VARIE 23/5/2013, 23 maggio 2013
MILANO
Il governo al gran completo fa visita agli imprenditori riuniti nell’assemblea annuale. D’altra parte le parole del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, dimostrano quanto la situazione sia tesa. Il leader degli industriali, intervenuto dopo il presidente del Consiglio Enrico Letta, attacca: "Ciò che manca è il tempo, bruciato nelle parole spese vanamente, perchè il Nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta. E’ questo quello che vogliamo?". Fisco punitivo, edilizia in crisi profonda e costo del lavoro a livelli insostenibili sono i tasti dolenti indicati da Squinzi, che non lesina le critiche al governo per come "ha trovato la copertura per rifinanziare gli ammortizzatori sociali". Il riferimento è alla scelta di sottrarre una parte di risorse del fondo per lo sviluppo, l’ex Fas, per destinarle alla Cig in deroga: una misura che per Squinzi potrebbe "creare nuova disoccupazione".
A prendere la parola tra i primi è stato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che ha invitato gli iscritti a Confindustria a "riprendersi la leadership industriale del Paese" e garantito di essere "dalla stessa parte" delle aziende. Oggi - ha spiegato - "possiamo dire che è finito il girone di andata, che è durato per più di un decennio, quando si è pensato che l’Italia e l’Europa potessero fare a meno dell’industria". Il premier ha messo ai primi posti dell’agenda "la sfida sul lavoro giovanile. Come sottolineato ieri al Vertice europeo, è quella che abbiamo anche noi italiani", ha aggiunto.
Un passaggio del discorso di Letta è andato alle difficoltà della politica, messe più volte sotto accusa dal presidente degli industriali soprattutto nei momenti di impasse. Il premier ha detto che "forse in ritardo, ma la politica ha imparato la lezione". Sempre sui temi della politica, Letta ha ricordato l’eliminazione del doppio stipendio dei ministri-parlamentari e proseguito: "Continueremo su questo tema con l’abolizione del finanziamento pubblico, con la riduzione del numero dei parlamentari" e con le riforme istituzionali tese a cambiare la politica. L’impegno dell’esecutivo è assicurato: "Non so se ce la faremo, ma ce la mettiamo tutta", garantisce Letta, che dal palco dell’auditorium ricorda anche le vittime della mafia: "Non stancamente, non ritualmente ognuno di noi deve mettere tutta la determinazione perchè la lotta alle mafie deve essere obiettivo della nostra azione".
Squinzi - che indossava una cravatta con i colori sociali (verde e nero) del neopromosso Sassuolo - ha poi ribadito le richieste da tempo avanzate dagli imprenditori: le "rivolgiamo un accorato appello alla modernizzazione del Paese, alle riforme che non sono più rinviabili, inclusa la legge elettorale. Ne serve una che assicuri legislature piene e stabilità governativa", ha detto all’inizio del suo discorso. Il leader degli imprenditori, augurando ’buon lavoro’ a Letta, ricorda che il Paese sta "bruciando quanto di buono abbiamo saputo costruire nei decenni passati".
Non agevola il compito degli industriali la situazione del credito: all’appello, negli ultimi 18 mesi, sono mancati 50 miliardi di stock di prestiti e per Squinzi ciò "rende quasi impossibile, non gli investimenti, ma l’ordinaria gestione delle imprese e ne mette in pericolo la sopravvivenza". Una delle conseguenze "della forte instabilità istituzionale e politica" e della "costante emorragia di posti di lavoro" è che il Paese si "è trovato soffocato in una duplice stretta" e "la tenuta del tessuto sociale è messa a dura prova". Con un rituale "fate presto", il leader degli industriali ha anche invocato una riforma immediata della legge fallimentare.
Oltre a Letta, all’auditorium Parco della Musica sono arrivati molti altri esponenti del governo, fra i quali il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, il ministro della Difesa, Mario Mauro, della Difesa, Angelino Alfano, dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello e il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.
Proprio Zanonato ha annunciato nel suo discorso la "conferma dello sgravio al 55% per l’efficienza energetica, per tutto il 2013. Tra le misure allo studio del governo c’è l’abbassamento della soglia per la defiscalizzazione delle grandi opere infrastrutturali da 500 a 50 milioni. Il ministro dello Sviluppo economico ha poi ricordato "l’Italia si è ritrovata in una corsa contro il tempo" per ridare slancio all’economia; in questo senso, le liberalizzazioni "vanno ampliate nei settori chiave".
(23 maggio 2013)