Andrea Montanari, la Repubblica 23/5/2013, 23 maggio 2013
BORGHEZIO NELLA BUFERA PER GLI INSULTI ALLA KYENGE LASCIA IL GRUPPO A STRASBURGO
MILANO — Nuova bufera sul leghista Mario Borghezio. Gli euroscettici dell’Edf al Parlamento europeo chiedono la testa dell’eurodeputato del Carroccio e lui si autosospende dal gruppo Edf. La decisione, ieri, dopo che nei giorni scorsi Borghezio intervistato dal programma radiofonico la Zanzara aveva definito il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge «una casalinga», la sua nomina «una scelta del c...» e aveva parlato di «governo bonga bonga». Dopo l’autosospensione, ora Borghezio chiede pubblicamente scusa al ministro: «Ritiro le mie parole considerate offensive verso una persona di colore e verso una donna», dice. L’autosospensione è stata decisa «per tutelare la Lega e l’Edf» in attesa di fare piena chiarezza. «I nostri colleghi britannici si ritengono indignati», rivela il co-capogruppo Francesco Speroni.
L’europarlamentare del Carroccio non nega, ma cerca di minimizzare il caso. Prova a giustificarsi sostenendo che le sue affermazioni sarebbero state distorte. «Io la parola negra non l’ho mai detta. L’unico appellativo che ho usato è stato casalinga. Quando leggeranno le traduzioni delle mie frasi si renderanno conto che non c’è nulla di razzista ». Diversa, però, la ricostruzione di Articolo 21, l’associazione per la difesa della libertà di informazione, che, al contrario, sostiene che Borghezio si sarebbe autosospeso, suo malgrado, a seguito di una petizione lanciata di Change.org per chiedere le sue dimissioni. Ben 130 mila firme, che nel frattempo sono state consegnate al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.
Ufficialmente, gli euroscettici britannici dell’Ukip si mantengono fuori dalla mischia. «Non abbiamo nulla da dire, speriamo che la vicenda si risolva rapidamente », commenta Hermann Kelly, portavoce del copresidente del gruppo Nigel Farage, che ha scritto una lettera a Schulz condividendo le critiche a Borghezio. L’europarlamentare leghista si dice tranquillo, ma il clima a Strasburgo resta teso e non si esclude che l’autosospensione possa essere il primo passo verso l’espulsione. Anche se Matteo Salvini, anch’egli europarlamentare del Carroccio, esclude categoricamente questa ipotesi: «Il caso è chiuso – taglia corto – a Bruxelles e a Strasburgo abbiamo cose più importanti di cui occuparci che del ministro Kyenge ».
Già due anni fa gli euroscettici avevano provato a mettere fuori Borghezio per le frasi pronunciate su Breivik, il killer di Utoya. Quando il leghista aveva raccontato che la strage di Oslo era stata «colpa della società multirazziale ».