26 maggio 2013
Giovanni Carlo Mura, 22 anni. Di Mondovì (provincia di Cuneo), altezza media, muscoloso, capelli corti, operaio al macello di Magliano Alpi, a detta degli amici «enigmatico, introverso e solitario», guidava una vecchia Hyundai blu del ‘96, aveva una fidanzata, viveva con la madre Iolanda Speciale, 50 anni, il compagno di lei, il fratello Roberto, 20 anni, e l’adorato cane che aveva adottato di recente
Giovanni Carlo Mura, 22 anni. Di Mondovì (provincia di Cuneo), altezza media, muscoloso, capelli corti, operaio al macello di Magliano Alpi, a detta degli amici «enigmatico, introverso e solitario», guidava una vecchia Hyundai blu del ‘96, aveva una fidanzata, viveva con la madre Iolanda Speciale, 50 anni, il compagno di lei, il fratello Roberto, 20 anni, e l’adorato cane che aveva adottato di recente. Venerdì sera, verso le 21, dopo aver cenato in famiglia uscì di casa «sereno e tranquillo» e, bevuta da solo qualche birra al bar, raggiunse a piedi una strada isolata vicino all’istituto agrario Marisa Bellisario frequentata a quell’ora da solo coppie in cerca di intimità. Trovato cadavere alle 7 di mattina del giorno successivo, in un canale, da una bidella che in un primo momento lo scambiò per un sacco della spazzatura: il corpo orribilmente ustionato, ferite da taglio all’addome, attorno al collo un cavo spezzato (l’altra metà era appesa a un albero). La polizia propende per il suicidio: Mura, che qualche giorno prima aveva comprato al supermercato un coltello, dei cavi elettrici e la diavolina per accendere il fuoco, prima avrebbe tentato di impiccarsi senza riuscirci perché s’era appeso a un ramo troppo basso, poi si sarebbe dato fuoco e infine si sarebbe infine accoltellato sette volte al cuore. Notte di venerdì 31 maggio una strada in via Manera, Mondovì, provincia di Cuneo (Massimo Numa, Sta).