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 2013  maggio 20 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - I CONTI DI GRILLO E LA LEGGE CHE AMMETTE ALL’ELETTORATO PASSIVO SOLO I PARTITI


ILFATTO.IT
M5S, la deputata Sarti dà ragione a Report: “Più trasparenza sui nostri fondi”
"Nel servizio c’erano inesattezze, ma è un tema che dobbiamo discutere con Grillo", afferma la parlamentare emiliana a ilfattoquotidiano.it. Artini: "Mie risposte cancellate, il blog di Grillo non guadagna più di 30mila euro l’anno". Il Movimento scivola sui "comunicatori parlamentari
di Martina Castigliani | 20 maggio 2013
Commenti (81)
Giulia Sarti

Più informazioni su: Milena Gabanelli, Movimento 5 Stelle, Report.
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E’ bufera il giorno dopo la messa in onda della puntata di Report sul tema delle forme di finanziamento al Movimento 5 stelle, donazioni minime che però non hanno avuto mai un nome e cognome di provenienza, e sugli addetti alla comunicazione dei gruppi parlamentari. Un tema, questo, che ha portato fuori strada i deputati che, in una nota, scrivono che sono tutti scelti dai parlamentari. E’ un’inesattezza clamorosa: come scritto nel regolamento del Movimento 5 stelle, i “comunicatori” sono stati scelti da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Su questo non ci sono dubbi. Lo confermano loro stessi: “Abbiamo un contratto a tempo determinato con la Camera o il Senato, ma i nostri nomi sono stati scelti legittimamente da coloro che guidano il Movimento”.

Sul tema del finanziamento, invece, è Giulia Sarti, deputata emiliana, che chiede ai suoi, senza nessuna forzatura, una maggiore trasparenza: “Ci sono delle inesattezze nel servizio trasmesso da Milena Gabanelli, ma dobbiamo aprire una riflessione. Io ad esempio sarei d’accordo per la pubblicazione dei nomi dei finanziatori della campagna elettorale nei limiti della privacy. Alla prima occasione dovremmo parlarne con Grillo”. Il caso diplomatico lo apre la giornalista di Rai 3, la stessa che un mese fa era stata scelta dagli attivisti a 5 Stelle come il nome da candidare al Quirinale e che in prima serata apre con una serie di domande precise: “I proventi del blog di Grillo vanno al Movimento o no? Quanto guadagna la Casaleggio Associati dalla pubblicità del sito di Beppe Grillo?”. Ma non solo: la richiesta è quella della pubblicazione delle fatture delle spese della campagna elettorale e dei nomi dei finanziatori. Deputati e senatori commentano a fatica.
Qualcuno si lascia scappare che la puntata fosse già pronta, altri lasciano intendere che forse si “è sentita costretta a smarcarsi dal Movimento dopo la candidatura al Quirinale”. Una delle prime a commentare è stata sempre la Sarti che in contemporanea alla puntata ha pubblicato il link diretto sulla sua pagina Facebook. “Io ho apprezzato il servizio, è importante parlare del finanziamento della politica. Credo che sia necessaria e vitale l’abolizione dei fondi pubblici, ma anche un tetto massimo ai privati, cercando di mantenere piccole donazioni”. La deputata chiede una riflessione concreta su di un ambito che rischia di lasciare campo libero a finanziatori privati che potrebbero controllare la politica. E sulla trasparenza interna al Movimento commenta: “Secondo me, dovremmo fare un po’ meglio le cose. Possiamo aprire una discussione tranquilla con Beppe Grillo, appena ce ne sarà l’occasione. Invece di chiamare Beppe a parlare della diaria, sarebbe importante affrontare questi temi. La diaria è stata una discussione sterile, i nomi di coloro che hanno finanziato il Movimento credo sia argomento più importante da affrontare”.

Poi c’è lo scivolone sui comunicatori. Ecco il testo del comunicato: ”Con riferimento alla puntata di ieri sera del programma ‘Report’, a cura di Milena Gabanelli, il gruppo parlamentare del M5S alla Camera informa che solo l’assemblea dei parlamentari, sovrana nel gruppo del MoVimento 5 Stelle, può decidere sia l’assunzione dei giornalisti proposti da Beppe Grillo, sia l’entità dello stanziamento. Non risulta quindi essere veritiera la ricostruzione sul punto fatta da ‘Report””. Ma sarebbe bastato guardare quanto riporta il codice di comportamento dei parlamentari. All’articolo 9 si legge, testualmente: “La costituzione di due ‘gruppi di comunicazione’, uno per la Camera e uno per il Senato, sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonchè di evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili”.

