P. Mas., La Stampa 23/5/2013, 23 maggio 2013
MARTIN, CACCIATORI DI CICLONI "PER VIVERE SFIDO LA NATURA"
Martin la vede in un altro modo. Non prendetevela con lui, non è uno sciacallo. È solo che i tornado sono la sua vita e la sua professione. Di mestiere fa lo «storm chaser», il cacciatore di tempeste, e quando la forza cieca della natura si è abbattuta su Moore, lui era a pochi chilometri di distanza per portare un gruppo di turisti a guardare i cicloni dell’Oklahoma. «Lo facciamo con grande responsabilità, per istruire il pubblico. Collaboriamo con il National Weather Service, dando informazioni sui tornado, e abbiamo un forte senso di responsabilità civile. Domani infatti l’associazione che presiedo, la Texas Severe Storms Association, manderà una lettera ai politici della regione, affinché passino una legge che renda obbligatoria la costruzione dei rifugi in tutte le scuole».
Martin Lisius è nato in Texas 53 anni fa, e se avete l’impressione di averlo già visto, in un certo senso non vi sbagliate. La sua vita infatti ha ispirato il film «Twister», quello sui cacciatori di tornado, in cui ha fatto da consulente: «Un poco lo rimpiango, però, perché quel film ha spinto un sacco di cretini a comportarsi in maniera idiota, facendo una parodia del nostro mestiere». La compagnia di Martin si chiama Tempest Tours, e porta la gente a spasso per la «Tornado Alley» in cerca di emozioni forti. Ha una squadra di 15 dipendenti e tre van attrezzati per l’inseguimento dei cicloni. Il tour più costoso, 11 giorni a caccia di guai in Oklahoma, costa 3.395 dollari. «Non è economico, ma il nostro lavoro è complicato e la stagione breve. Comincia alla fine di aprile, con i tornado nel nord del Texas. A maggio ci spostiamo in Oklahoma, mentre a giugno il jet stream ci porta più a nord, Colorado, Nebraska e infine i due Dakota. Intorno al primo luglio è tutto finito». Il meccanismo dei tour è molto preciso: «Prendiamo al massimo otto persone per van, e prima di partire facciamo l’orientamento. La mattina studiamo le previsioni, per capire dove è più probabile incontrare i tornado, quindi le rivediamo ogni due ore, per aggiustare la rotta. Quando li intercettiamo ci avviciniamo il più possibile, scattiamo foto e giriamo video, ma sempre in sicurezza. Oggi ci sono idioti che vanno in giro con mezzi simili ai carri armati, per guidare dentro le tempeste: non condivido questi comportamenti, che sono pericolosi e rovinano la reputazione del nostro mestiere». Martin, infatti, vede il suo lavoro come una missione: «Sono nato nel nord del Texas, il luogo con più tornado al mondo. La mia passione è nata dalla volontà di conoscere meglio questi fenomeni straordinari della natura. Quando ho cominciato, gli storm chaser avevano una reputazione molto seria. Io voglio mantenerla, infatti collaboro con il National Weather Service, dando informazioni prima e dopo l’incontro con i tornado, per aiutarli a prevenirli».
Lunedì mattina Martin era a Oklahoma City: «Abbiamo inseguito un ciclone, poco a sud di quello che ha colpito Moore. Poi ci siamo spostati verso il Texas». Niente visita sul luogo del disastro: «Non è da noi. I clienti dei miei tour sono persone istruite, interessate alla natura: vogliono conoscere questi fenomeni estremi, non giocare con scariche di adrenalina». Martin pensa che le autorità e la gente di Moore hanno fatto quello che dovevano: «L’allarme è scattato in tempo, le persone hanno cercato riparo, e infatti le vittime sono state poche, relativamente alla potenza del tornado. Se una roba del genere colpisce Dallas, però, fa strage, perciò dobbiamo costruire i rifugi: obbligatori nelle scuole, e con sovvenzioni statali nelle case». Perché Martin, a scappare dalla Tornado Alley, nemmeno ci pensa: «Avete presente Charles Darwin? Sono d’accordo con lui: le specie sopravvivono adattandosi al loro ambiente».