Chiara Paolin, il Fatto Quotidiano 20/5/2013, 20 maggio 2013
LE RAGAZZE VANNO AL CONSULTORIO PER DIVENTARE UOMINI FELICI
Al Consultorio Transgenere di Torre del Lago ci sono nove ragazze che aspettano il gran giorno: diventare finalmente uomini. Nella carne, nei documenti, nell’immagine che gli altri avranno di loro per il resto della vita. Stessa emozione che sette ragazzi vivranno nell’altra direzione: “mtf”, cioè male (maschio) to female (femmina). Regina Satariano li conosce uno per uno quegli occhi, quei sogni. Da cinque anni dirige il Consultorio, luogo unico in Italia - insieme al Mit di Bologna - dove chiunque può bussare e dire: forse il mio corpo è sbagliato, potete darmene un altro?
“La risposta è un abbraccio e una doccia fredda: anche quando il cambio di sesso è la soluzione giusta, davanti c’è un percorso massacrante” spiega la Satariano. Aggiungendo, con franchezza toscana: “Noi lo diciamo chiaro e tondo che nascere transessuali non è una fortuna, però ce la si fa a trovare un equilibrio”. Da lei arrivano ragazzini di 16 anni, spesso con la mamma a fianco, e tante idee in testa: il sesso, l’attrazione, l’omosessualità confusa con l’esigenza di trovare la forma fisica più giusta per l’anima in dotazione. “Una responsabilità enorme - conferma la direttrice -, che richiede un approccio professionale. Abbiamo un team di psicologi per aiutare la persona a fare chiarezza. Se si accerta l’esigenza di andare verso la transizione, cominciano le analisi, le terapie ormonali, il protocollo previsto dalla legge. Alla fine si chiede il permesso alle autorità, e lì intervengono i nostri legali: la burocrazia è infernale”.
EPPURE, PASSO DOPO PASSO, la metamorfosi prende vita. E la società intorno osserva, indecisa sul da farsi: la comunità trans italiana conta 50 mila unità, un piccolissimo gruppo sociale che fatica a trovare identità e interlocutotori. Spesso l’associazione mentale più automatica è la prostituzione: “Il tema esiste, inutile negarlo - ammette Satariano -. Basta dire che ormai le ragazze sono più dei ragazzi nelle liste d’attesa: spesso chi ha il pene si dà alla prostituzione per fare soldi in fretta e operarsi all’estero. Invece dobbiamo far capire a tutti i transessuali che l’intervento è un diritto da pretendere qui, in Italia”. In teoria è già così, ogni cittadino può scegliere la struttura abilitata a sviluppare la transizione ottenendo cure gratuite. “Poi niente è semplice - traduce Satariano -. Noi siamo riusciti a far approvare la legge regionale che prevede l’operatività dell’iter, ma a parte Toscana ed Emilia Romagna non c’è nulla nelle altre regioni. I colleghi delle associazioni lottano ovunque, però i politici di solito si girano dall’altra parte”.
E anche quando i soldi arrivano, la prudenza resta. La prima cifra stanziata per il Consultorio dall’allora assessore alla sanità, Enrico Rossi, fu di 10mila euro: solo il volontariato ha permesso di far crescere la struttura. “Abbiamo rendicontato ogni centesimo, perché non tutti sono stati felici in questi anni di dare i soldi a noi. Ma abbiamo la soddisfazione di avere adesso uno stanziamento da 80mila euro e la copertura per i prossimi tre anni. Perchè è giusto garantire i diritti di tutti, e perchè sono soldi investiti nella salute di persone che altrimenti sarebbero preda di antidepressivi, droghe e infelicità. Siamo un ottimo investimento, fidatevi di noi”.