REPUBBLICA.IT
ROMA - Dal primo posto alle Quirinarie a quello di giornalista più criticata. Ovvero: la parabola del consenso di Milena Gabanelli nel MoVimento Cinque Stelle. La conduttrice di Report è da ore oggetto di critiche spietate e di attacchi da parte degli utenti del blog ufficiale del M5S, che la contestano per le domande rivolte, durante la trasmissione di ieri sera, al duo Grillo-Casaleggio: "Che fine fanno i proventi del blog?" e "Quanto gudagnano i due dalla pubblicità sul sito?". Inoltre la Gabanelli aveva rivolto un "invito politico" ai militanti grillini: "Con tre milioni di disoccupati smettetela di parlare di scontrini".

I grillini utilizzano lo spazio per i commenti dell’ultimo post del blog, quello dedicato all’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. "L’unica risposta da dare alla Gabanelli sul suo pistolotto di ieri sera, su cosa deve fare l’M5S o non deve fare, secondo me è una sola: la linea politica M5S non la decide sicuramente lei". Ancora: "E i 3 milioni di disoccupati che c’entrano con la discussione sulla diaria?". Ingrata, traditrice, richiamata all’ordine dai padroni del Pd e del Pdl. E così via, in un diluvio di commenti che spesso superano i confini del buon gusto.

Le richieste dei militanti a Grillo sono precise. In tanti chiedono al capo politico del MoVimento di rispondere alla Gabanelli, sia nel merito della questione sia per replicare a un attacco da molti letto come "gratuito". "Rispondiamo subito a Report". C’è chi insiste: "La Gabanelli omette denunce che dovrebbe per correttezza professionale fare. Le sue trasmissioni sembrano manovrate da una regia politica. Se ha qualcosa da ridire posso fargli qualche esempio". E in tanti invocano un contraddittorio tra Grillo e la conduttrice che dal MoVimento Cinque Stelle si estenda anche all’utilizzo dei fondi pubblici degli altri partiti.

E se in tanti minacciano di non voler più guardare quel "programma di m.", alcuni militanti invitano alla calma. "Sulla Gabanelli, secondo me, la risposta è la serena e cristallina trasparenza di sempre. Lei ieri sera ha fatto il suo lavoro, ma M5S non ha nulla da temere: qui non c’è niente da nascondere". Ancora: "Gentile Signor Grillo, rispondiamo subito pubblicando questi bilanci sul blog, così mettiamo a tacere per sempre queste polemiche su cui gli avversari marciano. Anche perché, con il ddl contro i movimenti di Zanda-Finocchiaro, tira una brutta aria".

Intervengono anche cittadini che votano per altri partiti. L’accusa comune è quella di "schizofrenia politica": "Ma come, un giorno si incensa la Gabanelli e l’altro la si ricopre di insulti? Non vi si capisce davvero".

Staff Grillo: "Proventi non usati per il movimento". Nel pomeriggio arriva sul blog la risposta a Gabanelli. Laconica: "I proventi degli introiti pubblicitari del blog di Beppe Grillo non sono utilizzati per finanziare il Movimento 5 Stelle. Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia. Firmato: Lo staff di Beppe Grillo. Sopra un video, che mostra i "finanziamenti" ricevuti dal movimento: un frigorifero pieno di cibo.

La replica di Gabanelli. Sollecitata per un commento, la giornalista ha inviato una dichiarazione alla redazione di Repubblica tv: "Almeno finora nessuno del M5S mi ha insultata al telefono!. Cosa che invece - afferma Milena Gabanelli - ha fatto qualche simpatizzante degli ex Ds a proposito dei loro debiti che, secondo loro, dovremmo pagare noi. Credo che la critica sia fastidiosa sempre, per tutti, anche per la sottoscritta, ma si deve accettare, o no? Il punto è: Sono state dette cose non vere? In tal caso vengano precisate, e le pubblicheremo. Se Casaleggio avesse accettato l’intervista con la Giannini magari si potevano chiarire tutti i dubbi legittimi. Tutto il resto - conclude Gabanelli - , per chi cerca di fare il proprio mestiere con indipendenza, è nel conto".

Il gruppo parlamentare M5S: Da Report ricostruzione non veritiera. A stretto giro la controreplica del gruppo parlamentare M5S, che definisce la ricostruzione di Report "non veritiera": "Con riferimento alla puntata di ieri sera del programma Report, a cura di Milena Gabanelli, il gruppo parlamentare del M5S alla Camera - si legge nel comunicato - informa che solo l’assemblea dei parlamentari, sovrana nel gruppo del MoVimento 5 Stelle, può decidere sia l’assunzione dei giornalisti proposti da Beppe Grillo, sia l’entità dello stanziamento. Non risulta quindi essere veritiera la ricostruzione sul punto fatta da Report".

