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 2013  maggio 20 Lunedì calendario

L’ULTIMA SFIDA DEL CHAVISMO: CARTA IGIENICA «POR EL PUEBLO»

Nessuno, nelle bidonville e nelle case minime di Caracas e Puerto Cabello, si è mai sognato di avere diritto a dieci piani di morbidezza, anche se essi do­vessero poi tradursi, come mol­ti dicono, in dieci rotoli di conve­nienza. Però vivere sempre all’ undicesimo, metaforico piano, dove il magico rotolo che si di­spiega in un vittorioso crescen­do non arriva mai: anche questo è seccante, diciamo la verità. E tuttavia, finchè c’era Lui, col suo carisma, con i suoi discorsi di sei ore che inducevano un lieto tor­pore da nirvana socialista, quel piccolo sacrificio offerto alla Pa­tria sembrava poca cosa. Per avere roba così chic, addi­rittura a due veli, magari anche con certe liete figurine stampa­te in rilievo, in un soave azzurri­no, bisogna aver venduto il coso, cioè l’anima, al diavolo del ca­pitalismo, spiegava alle masse il molto compianto presidente Hugo Chavez.
Per i più sobri culi bolivariani, avvezzi a un regime di vita più spartano, il secondo velo è un di più, andiamo!, predicava il pre­sidente scomparso il 5 marzo scorso; e se il colore della carta ti­ra sul grigino, invece che sul bianco candido, che ce ne im­porta? Ne guadagnerà l’ambien­te. Quanto al velo singolo, e agli imbarazzanti inconvenienti che ne scaturivano, con certe po­derose b­estemmie che prorom­pevano dai bagni di casa e dei lo­cali pubblici, erano pur sempre nulla, comprese certe increscio­se sbaffate sui muri di certi cessi metropolitani, di fronte alla co­struzione della revolucion boli­variana.
Tutto questo, fino a quando la carta igienica c’è stata. Ora, vi­sto che l’economia del Paese sta andando a rotoli, manca anche quella. E siccome dietro questa penuria, dice il regime, c’è il soli­to complotto dell’opposizione, che accusa il delfino di Chavez di aver vinto le elezioni imbro­gliando, ecco la contromossa di Nicolàs Maduro, il neo presiden­te venezuelano: importare dall’ estero dieci portaerei, venti por­taerei, e navi container quante ce ne vorranno rigurgitanti di preziosi rotoli. Quanti? Almeno 50 milioni di pezzi, toh!, allarghiamoci. Cinquanta milioni di rotoli per saturare il mercato e prevenire l’ennesima campa­gna denigratoria contro il nuo­vo esecutivo legato all’eredità di Chavez. Perché di questo si trat­ta, giacché non è vero, dice il cha­vista Maduro, che manchi la car­ta igienica. Sono i nostri nemici, ovvero i nemici del popolo, che l’hanno fatta sparire, incettan­dola o inducendo la popolazio­ne ad acquisti eccessivi spargen­do la falsa notizia che ci sarà poco da srotolare, di qui in avanti. Ad ogni buon conto, niente pau­ra. «La campagna dei media e dell’opposizione che puntano a perturbare il Paese non passe­rà», dice il ministro per il commercio estero Fleming. I rotoli dun­que arriveran­no, anche se non saranno proprio dieci piani di morbi­dezza. Li piaz­zeranno stra­tegicamente, c’è da scommetterci, per nascondere gli scaffali cicli­camente privi di zucchero, o farina, o latte, o riso. Perché trovare questi generi di pri­ma necessità, in un Paese che esporta milioni di bari­li di petrolio, è diventato curiosamente problemati­co. L’opposizione accusa le stra­vaganti politiche economiche chaviste e post chaviste. Anche se la verità va cercata forse nell’ alta inflazione e nelle politiche di controllo dei prezzi e dei cam­bi introdotta da Chavez e fatta propria dal suo successore.
Sicché si va avanti con cervel­lotici interventi tampone. Mancano la farina, il riso, i fagioli? Ecco pronto un piano per l’approv­vigionamento di 760 mila ton­nellate di beni alimentari. Man­ca la carta igienica? Pronta la car­ta igienica. Un giorno una cosa, un giorno l’altra. Ma tutto e subi­to, lo sanno anche i bambini, non si può avere!