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 2013  maggio 27 Lunedì calendario

PRONTO IL “DOLCE” REDDITOMETRO SPARISCONO GLI SCONTRINI DAI CONTROLLI

Dopo le polemiche dei mesi scorsi del Pdl che costrinsero il governo Monti a sospendere tutto, ora arriva la versione «addolcita» del redditometro. La nuova circolare applicativa dell’Agenzia delle entrate contiene le novità anticipate già nelle scorse settimane: anzitutto non verranno utilizzate le medie Istat che avrebbero reso arduo dimostrare di aver speso meno di quanto emergesse. Secondo la circolare infatti le medie potranno essere utilizzate solo per definire spese certe (come quelle relative ad auto o immobili, per i quali esistono una standardizzazione e registri pubblici). Non si potranno usare invece valori statistici per quanto riguarda spese di vestiario o di ristoranti, dove il rischio di deduzioni aleatorie è molto più alto. Il documento dell’Agenzia delle entrate punta a scongiurare la lite con il cittadino: prima di arrivare al contenzioso gli uffici dovranno tentare una conciliazione. Inoltre non bisognerà più conservare gli scontrini, perché non saranno richiesti come prova durante il contraddittorio. Nel caso in cui non si arrivi a una soluzione in questa prima fase, si passerà al secondo tentativo che prevede una proposta di adesione all’accertamento. Per un’evasione al di sotto dei 20 mila euro l’Agenzia delle entrate dovrà comunque proporre una mediazione. Insomma l’obiettivo restano i grandi evasori e non i pesci piccoli: la percentuale di scostamento prevista in origine nel decreto - 20% di differenza tra quanto dichiarato e le spese effettivamente sostenute - sarà più alta. L’obiettivo è quello di non vessare il contribuente onesto ma magari un po’ al di fuori dei parametri statistici e scovare invece evasori totali. Sono questi i criteri con cui si procederà ad accertare 35mila contribuenti, grazie a un più efficace incrocio tra le informazioni delle diverse banche dati della pubblica amministrazione e a oltre cento diverse voci di spesa. Così sarà più facile stimare il reddito e confrontarlo con quanto effettivamente speso. E non si tratta solo di beni di lusso come aerei, yacht o gioielli: a finire nel redditometro sono anche spese «innocue» come il pagamento di asili nido o master universitari, abbonamenti alla pay tv o donazioni in beneficenza. Insomma, tutto quanto possa mettere in luce una discrepanza tra quanto si dichiara e il proprio tenore di vita. La funzione matematica alla base del redditometro prende come riferimento cinque aree geografiche (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud, Isole), undici tipi di nuclei familiari (famiglie con figli o senza, monoparentali, nuclei giovani o meno giovani) e oltre cento voci di spesa divise in sette categorie. A breve dunque il redditometro dovrebbe trasformarsi in una realtà per tutti i contribuenti nonostante le polemiche che lo hanno accompagnato e anche le sentenze di alcuni tribunali che avevano sollevato profili di illegittimità per quanto riguarda ad esempio la privacy.