"L’articolo 16 dello statuto, pubblicato sul sito della Camera dei Deputati, infatti, prevede che ’il piano di composizione e funzionamento del gruppo Comunicazione sarà presentato e approvato dall’Assemblea, che delibererà sull’assunzione dei singoli addetti ai sensi dell’art.17 e determinerà l’entità dello stanziamento che, tra l’altro, risulta essere circa un decimo della somma a disposizione del gruppo per l’organizzazione degli uffici", si legge ancora. "Si sottolinea - conclude la nota - che dalla redazione di Report non è giunta alcuna richiesta di informazioni che sarebbe stata, certamente, soddisfatta in nome della trasparenza professata dal movimento".

(20 maggio 2013)

LA LEGGE ANTI-GRILLO
REPUBBLICA.IT
ROMA - Vietare a tutti i movimenti politici non registrati di partecipare alle competizioni elettorali. E’ questo il cuore del disegno di legge presentato dal Partito democratico in Senato. La proposta, firmata dal capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda e da Anna Finocchiaro, di fatto impedirebbe a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale di candidarsi a qualsiasi livello alle elezioni.

Il disegno, se diventasse legge, come è facile immaginare potrebbe avere conseguenze importanti sull’attuale sistema politico italiano. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, la vera sorpresa dell’ultimo voto e terza forza politica del Paese, sarebbe tra le prime vittime della proposta Zanda-Finocchiaro e, senza una riforma interna, non potrebbe presentarsi alle prossime elezioni.

Dura la replica di Grillo sul suo blog: "Se questa legge passa non ci presenteremo alle prossime elezioni. ’Il Movimento 5 Stelle non e’ un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti Movimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni". E lancia l’hashtag: #nonsiamounpartito.

La battaglia del Pd contro i movimenti non registrati era stata avviata già nel corso dell’ultima legislatura dall’ex segretario Pier Luigi Bersani, che aveva presentato una proposta simile nella commissione Affari Costituzionali. La critica mossa dai democratici contro i movimenti è la scarsa democrazia interna e trasparenza di queste formazioni politiche, che godrebbero di una discrezionalità maggiore nelle scelte proprio grazie all’assenza di norme precise. Un tema su cui Pier Luigi Bersani ha insistito molto anche in campagna elettorale, con frequenti richiami alla democrazia interna ai partiti. "E’ una proposta per garantire - dicono al Pd - più democrazia interna nei movimenti politici in linea con quanto stabilisce l’art. 49 della Costituzione".

In base ai nove articoli del ddl, lo Statuto delle associazioni politiche dovrà indicare obbligatoriamente gli organi dirigenti, le loro funzioni, un collegio sindacale composto da revisori dei conti e l’attribuzione a una società di revisione iscritta all’albo speciale che certifichi i bilanci e garantire la massima trasparenza, anche su internet. Paletti più rigidi anche per richiedere i rimborsi elettorali.

Il Pd però ci tiene a non far passare il ddl come una legge anti-Grillo: "La proposta di attuazione dell’art.49
Della costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l’avversione del pd per il Movimento 5 stelle" - precisa la senatrice Anna Finocchiaro, prima firmatrice della legge e presidente della commissione Affari costituzionali in Senato, quella dove si discuterà il ddl. "L’interpretazione secondo la quale il Pd avrebbe presentato la legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione sui partiti per bloccare e andare contro i ’movimenti’ - puntualizza il Pd in una nota - è una forzatura deformante, che finisce per diventare una operazione di disinformazione. Non si tratta di norme per chiudere la partecipazione. Al contrario, la legge serve per garantire la trasparenza della vita interna dei partiti e la stessa partecipazione".

Lo scopo, spiegano da Via del Nazareno, è quello di una riforma più ampia dei partiti politici per evitare che si ripetano in futuro scandali come i casi Lusi o Belsito. Se infatti i due tesorieri erano riusciti a sottrarre fondi rispettivamente alla Margherita e alla Lega era stato possibile proprio grazie alla scarsa trasparenza nei bilanci dei partiti. Tuttavia queste norme, se approvate, creerebbero evidenti problemi al Movimento 5 stelle, che all’articolo 1 del suo ’non-statuto’ si definisce una "non associazione" con una sede virtuale che coincide con l’indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese, tra l’altro, è l’unico titolare dei diritti d’uso del simbolo M5s: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri ’soci’.

