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 2013  maggio 23 Giovedì calendario

«LE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE ANTIDOTO ALLA FINE DEL MONDO»

Insieme con il teologo fran­cese René Laurentin, padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria e autore con Diego Ma­netti de I segreti di Medjugorje, è uno dei massimi conoscitori del fenomeno delle apparizio­ni mariane nel villaggio della ex Jugoslavia.
Padre Livio, tra qualche set­timana saranno 32 anni che la Madonna appare a Medju­gorje: come va letto un fenomeno di così lunga durata?
«Queste sono le più lunghe apparizioni pubbliche da quando esistono le apparizioni ma­riane. Fanno parte di un piano che va da Fatima a Medjugorje come la Madonna stessa ha det­to. Ovvero, che è venuta a com­pletare quello che ha iniziato a Fatima riguardo a un tempo di pace per l’umanità. I veggenti stessi dicono che siamo ancora all’inizio di questo piano in parte realizzato con la conversione della Russia già in atto gra­zie a­lla riconquistata libertà religiosa. Per la maggior par­te però deve anco­ra realizzarsi per­ché l’apostasia dal­la fede è anch’essa in atto in Occidente e nel medesimo tempo il mondo per la prima volta nella storia umana è a rischio di autodistru­zione».
È questo pericolo di autodi­struzione a rendere indispensabile un’iniziativa co­sì potente della Madre di Gesù?
«La Madonna ha detto di esse­re venuta per risvegliare la fede in un mondo nuovo che è senza Dio. La Madonna vede che stia­mo costruendo un mondo sen­za Dio: per questo siete infelici e per questo non c’è né futuro né vita eterna. L’autodistruzio­ne è una possibilità concreta: l’uomo può distruggere il piane­ta sul quale vive e la Madonna è venuta come Regina della pace per preservarci».
Nel libro I segreti di Medju­gorje che il Giornale pubbli­cherà da domani lei scrive dando un’indicazione meto­dologica che «dobbiamo sa­per leggere le vicende uma­ne nella loro connessione con gli avvenimenti spiritua­li». Poi usa termini molto for­ti parlando di «scontro apo­calittico», di «combattimen­to» tra le forze del male e del bene.
«La Madonna ha dato la visio­ne teologica dell’attuale momento storico fin dai primi me­si dell’apparizione quando ha detto che è in atto una battaglia tra suo Figlio e Satana. Che suo Figlio avrebbe vinto, ma che an­che Satana avrebbe avuto la sua parte».
Che parte sarebbe?
«Come già a Fatima, la Ma­donna ha detto che oggi molte anime vanno all’inferno».
Perché in questi messaggi trova grande spazio il ruolo di Satana. Normalmente sia­mo abituati a non parlarne, a considerarlo come un’enti­tà di altri tempi...
«Il messaggio centrale di Me­djugorje è che Gesù Cristo è il salvatore del mondo, e che il cie­lo è la meta cui dobbiamo tende­re con tutte le nostre forze. Al centro c’è l’amore di Dio. Ma la Madonna parla a un mondo che in gran parte rifiuta Dio e quindi apre la prospettiva all’inferno. Una delle sue frasi ricor­renti è che “all’inferno ci va chi ci vuole andare”. Il catechismo parla di autoesclusione».
Lei scrive nel suo libro che con le sue apparizioni, con i suoi messaggi è come se la Madonna supplisse a «una mancanza di catechesi» e vo­lesse guidare i cristiani attraverso le parole rivelate ai veggenti. È così?
«Non c’è dubbio che come non ha fatto in nessun’altra apparizione, a Medjugorje dà messaggi regolari che sono una vera e propria forma di evange­lizzazione. Una evangelizzazione materna, semplice ma mol­to profonda e molto cattolica, cioè assolutamente conforme alla sana dottrina».
Ma non le pare che, grazie ai media, mai come in questi anni la catechesi del Papa, vi­cario di Cristo, sia divulgata in tutto il mondo?
«C’è un’impressionante sin­tonia fra ciò che la Madonna dice e ciò che gli ultimi tre papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, insegnano. Ovvero: la centralità della per­sona di Cristo. Da qui discende tutta la vita cristiana: i sacra­menti, in modo particolare la confessione e l’eucarestia, la preghiera».
