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 2013  maggio 11 Sabato calendario

NERI MARCORE’

Sul comodino?
Solo libri che si aacumulano. Con il programma in tv Neripoppins sono stato presissimo, non avevo tempo. In genere preferisco leggere un libro alla volta.
Che cosa ha nel guardaroba?
Non vado mai per negozi, non lo facevo neanche da ragazzo. Quando giro un film, se mi piace il vestito che indosso chiedo direttamente al costumista di comprarlo.
L’oggetto del cuore?
Non mi affeziono agli oggetti, non ho legami forti con le cose. Tengo al computer che contiene materiale sia personale, che professionale. ma è solo uno strumento.
Che musica ascolta?
da qualche tempo ho una fissazione per John Mayer, un chitarrista strepitoso. Tra gli italiani alcuni amici come Niccolò Fabi, Elio e le Storie Tese. In casa sento lo stereo come sottofondo; in macchina mi scateno con il volume al massimo.
Una debolezza?
I vinili. peccato però che il piatto per ascoltarli sia rimasto nelle Marche, a casa dei miei genitori. ma ora ne comprerò un altro per la casa di Roma.
Il film preferito?
Andrei al cinema tutte le sere, ma non ci riesco. Così finisco per vedere i film in dvd. Tra le mie commedie preferite metterei Frankenstein junior; tra i classici Novecento, tra i musical The Blues Brothers. Un Pupi Avati inconsueto è quello di La casa dalle finestre che ridono.
Casa vuota o piena?
Una via di mezzo. Troppe cose mi soffocano. Però non riesco ad essere minimalista, gli oggetti si accumulano senza motivo.
Se fosse un campione?
Ho giocato a tennis a livello agonistico dai 12 fino ai 25 anni. Partecipavo ai tornei estivi, mi divertivo molto. Oggi mi cimento ancora, ma sono un po’ arrugginito.
Ha una collezione?
No, non ne ho mai fatta una: m’infastidisce l’idea di dover completare una raccolta. Diverso è comprare delle cose senza un fine preciso. A me, per esempio, piacciono le chitarre e ne ho parecchie. Le tengo in uno studio insonorizzato, così posso suonare senza disturbare nessuno.
Fa sport?
Ho imparato a giocare a golf per il film Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini, appena uscito, dove il mio personaggio, Ottone, è un golfista e molte scene sono girate in un campo. Non conoscevo per niente questo sport ma ho imparato ad apprezzarlo.
Letture recenti.
Così in terra, di Davide Enia, mi ha appassionato come non mi succedeva da tempo; l’autore è siciliano, parla di pugilato e amore e non mancano le riflessioni sulla mafia. Un altro scrittore che apprezzo molto è Fabio Stassi: È finito il nostro Carnevale è la storia di un uomo e della sua lunga ricerca della Coppa del mondo di calcio.
Il luogo del cuore?
Porto Sant’Elpidio, nelle Marche (nella foto, la Torre dell’Orologio, ndr), dove sono nato e dove vive mia madre. Sono rimasto là fino a 18 anni, poi mi sono iscritto alla Scuola interpreti di Bologna e non sono più tornato, se non in vacanza. Mi ricordo un viale sbrecciato davanti all’ingresso di Villa della Marchesa: i miei nonni andavano là davanti a giocare a bocce.
Per rilassarsi fa...
Una volta a settimana mi alleno a calcio, con gli amici. Faccio parte della squadra Nazionale cantanti, da sette anni. Gioco spesso anche a scacchi, sia “dal vivo”, sia online. Preferisco però la partita tradizionale con un avversario reale, perché così l’incontro è più lungo e disteso.
Come ha speso il suo primo stipendio?
Da ragazzo facevo il calzolaio e il tagliatore di tomaie, per non gravare sulla famiglia. Quei soldi finivano in piccole spese. Con il primo lavoro in tv, Ricomincio da due, nel ’90, ho comprato un’auto di seconda mano. Vivevo a Roma ma avevo la fidanzata a Imola e i genitori nelle Marche: la macchina mi serviva.
In cucina?
Ora ci sto poco. Ai tempi dell’università, invece, mi ero messo d’impegno insieme all’amico con cui dividevo la casa. Il nostro cavallo di battaglia? il risotto con l’ossobuco.