Renzi: "Così si fa vincere Beppe Grillo". Una presa di distanza netta e importante arriva da un big del partito, il sindaco di Firenze Matteo Renzi: "Non sono d’accordo: è un modo per far vincere le elezioni a Grillo e ai grillini", ha detto intervenendo a Porta a porta.

Fico (M5s): "Pensassero a ineleggibilità di Berlusconi". "Anna Finocchiaro invece di discutere dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un disegno di legge antimovimenti al fine di attaccare il Movimento Cinque Stelle. Complimenti vivi alla senatrice della Repubblica!!". E’ quanto scrive il deputato 5 stelle, Roberto Fico: "Il Movimento sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Questi sono i fatti".

La rivolta della base dei 5 stelle. "Se passa una cosa del genere viene la guerra civile", tuonano gli attivisti del Movimento sul blog di Grillo, dove va in scena una vera e propria sommossa. "Questi fanno proprio schifo - scrive Gennaro, il suo tra i commenti più gettonati - anzi ribrezzo. Vogliono sopravvivere a loro stessi a spese degli italiani con una legge truffa". "Ecco cosa sanno fare quelli del Pd - denuncia un altro militante - ora dobbiamo condividere e diffondere tutto! Subito! Qua è guerra! Guerra! O la democrazia o la rivoluzione armata!". "E voi saresti democratici? - attacca un altro grillino - Mi fate schifo!".

Per Massimo, "più attaccano e più hanno paura. Ora cercano di eliminare 8.500.000 persone con il ddl Zanda-Finocchiaro. Rimaniamo movimento, questo li terrorizza. Il loro nemico è il cambiamento".

Letta attacca Grillo per dichiarazione sulla Idem. E mentre la polemica sulla proposta di legge Finocchiaro-Zanda va avanti, arriva anche una staffilata al leader Cinque stelle da parte del premier Enrico Letta, in risposta alle frasi di ieri sul ministro Idem: "Da scemi - aveva detto Grillo - portare una canoista al governo". Dura la replica del presidente del consiglio: "C’è chi fa e chi parla, noi vogliamo affrontare e risolvere i problemi più urgenti del paese".

(20 maggio 2013)

LA LEGGE FINOCCHIARO-ZANDA
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
(Finalità)
1. La presente legge reca disposizioni per la disciplina dei partiti politici, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione.
Art. 2.
(Natura giuridica dei partiti politici)
1. I partiti politici sono associazioni rico- nosciute dotate di personalità giuridica, ai sensi dell’articolo 1 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361.
Art. 3.
(Statuto dei partiti politici)
1. Al fine di assicurare il rispetto del me- todo democratico di cui all’articolo 49 della Costituzione, ogni partito politico deve indi- care nel proprio statuto:
a) gli organi dirigenti, le loro compe- tenze, le modalità della loro elezione e la durata degli incarichi, che sono conferiti a tempo determinato;
b) i casi di incompatibilità in partico- lare tra cariche dirigenziali all’interno del partito e incarichi, o nomine, a livello istitu- zionale e delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali;
c) le procedure richieste per l’approva- zione degli atti che impegnano il partito;
d) i diritti e i doveri degli iscritti e i re- lativi organi di garanzia; le modalità di par- tecipazione anche attraverso referendum o

Atti parlamentari – 6 – Senato della Repubblica – N. 260 XVII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI
altre forme di consultazione; le regole per l’istituzione e per l’accesso all’anagrafe de- gli iscritti, la cui consultazione deve essere sempre nella disponibilità di ogni iscritto, nel rispetto di quanto previsto dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Il rifiuto dell’iscrizione al par- tito deve essere motivato e contro di esso deve essere ammesso il ricorso agli organi di garanzia;
e) le modalità per assicurare negli or- gani collegiali la presenza paritaria di donne e di uomini;
f) i criteri con i quali è assicurata la presenza delle minoranze in tutti gli organi collegiali non esecutivi;
g) i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie disponibili tra la struttura nazio- nale e le articolazioni territoriali del partito;
h) le procedure relative ai casi di scio- glimento, chiusura, sospensione e commissa- riamento delle articolazioni territoriali del partito;
i) le misure disciplinari che possono es- sere adottate nei confronti degli iscritti, gli organi competenti ad assumerle e le proce- dure di ricorso previste, assicurando il diritto alla difesa e il rispetto del principio del con- traddittorio;
l) le modalità di selezione, attraverso elezioni primarie o elezione a scrutinio se- greto da parte degli organi collegiali compe- tenti, delle candidature per i membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, per il Parlamento nazionale, per i consigli regio- nali e comunali, nonché per le cariche di sindaco e di presidente della regione;
m) il limite massimo di mandati sia elettorali sia relativi ad incarichi interni al partito;
n) le procedure per modificare lo sta- tuto, il simbolo e la denominazione del par- tito;
o) le modalità con le quali gli iscritti partecipano alle votazioni, assicurando,

