Alberto Simoni, La Stampa 25/5/2013, 25 maggio 2013
BARBARA, UNA CARRIERA IN PRIMA LINEA
In Afghanistan Barbara De Anna ci è arrivata nell’aprile del 2010: Herat, dove c’è il grosso del nostro contingente, la prima destinazione. Aveva da poco vinto un concorso pubblico ed era entrata all’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, la cui missione è proteggere e sostenere a 360 gradi i migranti in tutto il mondo. Ma a Ginevra, sua teorica sede di lavoro, non l’ha vista molto; subito trasferita in Afghanistan a curare un progetto per i rifugiati. D’altronde basta scorrere – sul sito Linkedin – il curriculum di questa ragazza ora ricoverata a Bagram nell’ospedale americano, per capire che la cooperazione internazionale e il lavoro sul campo è parte integrante della sua vita. Una «predestinata» della cooperazione: laurea all’Università di Firenze in Relazioni Internazionali nel 2001, master e perfezionamento all’Università di York nel 2008. In mezzo già esperienze con l’Undp in Honduras e poi Liberia e Timor Est a cavallo della crisi del 2006 che rischiò di far deflagrare il Paese a 4 anni dall’indipendenza. Poi, dopo una consulenza per l’Acnur entra all’Oim. Che significa Afghanistan. Herat in principio, poi, dal dicembre 2011 a Kabul dove guida un progetto Oim.
Socievole, allegra e determinatissima sul lavoro, i colleghi la definiscono «molto preparata». Lo svago è la pallavolo. Ieri nella guesthouse dell’Onu - dove secondo alcune fonti vive da quando è approdata a Kabul – Barbara era insieme ad altri tre cooperanti internazionali. Con lei sono rimaste colpite nell’assalto altre 12 persone tutte ricoverate all’ospedale di Emergency dove sono stati stabilizzati.