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 2013  maggio 27 Lunedì calendario

FIGLI CONTESI, 30MILA COPPIE IN GUERRA

Lui è un bambino, ma viene strattonato come una creatura invertebrata tra mamma e papà. Passa tutto il tempo travolto da un ingorgo di udienze ricorsi perizie carte bollate servizi sociali relazioni, e se ne sta sprofondato dove un bambino non dovrebbe stare mai, in mezzo a una palude di rancori. Lui è un bambino, ma viene conteso come fosse una quota del patrimonio coniugale. Abita in trincea. Viene brandito come un’ascia. Rabbrividisce in mezzo agli spifferi dell’odio. Vive stordito da un’eco di risentimenti. Mamma è una strega, papà è un incapace, odiala, odialo, scegli me. Tutti lo vogliono, nessuno pensa a lui. Eppure lui è un bambino, e in Italia ce ne sono almeno diecimila come lui, e sono il dieci per cento di tutti i figli coinvolti nelle separazioni, ed ogni anno rischiano di raddoppiarsi o triplicarsi sull’onda di una media di trentamila separazioni conflittuali.
EX GENITORI
Un ex moglie un ex marito, due ex genitori, e lui che si trasforma in un ex figlio di un ex coppia, un orfano a metà. La mamma può essere una donna ferita come Miriam Napoli, 43 anni da Avellino, che suo marito le ha strappato il figlio di otto anni accusandola di bere, e lei non l’ha più visto per due anni, sebbene le carte dimostrassero come quell’accusa fosse falsa, e in seguito «che mio marito mi ha alienato l’affetto del bambino. Ora mi odia, mi accusa di averlo abbandonato, non vuole più vedermi». Il papà può essere uno con dentro l’energia che ha spinto Antonio Borromeo, 47 anni, in una marcia a piedi da Vasto a Strasburgo, dove arriverà a giugno, per segnalare alla Corte Europea dei diritti umani il caso di un papà che non riesce e frequentare il suo bambino di 11 anni, «e tutti gli altri casi come il mio».
VISITE A REGIME
Quanti? Almeno diecimila padri che hanno ottenuto l’affido condiviso, come succede ormai nella quasi totalità delle separazioni, lamentano di non condividere un bel nulla. «I figli vengono quasi sempre collocati a casa della madre, e per il padre viene stabilito un regime di visite: tutto funziona più o meno come prima» spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani. E anzi. In una sinistra incoerenza tra pratica e teoria, a scatenare la guerra è proprio l’affido condiviso, pensato per favorire l’armonia tra gli ex. Spiega Pompilia Rossi, matrimonialista ed esperta di diritto minorile: «L’affido condiviso viene applicato dai giudici acriticamente anche quando i risentimenti legati alla separazione si sono stratificati fino a creare situazioni esplosive. E così l’obbligo di confrontarsi si trasforma in occasione di scontro». Ed ecco il rancore di lei, «che è portata per cultura a fare la mamma chioccia, in un eccesso di protezione e di possesso, e tende ad escludere il papà», annota Gassani. Ed ecco il rancore di lui «che si sente espropriato dal suo mondo -spiega Rossi- e spesso diventa un nuovo povero, costretto a pagare due case e l’assegno di mantenimento».
Già: la casa, l’assegno... Nel pacchetto figli non ci sono solo affetti, e non è tutto disinteressato. Ed ecco i colpi bassi, le accuse reciproche, le trappole, i tranelli, i video, le foto, le registrazioni. Ecco una guerra che non si stempera neppure nel limbo della mediazione, «che funziona poco, e male, e che, diversamente dal resto dell’Europa, non è obbligatoria», dice Gassani.
LA PAS
Ed ecco lo spettro delle case famiglia, dove i bambini come Leo, di Cittadella, vengono segregati in attesa che si risolvono i conflitti, «e che rappresentano anche un business, e non da poco», accusa Robert Lerici, Movimento per l’Infanzia. Ed ecco il fantasma della Pas. Sindrome da Alienazione parentale. «Che sia riconosciuta o no, comunque la chiami, è una manipolazione delle relazioni che produce in un bambino disturbi, odio, rifiuto, persino violenza contro uno dei due genitori, quasi sempre il padre», assicura Rossi. Madri arpie? «Purtroppo -ribatte Andrea Coffari, avvocato e presidente del Movimento per l’Infanzia- si tende ad esaltare l’eventuale alienazione da parte della madre sottovalutando invece le violenze familiari che sono quasi sempre il retroscena di storie così». Eppure «sicuramente si tratta dell’unico campo in cui la parte debole è l’uomo», osserva Maurizio Quilici, antesignano delle lotte in favore dei papà, presidente dell’Istituto di Studi sulla Paternità, da poco in libreria ”Il manuale del papà separato”. «In realtà -obietta Adriana Tisselli, presidente del Movimento femminile per la parità genitoriale- le madri alienate sono meno dei papà solo perché da questi ultimi i figli non vengono collocati quasi mai. Se capita, vengono alienate con le stesse modalità dei padri. La violenza la esercita chi detiene in potere». L’unico che non ne ha nessuno è lui. Lui che è un bambino. Lui che paga sempre più di tutti.