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quando è prevista, l’effettiva segretezza del voto;
p) un codice etico che contenga l’in- sieme dei princìpi di riferimento dei com- portamenti individuali e collettivi;
q) l’attribuzione della rappresentanza legale del partito ad un tesoriere in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità previsti per gli esponenti aziendali delle ban- che;
r) la nomina di un comitato di tesoreria composto da soggetti in possesso dei requi- siti di onorabilità previsti per gli esponenti aziendali delle banche, con il compito di coadiuvare il tesoriere nello svolgimento delle sue funzioni di indirizzo e verifica ri- spetto alla gestione contabile, alle fonti di fi- nanziamento e all’allocazione delle risorse finanziarie;
s) la nomina di un collegio sindacale composto da revisori dei conti in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità richiesti per i sindaci delle banche;
t) l’attribuzione a una società di revi- sione iscritta all’albo speciale tenuto dalla Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB) ai sensi dell’articolo 161 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al de- creto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni, del compito di certificare il rendiconto di esercizio, ai sensi dell’articolo 7 della presente legge.
2. Al fine di favorire la partecipazione at- tiva dei giovani alla politica, ogni partito de- stina alla loro formazione una quota pari al- meno al 5 per cento dei rimborsi ricevuti per le spese elettorali, con le medesime mo- dalità previste per accrescere la partecipa- zione delle donne alla politica di cui all’ar- ticolo 3 della legge 3 giugno 1999, n. 157.
3. Lo statuto può altresì contenere norme integrative, adottate in conformità a quanto stabilito dalla presente legge.

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Art. 4.
(Elezioni primarie)
1. Entro quattro mesi dalla scadenza del termine per la presentazione delle candita- ture, il legale rappresentante di un partito politico ovvero i legali rappresentanti di più partiti tra loro coalizzati possono richie- dere all’ufficio elettorale competente di in- dire elezioni primarie per la selezione dei propri candidati a sindaco e a presidente di regione, delle proposte di candidatura, nel ri- spetto dell’articolo 92 della Costituzione, alla carica di Presidente del Consiglio dei ministri e per la selezione dei propri candi- dati alle assemblee rappresentative per le quali sono previste l’elezione nell’ambito di collegi uninominali e la ripartizione dei seggi tra le forze politiche con sistema mag- gioritario. Unitamente a tale richiesta, i me- desimi soggetti depositano un apposito rego- lamento e comunicano i nominativi dei com- ponenti il collegio dei garanti di cui al comma 2.
2. In caso di indizione di elezioni prima- rie, è istituito un apposito collegio dei ga- ranti che sovrintende alla regolarità delle elezioni, nomina gli scrutatori e i compo- nenti delle commissioni elettorali, delibera in modo insindacabile su qualsiasi ricorso e proclama il vincitore.
3. L’ufficio elettorale competente stabili- sce la data e le sedi in cui si svolgono le elezioni primarie, sentiti il prefetto e i sin- daci dei comuni in cui si svolgono le ele- zioni stesse.
4. L’ufficio elettorale competente prov- vede a dare comunicazione ai cittadini della data e delle modalità di svolgimento delle elezioni primarie mediante affissioni pubbli- che. Le medesime comunicazioni sono al- tresì pubblicate nel sito internet del Mini- stero dell’interno e nel sito internet ufficiale del partito politico o della coalizione dei

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partiti che hanno deliberato l’indizione delle elezioni primarie.
5. Le elezioni primarie si svolgono in un solo giorno, anche non festivo, compreso tra il novantesimo e il sessantesimo giorno ante- cedente il termine per la presentazione delle candidature di cui al comma 1. Le elezioni primarie richieste da più partiti politici o dalla coalizione di partiti per la medesima carica si svolgono nello stesso giorno.
6. Il regolamento di cui al comma 1 sta- bilisce le condizioni per la presentazione delle candidature, assicura pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso alle candi- dature e può prevedere che l’elettorato pas- sivo sia riservato ai soli iscritti al partito po- litico o alla coalizione di partiti che promuo- vono le elezioni primarie. Esso può altresì prevedere che la prerogativa di sottoscrivere le candidature sia riservata ai soli iscritti o sia attribuita, in via comunque non esclu- siva, a un numero qualificato di componenti degli organismi dirigenti. Qualora la prero- gativa di sottoscrivere le candidature sia ri- servata ai soli iscritti, il numero massimo delle sottoscrizioni richieste non può essere superiore al 20 per cento degli aventi diritto. Qualora la prerogativa di sottoscrivere le candidature sia attribuita anche a un numero qualificato di componenti di un organo diri- gente dei partiti politici o della coalizione di partiti che promuovono le elezioni primarie, il numero massimo delle sottoscrizioni non può essere superiore al 35 per cento dei componenti del medesimo organo.
7. Alle elezioni primarie si applica la nor- mativa vigente in materia di limitazioni del- l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo prevista per le corrispondenti consultazioni elettorali. Il regolamento di cui al comma 1 può prevedere ulteriori limitazioni nei con- fronti di soggetti che risultano condannati per reati di corruzione, concussione o appar- tenenza ad associazioni di tipo mafioso o comunque contro la pubblica amministra- zione, anche recependo integralmente il co- dice di autoregolamentazione approvato