Insisto: non basta già segui­re il magistero del Papa e dei vescovi per essere cristiani?
«Sì, certo. Però non bisogna dimenticare che la Madonna svolge un compito materno che non sostituisce quello della Chiesa ma lo sostiene».
Come possiamo inquadrare la scelta dei sei veggenti?
«A mio parere la cosa più si­gnificativa è la scelta di un paesi­no collocato dentro la famosa cortina di ferro. La Madonna ci ha preparato al crollo del comu­nismo che ha profetizzato fin dal 1981, ovvero dieci anni pri­ma che avvenisse. Poi esortan­do al digiuno e alla preghiera ha ottenuto da lì che non scoppias­se la terza guerra mondiale co­me poteva accadere».
Questi sei ragazzi non aveva­no niente in particolare: perché sono stati scelti?
«Perché, secondo le parole della Madonna, “non erano né migliori né peggiori di altri”. Pe­rò bisogna dire che dopo 32 an­ni sono stati fedeli al loro compi­to, anche perché nei primi anni sono stati fatti oggetto di perse­cuzioni da parte dello Stato e della polizia politica anche con minacce alle famiglie, interro­gatori, reclusioni improvvise».
Più che alla località di Medju­gorje le apparizioni sono legate a loro: Marija vive in Ita­lia, a Monza, Ivan trascorre lunghi periodi a Boston.
«Tutti i sei veggenti sono radi­cati a Bjakovici, la frazione di Medjugorje, a ridosso della col­lina delle prime apparizioni do­ve anche Marija e Ivan trascor­rono buona parte dell’anno. È a Medjugorje che la Madonna dà particolari grazie, come Lei ha detto. Però queste apparizioni non sono legate al luogo, ma al­la persona del veggente in qualsiasi parte della terra si trovi».
Qualcuno dice che in questi anni i veggenti si sono arricchiti.
«A Medjugorje tutte le fami­glie vivono sull’accoglienza dei pellegrini. Non ci sono altre possibilità di lavoro. Tutti cercano di avere a disposizione almeno 50 letti per poter ospitare un pullman. Anche i veggenti, che hanno famiglie con parecchi fi­gli, provvedono in questo mo­do al loro sostentamento. Casa e lavoro fanno parte del “pane quotidiano” che chiediamo al Signore. C’è anche da dire che a Medjugorje la domanda di al­loggio è superiore all’offerta».
Perché è così importante la questione del crollo del comunismo? Mi pare non per una questione di classi e di censo, quanto per una que­stione filosofica: rappresen­ta la pretesa dell’uomo di fa­re senza Dio.
«La questione del comuni­smo riguarda la sua visione atea e materialistica della vita che però, negli anni, è stata support­ata dallo Stato con la perse­cuzione della Chiesa. Non è tan­to una questione politica, ma ideologica nel senso che que­sta visione rimane tuttora la ve­ra grande tentazione del mon­do moderno. Cioè l’uomo met­te se stesso al posto di Dio. Pre­tende di salvarsi da solo, di essere autosufficiente».
La Madonna insiste sul digiu­no e la penitenza. È un cristianesimo un po’ quaresi­male quello che affiora da queste apparizioni?
«Quello che appare a Medju­gorje è un cristianesimo centrato sulla preghiera, in particola­re sui sacramenti dell’eucare­stia e della confessione. Oggi la tentazione più grave è la perdi­ta della fede e l’antidoto più effi­cace è la preghiera».
Credere nelle apparizioni di Medjugorje però non è vincolante per essere cristiani?
«Medjugorje è il più grande evento in duemila anni di cristianesimo. Perdere questa occasione di avere la Madonna co­me guida nel cammino spiritua­le è in un certo senso imperdo­nabile. Sarebbe insensato tra­scurare o snobbare un aiuto del genere».
La Chiesa però non l’ha anco­ra riconosciuto ufficialmen­te.
«La Chiesa non darà ufficiali­tà finché l’evento non si sarà concluso. Ma nel medesimo tempo vigila su Medjugorje e si rallegra per le conversioni».