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 2013  maggio 23 Giovedì calendario

SMS DEL COMPAGNO DARIO: VOTATE LA MIA COMPAGNA

Molti siti Internet danno Dario Franceschini ancora sposato, dal 1986, con Barbara. In realtà, ma questo non appare in nessuna biografia, dalla madre delle sue due figlie l’ex segretario del Pd e attuale ministro per i Rapporti con il Parlamento si è separato qualche anno fa e oggi è legato a una giovane militante del partito democratico. Nessun pericolo di svelare altarini: a definire Michela Di Biase, splendida 32enne romana, sua «compagna», è proprio lui, Franceschini stesso, il politico nato a Ferrara 55 anni fa.
Il fidanzamento dell’ex capogruppo del Pd alla Camera è rivelato all’Italia attraverso la pubblicazione di un sms personale del ministro che, in occasione delle prossime elezioni per il sindaco di Roma, invita «amici e parenti» residenti nella Capitale a dare la preferenza a lei, «la mia compagna», che «si candida in consiglio comunale», ovviamente con il Pd. Il messaggio viene rivelato dal sito di indiscrezioni politiche “Il Portaborse”, ma è il blog di Beppe Grillo a darlo in pasto alla ribalta del «tritacarne mediatico», come dirà all’ora di pranzo Dario, invocando rispetto«almeno» per la sua amata. Sul sito del Movimento a 5 Stelle, ieri mattina, la notizia era infatti stata ben pubblicizzata dal titolo: «Il compagno Franceschini e la sua compagna». Lei, la giovane candidata consigliera comunale, ha dimostrato di avere i nervi più saldi di lui. Forse è quell’«amore per tutto ciò che sta ai margini», come sintetizza Michela con il suo slogan elettorale, fatto sta che dagli amati margini è lei a tenere il centro della questione.
Dopo pochi minuti dall’accorato appello di Franceschini a «tenere la vita privata fuori dalla campagna elettorale», la ragazza laureata in Storia dell’Arte e con un impiego in una azienda pubblica, ribatte che «non c’è nulla da commentare», perché non c’è nulla di strano. «Sono elezioni difficili», ha chiarito con candore lei, «devo prendere preferenze, quindi non capisco cosa ci sia di strano» se il “compagno” raccatta qualche voto qua e là. «Questa storia fa anche un po’ sorridere», ha incalzato la Di Biase alle agenzie di stampa, «perché non so cosa desti attenzione. Tra l’altro io neanche lo sapevo» che il ministro stesse attivando una rete di conoscenze per aumentare le preferenze della 32enne dell’Alessandrino, estrema periferia romana, appunto ai «margini» della città. «Dario ha mandato degli sms agli amici e non capisco cosa ci sia di strano», ha concluso la bella Michela, «io sono forte di otto anni di esperienza e sono anche socio fondatore del Pd. Chiunque mi conosca sta mandando sms. Lo hanno fatto mio padre, mia madre ed i miei amici. Non mi appassiona la politica dello scontrino fiscale, per me parlano gli anni di politica vissuta sul territorio».
Ha mantenuto la calma. O, per lo meno, la ragazza dal viso d’angelo, appena nove anni in più della figlia maggiore di Dario, ha gestito meglio del navigato ministro Franceschini l’incursione a 5 Stelle nella loro vita privata e nella sua (di lei) campagna elettorale. Lui si era accontentato di affidarsi alle solite lamentele: «Mi domando se una persona impegnata in politica non abbia più diritto ad una vita privata», era sbottato. Giustificandosi: «Ho mandato un sms dal mio cellulare privato a poco più di una decina di amici personali per chiedere di votare la mia compagna, che fa politica da molto prima di conoscermi in un municipio della periferia romana, a Centocelle, e che ha deciso di candidarsi in consiglio comunale a Roma». E quindi, rivolgendosi a Grillo, insisteva: «È troppo chiedere rispetto per lei, se non per me, prima di buttare le persone e ogni cosa nel tritacarne mediatico e della Rete?». Eppure l’ex comico non era stato feroce. Con un po’ di quella ironia che alle origini lo aveva fatto uscire dalla massa, aveva chiesto ai suoi seguaci di Facebook e Twitter: «Anche a voi è arrivato questo sms di Franceschini?», chiedeva con un innocente candore che gli aveva permesso di rilanciare in Rete la segnalazione de “il Portaborse” sull’sms incriminato.
«Caro xxx», si legge nel sito di indiscrezioni, «se voti a Roma posso proporti di dare la preferenza a Michela Di Biase, la mia compagna, che si candida in consiglio comunale? Dario». La difesa di Franceschini era stata che con il suo cellulare personale è in diritto di mandare qualche sms privato a una ristretta cerchia di amici e parenti. La sagace osservazione di Grillo è invece che «o la cerchia di destinatari non è stata tanto ristretta, oppure tra gli amici più intimi e i parenti stretti di Franceschini c’è un Giuda, che ha dato l’sms del ministro in pasto al Portaborse». E intanto Michela gode di luce riflessa, questa volta sì. A soli tre giorni dal voto, involontariamente, ha fatto sapere a tutti che «è la compagna di Franceschini».