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dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre asso- ciazioni criminali, anche straniere.
8. Qualora, nei tempi e nei modi prescritti dal regolamento di cui al comma 1, sia stata avanzata una sola candidatura, non si svol- gono le ulteriori fasi del procedimento elet- torale e il collegio dei garanti provvede a di- chiarare il vincitore.
9. Alle elezioni primarie si applica la legi- slazione vigente sulla propaganda politica e sulle spese elettorali. Le spese dei candidati alle elezioni primarie non possono superare un quinto delle spese previste per la parteci- pazione alle elezioni stesse.
10. Hanno diritto di partecipare alla vota- zione nelle elezioni primarie i cittadini iscritti alle liste elettorali che al momento del voto dichiarano di essere elettori del par- tito politico o della coalizione di partiti che ha promosso la consultazione per la carica a cui la consultazione si riferisce. Il regola- mento di cui al comma 1 può prevedere l’e- stensione del diritto di elettorato attivo an- che ad altri soggetti, ovvero agli stranieri re- sidenti, a persone di età inferiore a diciotto anni, a lavoratori e a studenti fuori sede, prevedendo che tali soggetti debbano pre- ventivamente registrarsi per poter partecipare alle elezioni primarie. Il collegio dei garanti, entro sette giorni dallo svolgimento delle elezioni primarie, rende pubblico l’elenco degli elettori che vi hanno preso parte.
11. Qualora nello stesso giorno si tengano elezioni primarie indette da diverse forze po- litiche per la medesima carica, ciascun citta- dino può partecipare a una sola di esse.
12. Il voto è espresso a scrutinio segreto. Ciascun elettore ha il diritto di votare per un solo candidato per ogni consultazione eletto- rale. È selezionato l’aspirante candidato che ottiene il numero più alto di voti.
13. In caso di rinuncia, di impedimento o di morte dell’aspirante selezionato subentra l’aspirante candidato che ha ottenuto al nu- mero più alto di voti tra gli altri candidati alla medesima elezione.

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Art. 5.
(Trasparenza)
1. Ciascun partito politico assicura la tra- sparenza e l’accesso alle informazioni anche mediante la realizzazione di un sito internet che rispetti i princìpi di accessibilità, nonché di elevata usabilità e reperibilità, anche da parte delle persone disabili, di completezza di informazione, di chiarezza di linguaggio, di affidabilità, di semplicità di consultazione, di qualità, di omogeneità e di interoperabi- lità.
2. Nel sito internet di cui al comma 1 e in un’apposita sezione dei siti internet ufficiali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica entro il 31 luglio di ogni anno sono pubblicati, anche in formato open data, il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota in- tegrativa, la relazione del collegio sindacale, la relazione della società di revisione, i bi- lanci relativi alle imprese partecipate, il ver- bale di approvazione del rendiconto di eser- cizio nonché la situazione reddituale e patri- moniale dei titolari di cariche di governo ed elettive.
3. La dichiarazione congiunta di cui al- l’articolo 4, terzo comma, della legge 18 no- vembre 1981, n. 659, e successive modifica- zioni, è obbligatoria nel caso di finanzia- menti o contributi per un importo che nel- l’anno superi i 5.000 euro.
4. È fatto divieto ai partiti politici di assu- mere partecipazioni in società tramite società fiduciarie o per interposta persona e di inve- stire la propria liquidità in strumenti finan- ziari diversi dai titoli emessi dallo Stato ita- liano.

