Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 22 Mercoledì calendario

DOVE VA LA LIQUIDITÀ MESSA IN CIRCOLO DALLE BANCHE CENTRALI

Tutta la liquidità pompata da Fed, Bce, Boe e Boj, dato
che inflazione non ne ha creata, e imprese, Stati e cittadini sono senza denaro, in mano a chi è finita?
Qualche corporation Usa, qualche Stato in via di sviluppo
o è in mano a qualcuno che specula?
La vera ricchezza è creata dalla produzione e adesso si sta distruggendo capacità produttiva nei Paesi sviluppati e si pensa che facendo gadget (tecnologici, lusso o cibo di qualità) si possa dare cibo e speranza a tutti.
È ignobile che non si possa trovare più un vestito per bambini Made in Italia. La ricchezza è creata da nuove produzioni e non da spostamenti di produzioni,
se non nelle tasche di poche, grandissime aziende, mostri prepotenti di un’economia che non crea ricchezza
ma uomini ricchissimi e nuovi poveri in Bangladesh (0,24 cents Usd/al giorno contro 15 euro/ora).
Ci vogliono consumatori consapevoli: una maglietta prodotta in Italia è migliore e più duratura di una fatta in Bangladesh. Un protezionismo culturale, una cultura del consumo e non del consumismo che spinge
a indebitare le persone.
Una società sana e senza forzature di credito avrà un futuro solido e crescita felice perché consumerà in maniera consapevole alla ricerca della qualità
e non della quantità. Mi sembra di entrare piano piano nella società di qualche film futuristico dove conteranno solo poche società e tutti gli altri a non avere di che vivere. Questo non è liberismo. Creiamo ricchezza, please.
Lorenzo Condotti

Caro Condotti,
cominciamo dalla liquidità. Quella che le Banche centrali creano può andare a finire nella domanda di beni e servizi, stimolando l’economia – è stato il caso in Usa e in Giappone – oppure può rimanere sotto il materasso: s’intende nei conti bancari e nei depositi delle banche presso la Banca centrale. Le banche sono restie a prestare per le note ragioni (sofferenze crescenti, rapporto più basso fra attivo e capitale...) e in molti casi le imprese domandano di meno perché non fanno investimenti.
Nella seconda parte della sua lettera lei tocca un problema grosso e condivido le sue insofferenze. Ma c’è un mercato nel mondo per le magliette fatte in Bangladesh e per quelle di qualità fatte
in Italia. Le nostre esportazioni hanno tenuto nella crisi e si sono spostate verso segmenti di più alto valore aggiunto. Quando i lavoratori del Bangladesh vedranno salire i loro salari, come è successo in Cina che partiva dagli stessi bassissimi livelli, compreranno anche
i nostri prodotti così come oggi noi compriamo i loro, dando a quei Paesi l’opportunità di crescere.
Non sono solo i profitti delle grandi imprese a guadagnare: ci guadagna anche il potere d’acquisto dei consumatori occidentali e ci guadagnano
i lavoratori dei Paesi poveri.