Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica 26/5/2013, 26 maggio 2013
SE I NUMERI PRIMI SONO CUGINI SI SENTONO MENO SOLI
«I numeri primi sono divisibili soltanto per uno e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero». È un brano tratto dal famoso romanzo La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. E la domanda che viene spontanea è se i numeri primi gemelli siano veramente così solitari. O se, invece, non costituiscano una folla infinita. I matematici se lo domandano da secoli, e non conoscono ancora la risposta. Ma qualche giorno fa è stato annunciato che il cinese Yitang Zhang ha fatto un passo verso la soluzione del problema, dimostrando che esiste una folla infinita di numeri primi “cugini alla lontana”, nel senso che distano al massimo per 70.000.000. Si tratta ora di vedere se esiste anche una folla di numeri primi “cugini alla vicina”, o “fratelli”, o addirittura “gemelli”, appunto. E se così fosse, bisognerà cambiare il titolo alle nuove edizioni del romanzo?