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Art. 6.
(Partecipazione alle competizioni elettorali e accesso al finanziamento pubblico)
1. L’acquisizione della personalità giuri- dica e la pubblicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale ai sensi dell’articolo 8 co- stituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni elettorali.
2. Accedono ai rimborsi delle spese per le consultazioni elettorali e a qualsiasi ulteriore eventuale forma di finanziamento pubblico esclusivamente i partiti politici che rispet- tano i requisiti di democrazia interna e di trasparenza di cui alla presente legge e che hanno ottenuto l’elezione sotto il proprio simbolo di almeno un rappresentante nelle relative consultazioni.
3. I rimborsi per le spese elettorali ricono- sciuti dalla legislazione vigente sono ridotti del 25 per cento per i partiti politici che non prevedano nel loro statuto l’adozione in forma stabile, eccezionalmente derogabile solo a maggioranza di almeno i tre quinti dei componenti degli organismi dirigenti collegiali del livello territoriale corrispon- dente, della procedura di cui all’articolo 4 della presente legge per la selezione dei pro- pri candidati a sindaco e a presidente di re- gione, delle proposte di candidatura, nel ri- spetto dell’articolo 92 della Costituzione, alla carica di Presidente del Consiglio dei ministri e per la selezione dei propri candi- dati alle assemblee rappresentative per le quali sono previste l’elezione nell’ambito di collegi uninominali e l’assegnazione dei seggi tra le forze politiche con formula mag- gioritaria.

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Art. 7.
(Certificazione esterna del rendiconto di esercizio e controllo della Corte dei conti)
1. Una società di revisione iscritta nel- l’albo speciale tenuto dalla CONSOB ai sensi dell’articolo 161 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, e successive modificazioni, verifica, nel corso dell’esercizio, la regolare tenuta della contabilità sociale; la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili; che il bilancio di esercizio corrisponda alle risultanze delle scritture contabili e degli ac- certamenti eseguiti e che sia conforme alle norme che li disciplinano. La società di revi- sione esprime un giudizio sul bilancio di esercizio secondo quanto previsto dalla nor- mativa in materia.
2. Il controllo di conformità alla legge del rendiconto, della relazione e della nota inte- grativa nonché di ottemperanza agli obblighi di legge sono effettuati dal collegio istituito presso la Corte dei conti ai sensi dell’arti- colo 12, comma 2, della legge 10 dicembre 1993, n. 515. Per l’effettuazione di tali con- trolli, il collegio è coadiuvato da addetti alla revisione e dal personale ausiliario necessa- rio.
3. Nell’ambito del controllo, il collegio di cui al comma 2 invita i partiti a sanare eventuali irregolarità o inottemperanze. En- tro il 30 giugno di ogni anno, il collegio co- munica l’esito del controllo ai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Ove dall’esito del controllo per- mangano irregolarità, i Presidenti della Ca- mera dei deputati e del Senato della Repub- blica provvedono ad applicare, su proposta della Corte dei conti, una sanzione ammini- strativa pecuniaria mediante una decurta- zione dei rimborsi delle spese elettorali pro- porzionata alla gravità delle irregolarità ri- scontrate, fino a concorrenza dell’importo dei rimborsi dovuti per l’anno in corso. I

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rapporti del collegio, ivi compresi quelli in- tegrativi, sono pubblicati nel sito internet della Corte dei conti e nella sezione dei siti internet ufficiali della Camera dei depu- tati e del Senato della Repubblica di cui al- l’articolo 5, comma 2.
4. I partiti e movimenti politici nazionali trasferiscono in tutto o in parte i rimborsi per spese elettorali, percepiti in relazione alla partecipazione ad elezioni per il rinnovo di consigli regionali o delle province auto- nome, alle proprie articolazioni territoriali, aventi autonomia finanziaria e operanti nelle aree geografiche presso le quali si sono svolte le elezioni.
5. Alle articolazioni territoriali di cui al comma 4, che partecipano alla ripartizione dei rimborsi elettorali, si applicano le dispo- sizioni sulla redazione del rendiconto di esercizio di cui alla legge 2 gennaio 1997, n. 2.
6. I rendiconti delle articolazioni territo- riali che partecipano alla ripartizione dei rimborsi elettorali sono allegati al rendiconto nazionale del partito e soggetti al controllo da parte del collegio di cui al comma 2.
7. I partiti che partecipano o hanno parte- cipato alla ripartizione dei rimborsi per le spese elettorali sono soggetti fino al loro eventuale scioglimento all’obbligo di rendi- contazione di cui alla citata legge n. 2 del 1997.
8. Le disposizioni di cui al presente arti- colo si applicano con riferimento all’eserci- zio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge. Il primo rendiconto re- datto ai sensi del presente articolo deve es- sere presentato in riferimento al medesimo esercizio.
Art. 8.
(Pubblicazione dello statuto)
1. Lo statuto del partito politico e le even- tuali modificazioni apportate allo stesso de-

