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 2013  maggio 24 Venerdì calendario

LA CAMERA APRE UN’INDAGINE SUI 5 MILIONI VERSATI AI 5 STELLE

La trasparenza era la ban­diera. Il risparmio la parola d’ordine. Ma la legislatura per il Movimento cinque stelle inizia in salita: la Camera ha aperto un’istruttoria sui loro conti e sul loro statuto.
Si è parlato fino ad ora degli stipendi dei parlamentari stellati: ridurli, riconsegnarli, decurtarli della diaria. Infiniti di­battiti sugli scontrini. Ma c’è un gruzzolo ben più consistente nelle disponibilità del movi­mento, così come di tutti i parti­ti, previsto dalla legge. A questo il M5s non ha mai detto di rinun­ciare. A differenza dei rimborsi elettorali. Ma anche questi sono soldi dello Stato, dei cittadi­ni. E sono più di 5 milioni e mez­zo di euro alla Camera, circa 6 milioni al Senato.
A Montecitorio due lettere, di Pd e Sel, hanno sollevato il caso sull’utilizzo di questi fondi.Mis­sive riservate inviate alla presi­dente della Camera Laura Bol­drini. E la presidenza ha allerta­to gli uffici interessati. L’istrut­toria è aperta. Pd e Sel scrivono che c’è un margine di notevole ambiguità nell’utilizzo dei fondi parla­mentari, perché lo statuto grilli­no­ prevede una gestione da ma­no esterna. La mano di Grillo.
Recita infatti lo statuto del Movimento della Camera e del Senato: «Il Gruppo si avvarrà di un gruppo unitario di comuni­cazione, costituito di persona­le particolarmente qualificato e dotato di esperienza nel setto­re». Ma il plotoncino delle senti­nelle pagate dallo Stato, la sua «concreta consistenza» in ter­mini di «organizzazioni, risorse e strumenti», sarà «definita da Beppe Grillo, nella sua quali­tà di garante e rappresentante del MoVimento 5 Stelle, anche al fine di assicurare l’individua­zione di personale particolar­mente qualificato» eccetera. Sa­rà quindi Grillo a gestire anche le risorse, oltre che la struttura, dell’attività di comunicazione, compresa nelle spese del grup­po rimborsate dai cittadini. Il deputato Pd Beppe Fioroni scrive al presidente della Camera: «Le chiedo se non ritenga che quanto previsto nello Statuto del Gruppo Parlamentare MoVimento 5 Stelle sia incompatibile con le norme in essere e se possa invece rappresentare un “precedente” per futuri com­po­rtamenti tesi ad assegnare fi­nanziamenti surrettizi a partiti o movimenti», destinati invece all’esclusiva«attività parlamentare». Il sospetto è che con parte di quei 5 milioni di euro il grup­po possa finanziare il partito­movimento. Aggiunge Fioroni se non sia il caso di vigilare per impedire che le risorse destina­te ai gruppi siano utilizzate per «acquisizioni di servizi» da par­te di società o da «persone che ri­coprono un ruolo politico, an­che per fatto notorio, nei partiti e/o movimenti politici collega­ti al gruppo». Sembra proprio l’identikit di Grillo Giuseppe.
La lettera presentata da Sel è firmata dal tesoriere, Sergio Boc­cadutri. Il deputato vendoliano chiede di introdurre un emenda­mento al regolamento della Ca­mera. «La ratio - scrive - è quella di evitare che le risorse possano essere utilizzate per finanziare surrettiziamente l’attività politi­ca del partito o del movimento di cui costituisce espressione il gruppo parlamentare». Un’al­tra ambiguità, si sottolinea al di là delle lettere, è che organo di comunicazione del gruppo è il si­to www.movimento5stelle.it, che è anche«mezzo per l’acqui­sizione di contributi partecipati­vi dei cittadini all’attività politi­ca e istituzionale», si legge dallo statuto. Un sito che è del gruppo e del partito insieme. Infine i cin­que st­elle non hanno ancora re­so noti il numero dei dipendenti dei gruppi, né il tipo di contratti applicati, tutti pagati con i soldi statali. Come per il numero dei votanti delle «quirinarie», su questo punto la rete, prima che i rivali politici, inizia a chiedere più trasparenza.