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 2013  maggio 23 Giovedì calendario

MPS, BRIAMONTE INTERDETTO DAL CDA

Michele Briamonte è stato interdetto per due mesi dal consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena e indagato per insider trading. Secondo la procura toscana l’avvocato dello studio Grande Stevens sarebbe il responsabile della fuga di notizia relativa all’azione di responsabilità decisa dal Cda il primo marzo contro Nomura, Deutsche Bank e gli ex vertici di Rocca Salimbeni apparsa su due quotidiani prima che fosse formalizzata.
IL PROVVEDIMENTO d’urgenza, emesso dal gip Ugo Bellini, è stato notificato a Briamonte all’aeroporto di Perugia ieri mattina. L’urgenza è motivata dai pm per il rischio di “reiterazione”: nei prossimi giorni è stata convocata una riunione del Cda di Mps. Gli atti sull’interdizione di Briamonte verranno ora trasmessi al tribunale di Firenze perché Bellini si è dichiarato “incompetente” e il gip avrà ora 20 giorni di tempo per confermare o meno il provvedimento chiesto dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, titolari dell’inchiesta. Se sarà confermato, Briamonte sarà costretto a dimettersi dal cda di Piazza Salimbeni. L’indagine era partita da un esposto presentato dall’amministrato delegato Fabrizio Viola e aveva portato a perquisire uffici e abitazioni di Briamonte, di Lorenzo Gorgoni (altro consigliere) e dell’allora responsabile comunicazione, David Rossi, morto suicida il sei marzo. Un suicidio che è ancora oggetto di indagini: gli inquirenti vogliono accertare il motivo che ha spinto il giovane portavoce di fiducia di Giuseppe Mussari a lanciarsi dalla finestra del suo ufficio dopo aver scritto su un foglietto “ho fatto una cavolata”. A Siena, in particolar modo negli uffici della banca, Rossi era indicato come responsabile della fuga di notizie sull’azione di responsabilità del primo marzo. Ma sul tavolo dei pm c’è un’altra ipotesi, avanzata proprio da Briamonte.
L’11 marzo 2013, dopo aver subìto la perquisizione, l’avvocato scrive una lunga lettera rivolgendosi agli inquirenti ma la recapita al presidente di Mps, Alessandro Profumo, non in Procura. Nella missiva Briamonte ricostruisce quanto accaduto e sottolinea un dato decisamente rilevante: la fuga di notizie del primo marzo in realtà non ha causato alcuna alterazione dei mercati. Cosa che ha invece provocato una seconda fuga di notizie: la quantificazione dell’azione risarcitoria per 1,2 miliardi di euro. Informazione, scrive Briamonte, che non era neanche stata discussa in sede di Cda ed “è pertanto rimasta nel patrimonio conoscitivo del solo Presidente (..) e probabilmente dell’Amministratore delegato che ne potrebbe avere curato la determinazione”. L’agenzia Reuters alle 18.49 del sei marzo pubblica il take: “Mps, danni da 700 milioni a Nomura, 500 a Deutsche, in solido con Mussari e Vigni”. Il giorno seguente la notizia appare su tutti i quotidiani e, ricostruisce Briamonte, “nella seduta borsistica del 7 il titolo Mps ha registrato un andamento fortemente anomalo ottenendo un incremento del 7,30%”. La quotazione “si è dimostrata in forte controtendenza rispetto a quella di tutti gli altri titoli bancari, con ciò suggerendo che le notizie diffuse abbiano potuto condizionare le scelte strategiche degli investitori”. E aggiunge: “I fatti sopra esposti paiono connotati dai profili di rilevanza penale”.
MA BRIAMONTE si spinge oltre. Fa di più. Scrive: “Quanto sinora narrato, potrebbe anche essere connesso, quantomeno sotto un profilo strettamente cronologico, con i tragici fatti occorsi la notte tra il 6 e il 7 marzo, concernenti la tragica morte di David Rossi”. Dunque “appare quanto mai necessario un approfondimento degli eventuali legami che potrebbero intercorrere tra i due eventi”, suggerisce agli inquirenti. Ma la lettera, come detto, è stata inviata a Profumo e non alla Procura. Qui è stata poi girata dal presidente.
Se il motivo che ha spinto Rossi a uccidersi si arricchisce di una nuova ipotesi, sembra invece certa la posizione che la banca terrà nei confronti di Briamonte: con un comunicato ufficiale ha reso noto che “si riserva ogni azione” contro il consigliere. E, con ogni probabilità già al prossimo Cda, sarà formalizzata la richiesta delle sue dimissioni.