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vono essere pubblicati nella Gazzetta Uffi- ciale, entro un mese, rispettivamente, dalla data di iscrizione del partito nel registro delle persone giuridiche, di cui all’articolo 1 del regolamento di cui al decreto del Pre- sidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361, ovvero dalla data di approvazione delle modificazioni allo statuto.
2. Allo statuto del partito politico sono al- legati, anche in forma grafica, il simbolo, che, con la denominazione, costituisce ele- mento essenziale di riconoscimento del par- tito medesimo, e il codice etico.
3. La pubblicazione nella Gazzetta Uffi- ciale dello statuto e delle eventuali modifi- cazioni apportate allo stesso è condizione per accedere ai rimborsi delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie nonché alle agevolazioni di cui alla legge 3 giugno 1999, n. 157, ivi compresi contributi pub- blici concessi alle imprese editrici di quoti- diani e periodici anche telematici o imprese radiofoniche che risultano essere organi di partito, previsti dalla legislazione vigente in materia.
Art. 9.
(Norma di rinvio)
1. Per quanto non espressamente previsto dallo statuto, ai partiti politici si applicano le disposizioni del codice civile e le norme di legge vigenti in materia.

(AGENPARL) - Roma, 20 mag - "La proposta di attuazione dell’art.49 della Costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l’avversione del Pd per il Movimento 5 stelle. Il ddl è infatti presentato nell’identico testo in cui venne depositato nella precedente legislatura, sia alla Camera che al Senato e riguarda tutti i partiti. Era (e resta) un pezzo di programma del Pd. Si tratta dell’attuazione - ritardata per troppi decenni e sollecitata più volte anche dal Capo dello Stato - di una decisione dei costituenti di particolare rilievo e pienamente coerente con il modello di democrazia parlamentare scelto per il nostro Paese". Lo dichiara Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e Presidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama.

art 49 - Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.


ARTICOLO 21 (Domenico D’Amati)
Al Movimento 5S, per la sua novità, è lecito chiedere credenziali di democrazia. Non a tutti i partiti il nostro ordinamento riconosce la tutela costituzionale. C’è una norma, in proposito, che viene spesso dimenticata, mentre invece ha importanza fondamentale per il funzionamento del sistema democratico. Si tratta dell’art. 49 della Costituzione secondo cui “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Le parole “con metodo democratico” non stanno soltanto a significare che i partiti devono ottenere, per affermarsi, il voto dei cittadini. La conta dei voti, è l’ultima fase del confronto. Essa non è sufficiente ad assicurare il corretto funzionamento delle istituzioni. E’ necessario infatti che la convocazione dei comizi elettorali sia preceduta e seguita da un leale confronto di idee. Confrontarsi significa anzitutto incontrarsi per dialogare ovvero per ascoltare gli argomenti degli altri e proporre i propri.
Il dialogo è normalmente finalizzato al raggiungimento di un accordo. Ove questo obiettivo non sia conseguito resta il ricorso al voto. Al dovere di confrontarsi con gli altri partiti, secondo il metodo democratico, sembra che Grillo intenda sottrarsi affermando che il suo movimento, come si legge nello Statuto è un “non partito”. Ma si tratta evidentemente di un gioco di parole che non elude la realtà sostanziale.
Per conformarsi al modello costituzionale anche il meccanismo di formazione delle decisioni e di elezioni delle cariche, dovrà rispettare, nel Movimento 55, il metodo democratico. I parlamentari del Movimento 5S hanno il diritto-dovere di confrontarsi, anche mediante loro rappresentanze, con i partiti preesistenti, trattandosi di verificare se sussistano i presupposti per un accordo anche parziale, su un comune orientamento in ordine alla soluzione dei problemi del Paese.
Rifiutare aprioristicamente il confronto significa sottrarsi a un diritto-dovere previsto dalla Costituzione. I cittadini hanno diritto di sapere perché siano eventualmente chiamati a votare. Sul fondamentale rapporto fra parlamentari ed elettori Grillo si è espresso quando ha dichiarato di non concordare su quanto previsto dall’art. 67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” Questo dissenso può essere rivelatore di una concezione autoritaria in quanto l’assoluta autonomia del parlamentare è un elementare garanzia di democrazia.
Un altro elemento di preoccupazione per il comportamento di Grillo è costituito dal rifiuto di un normale rapporto con i giornalisti. Essi hanno infatti il compito di assicurare l’attuazione in concreto dell’art. 1 della Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Il popolo, se non è compiutamente informato, ha detto la Suprema Corte di Cassazione, non è in grado di esercitare adeguatamente la sua sovranità.
11 marzo 2013