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 2013  maggio 24 Venerdì calendario

ECCO GLI «ZOMBIE» DELLA JIHAD AL QAIDA USA LE MENTI DEBOLI

ECCO GLI «ZOMBIE» DELLA JIHAD AL QAIDA USA LE MENTI DEBOLI -
Sono gli zombie di Al Qaida. Possono passarvi accanto senza che ve ne accorgiate, ma scovarli prima che colpiscano è quasi im­possibile. Nelle moschee e nei punti di raccolta dell’estremi­smo islamico la loro presenza è rada, effimera, incolore. Proprio per questo sono le nuove bombe umane, la nuova arma del terro­re integralista. Bombe innesca­te, ma invisibili fino a quando il detonatore dell’odio e della rival­sa non le trasforma in un’esplosione di sangue e orrore. È suc­cesso a Londra, ma era già suc­cesso a Boston con la strage alla maratona dei fratelli Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev. A Tolosa, un anno fa, con gli omicidi seria­li di Mohammed Merah. E an­che a Milano. Prima con Moha­med Game, il libico che nell’otto­bre 2009 tentò di farsi esplodere davanti a una caserma, poi con lo spietato «picconatore» assas­sino Mada Kabobo. Quest’ulti­mo non è un integralista, ma non fa grande differenza. Nei do­dici anni trascorsi dall’ 11 settem­bre, il confine tra il terrorismo religioso e il generico rancore di chi considera gli occidentali ne­mici da eliminare è diventato as­sai labile.
L’attentato alle Torri Gemelle studiato per seminare il terrore nella metropoli simbolo dell’Oc­cidentale è il «big bang» di tutti i piccoli orrori successivi. Orrori che oggi non hanno più bisogno né di un capo come Bin Laden, né di un organizzazione come Al Qaida. Oggi sono alla portata di chiunque s’inebri d’odio rimi­rando le decapitazioni e gli sgoz­zamenti rituali pubblicati su Youtube e sui siti del fanatismo islamista. Michael Adebolajo il macellaio di Londra e il suo com­plice, due cristiani convertiti e spinti all’estremismo, sono la perfetta rappresentazione di questo fenomeno. Adebolajo lo zombie con coltello e mani lorde di sangue, che recita una panto­mima islamica e invita i passanti a filmarlo, è solo l’ennesima re­plica di quanto il terrore integra­lista ha trasformato in banalità consueta. Ma il banale è difficile da notare, quasi impossibile da scovare. Anche quando è sotto i tuoi occhi. La polizia italiana conosceva Mada Kabobo e la sua violenza. I servizi segreti france­si utilizzavano Mohammed Me­rah. L’intelligence di sua Maestà oltre a tener d’occhio da tempo Adebolajo e il suo complice ave­va persino previsto un attentato ai soldati reduci dall’Iraq e dell’Afghanistan. Ma gli zombie hanno colpito comunque per­ché a differenza del terrorista classico, non seguono schemi prefissati, non hanno una rete di contatti, non frequentano ritro­vi consueti. A differenza dei loro colleghi di 12 anni fa non hanno più bisogno delle moschee di via Jenner a Milano o di Finsbury Park a Londra. E nemmeno dei campi d’addestramento in Af­ghanistan. Il loro odio, e la predi­cazione che lo ispira, sono diven­tati una condizione endemica e immateriale. Per espandersi ha bisogno solo di una rete internet e del generico risentimento d’una qualsiasi periferia, da Gratosoglio a Greenwich, dove l’emarginazione possa distillare rabbia. Non tutti gli islamici e gli immigrati cadono in questa spi­rale, ma per seminare il terrore Al Qaida non usa legioni bensì in­dividui. Meglio se imprevedibi­li, caratteriali e isolati. Nei campi profughi palestinesi Hamas sce­glieva i kamikaze tra deboli, inva­sati e frustrati. Al Qaida ora fa lo stesso nelle periferie delle metropoli occidentali. Per infiltrarsi non ha più bisogno di cellule e covi. Le sue parole d’ordine si pro­pagano su pubblicazioni come «Inspire» - la rivista on line che ri­prendendo gli insegnamenti di Anwar al-Awlaki, il predicatore con passaporto americano ince­nerito nello Yemen dai drone di Obama, invita i fedeli a trasfor­marsi in «lupi solitari», ad assem­blare bombe artigianali nella cu­cina di casa e a privilegiare opera­zioni limitate, ma di grande impatto mediatico. «Un singolo in­di­viduo può portar a termine numerose operazioni in un solo giorno, bisogna diffondere l’insi­curezza tra la popolazio­ne... chiediamo a tutti i musulmani negli Usa, in Francia, Re­gno Unito, Danimarca, Norve­gia e Italia di abbracciare questa nuova tattica». Inspire lo ha scrit­to a marzo. Noi ce ne accorgia­mo ora.