Elena Priamo, Lettera43 22/5/2013, 22 maggio 2013
M5S, LA LISTA DEI GIORNALISTI NEMICI
Le direttive partite via mail dallo staff della comunicazione in parlamento per irreggimentare il rapporto tra i deputati grillini e la stampa hanno destato non pochi malumori all’interno del M5s. Inutile il tentativo della capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, di derubricarle a «consigli» rivolti ai neo eletti. Difficile, infatti, far digerire ai parlamentari l’annuncio di voler intensificare «la presenza dei componenti del gruppo comunicazione in Transatlantico e nell’atrio del Palazzo». Una linea che, se attuata, suonerebbe come un tentativo di bavaglio, piuttosto che un prodigo aiuto «a garanzia dei deputati».
In attesa che l’assemblea del gruppo affronti il caso, c’è un dato di fatto, però, che sembra acquisito e che quell’invito a «declinare le richieste di giornalisti che si sono dimostrati inaffidabili», rivolto nella mail delle polemiche ai deputati, rende lapalissiano: lo staff della comunicazione 5 stelle sta funzionando come una sorta di centrale di smistamento delle richieste da parte della stampa. Semaforo verde e rosso a seconda della testata, ma anche del singolo giornalista.
Per quanto è riuscita ad apprendere Lettera43.it, non c’è nell’aria, almeno per ora, nessun proposito di stilare un albo ufficiale dei cronisti inaffidabili. Forse perché non ce n’è nemmeno bisogno. All’atto pratico, infatti, una sorta di black list esiste già.
In cima alla graduatoria si piazza Andrea Malaguti, giornalista de La Stampa che con le sue analisi ha fatto più volte storcere il naso all’entourage grillino. A contendergli il podio c’è però anche Annalisa Cuzzocrea. La firma di Repubblica, infatti, con la sua penna ha osato toccare un nervo scoperto del Movimento, quello della diaria. E a dirla tutta nemmeno Lettera43.it pare essere tra le testate preferite dai 5 stelle.
Che i talk show non abbiano speranza di entrare nelle grazie dello staff di comunicazione, poi, è risaputo. La linea più volte dettata attraverso il blog da Beppe Grillo in persona è rimasta invariata. E la bufera intorno al caso di Federica Salsi, la consigliera comunale di Bologna espulsa dal M5s dopo aver partecipato lo scorso ottobre a Ballarò, rimane lì come un monito.
Ma il messaggio, oltre che ai parlamentari, dovrebbe essere arrivato forte e chiaro pure ai conduttori di approfondimenti politici, da Giovanni Floris a Corrado Formigli. A quest’ultimo in modo particolare, dopo che Piazza Pulita trasmise il fuorionda dell’ex consigliere emiliano M5s Giovanni Favia.
Accanto alle testate «inaffidabili», comunque, ci sono anche quelle gradite. E Radio24 e Rainews24, vista la frequenza di interviste rilasciate dai parlamentari 5 stelle, sono di sicuro tra queste. Più complicato, invece, il rapporto con Skytg24.
A quanto risulta, però, tra un’ospitata da Maria Latella e una da Paola Saluzzi, la prima vince a mani basse. Non a caso, all’inizio di maggio, Latella ha accolto nel suo studio proprio Vito Crimi, capogruppo M5s al Senato, annunciando la notizia con un tweet: «È il primo faccia a faccia in uno studio tivù per Crimi».
Sarà che allo staff di comunicazione M5s preferiscono i faccia a faccia televisivi, ma neppure In Mezz’ora di Lucia Annunziata su Raitre, ha avuto difficoltà a intervistare Crimi il 12 maggio scorso.
Al di là del format gradito, però, conta non poco evidentemente il rapporto con Annunziata che non pare rientrare in nessun libro nero. Si spiegherebbe così pure il fatto che nei confronti dell’Huffington post (di cui Annunziata è direttore) l’ufficio stampa grillino non abbia innalzato alcuna barriera. Pare, anzi, che i rapporti con il giornalista Pietro Salvatori siano buoni.
Una luna di miele che sembra sbocciata pure con Claudio Marincola, giornalista del Messaggero, che il 21 maggio scorso è stato l’unico a dedicare spazio sul giornale a un incontro del M5s a Madrid con gli Indignados. «Il Movimento», ha scritto Marincola, «da mesi ha i riflettori dell’Europa puntati addosso e ha avviato contatti anche con l’Est, Slovacchia e Romania».
Infine, che il Fatto Quotidiano si sia rivelata sin dall’inizio una testata «amica» non si discute. Anche se, c’è da ipotizzare che qualche articolo a firma di Paola Zanca non abbia proprio fatto esultare i vertici della comunicazione M5s. Di sicuro il pezzo su quanto guadagnano Grillo e Casaleggio se lo saranno legati al dito.
Un po’ come è accaduto il 19 maggio con Milena Gabanelli. La candidata più votata dai grillini per la presidenza della Repubblica, infatti, ha perso non pochi punti con il suo Report dedicato ai fondi del blog.