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 2013  maggio 23 Giovedì calendario

PRESCRIZIONE PER FILIPPO PENATI, COSI’ L’EX DS NON MANTIENE LA PAROLA

L’ex ds Filippo Penati era ieri, e resta anche dopo ieri, imputato di 2 ipotesi di corruzione (tra cui quella politicamente più sensibile attorno all’affare Serravalle) e altre 2 di violazione della legge sul finanziamento dei partiti per le quali continuerà a essere processato almeno fino al 2016-2017. Ma intanto ieri in Tribunale a Monza è venuto meno alla parola data: alla parola che proprio lui aveva sbandierato a giornali e tv, assicurando che non si sarebbe giovato — come effetto indotto dalla legge Severino del 2012 sul segmento più antico del suo processo — della prescrizione di altre 3 accuse inquadrate come concussione. È inutile che Penati fuori dall’aula ora prometta avventurosi ricorsi in Cassazione contro una prescrizione asseritamente non voluta, ma che gli sarebbe bastato rifiutare al momento giusto (ieri) nel posto giusto (in aula), dove invece è andata in scena la surreale telefonata a vuoto del suo legale davanti ai giudici in attesa di una risposta dell’imputato. Peraltro nella sostanza del processo, come già si era rilevato prima dell’approvazione della legge, anche per Penati non cambia tantissimo, proprio come per Berlusconi nel caso Ruby, dove infatti i pm hanno potuto fare le loro richieste di condanna (scadenza 2020) senza quei disastri che opposte tifoserie per mesi profetizzavano come conseguenza e anzi motivo della nuova legge.
I due episodi contestati a Penati per l’area ex Ercole Marelli a Sesto risalgono al 2000 e già con le vecchie regole non sarebbero mai arrivati in Cassazione; e onestà intellettuale impone di ricordare che la terza concussione (nel 2003 per l’area ex Falck) era già stata bocciata sia dal gip sia dal Tribunale del Riesame, che avevano riqualificato i fatti come corruzione, dunque anche con le vecchie norme già prescritte addirittura nel 2011. Ma ciò non cancella la figuraccia di Penati. E, soprattutto, non deve fare dimenticare il vero difetto della legge Severino. Che non sta negli inventati salvaBerlusconi o salvaPenati, ma in ciò che non contiene e che neppure il nuovo governo sembra volere: una generale riforma della prescrizione almeno dopo la prima sentenza, l’introduzione dell’autoriciclaggio, norme più serie su falso in bilancio e voto di scambio.
Luigi Ferrarella