cerca attraverso il numero d’emergenza della polizia di sapere chi sia il magistrato dei minori per riferire del fermo di Karima El Mahroug. Mentre lo cercano, sul nastro resta incisa questa conversazione di sottofondo: Cafaro: ««Se tu non vai a fargli la denuncia poi ti spacco le gambe appena ti vedo per la strada».
Donna in sottofondo (Ruby): «Vengo con te a far l’amore allora ».
Cafaro: «No, te con me non vieni da nessuna parte».
Le telefonate al ragioniere
Involontariamente, all’ex Ruby Rubacuori scappa ieri un argomento scivoloso per l’ex presidente del Consiglio. I pubblici ministeri chiedono spiegazioni sulle banconote da 500 euro che ha e mostra e lei dice che «me le dava Berlusconi». Poi chiedono come mai lei si rivolge al ragionier Giuseppe Spinelli. «Mi rivolsi a Spinelli - risponde - quando Berlusconi scoprì che ero minorenne ». Allora i magistrati sciorinano la data della telefonata a Spinelli: il 26 maggio 2010. E cioè il giorno prima che un preoccupatissimo Silvio Berlusconi scatenasse il bombardamento telefonico sulla questura di Milano. «Quindi Berlusconi sapeva che lei era minorenne quando chiamò in questura?», insistono i pubblici ministeri. La risposta resta invariata: «Berlusconi ignorava che fossi minorenne».
Venerdì la requisitoria
Con El Mahroug si è comunque chiusa ieri la fase del dibattimento del processo Ruby-bis, sullo sfruttamento della prostituzione, con imputato il trio Fede- Minetti-Mora. Venerdì prossimo parlerà la pubblica accusa, poi la parola passerà alle difese. Agli avvocati (di Nicole Minetti) Pasquale Pantano e Paolo Righi, che ieri hanno chiesto l’annullamento della deposizione di Ruby; Alessandra Guarini (per Emilio Fede), Gianluca Maris e Nicola Avanzi (per Lele Mora). Entro giugno, molto probabilmente, si andrà a sentenza.