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 2013  maggio 20 Lunedì calendario

L’ADDIO DI BECKHAM PER IL FOGLIO DEI FOGLI

«Non calcia di sinistro, non segna molto, non colpisce di testa e non va in tackle. A parte questo, è a posto» (David Beckham secondo George Best, leggendaria ala del Manchester United). [1]

«Quando ho deciso di lasciare? Quando Messi mi ha sorpassato in corsa». [2]

Domenica 26 maggio contro il Lorient sarà l’ultima partita da professionista di Beckham che a 38 anni ha annunciato il suo ritiro.

Beckham ha giocato 718 partite ufficiali, 115 in nazionale (58 volte capitano). Ha vinto sei campionati in Inghilterra, uno in Spagna, due negli Stati Uniti, uno in Francia. Ha conquistato una Champions League e un campionato intercontinentale. [3]

Nome completo David Robert Joseph Beckham, nato il 2 maggio 1975 a Leytonstone, nord est di Londra, lo stesso sobborgo di Alfred Hitchcock. [4] Padre montatore di cucine, mamma parrucchiera, nonno tipografo. Il suo primo contratto (nel ’91): 35 euro a settimana. [5]

Puntualissimo e gran lavoratore, nonostante la pressione dei media, le passerelle, lo scetticismo di alcuni allenatori, che poi lo hanno visto all’opera e si sono dovuti ricredere. «Capello, ad esempio: lo mise ai margini a Madrid, tranne poi recuperarlo e vincere la Liga grazie anche al suo apporto». [6]

«Beckham è al livello di Zambrotta, solo che ha una moglie diversa e comunica con le adolescenti» (Giampiero Mughini). [7]
Quand’era a Manchester rivelò candidamente di indossare sotto la divisa da gioco le mutandine in pizzo della moglie. Una volta sir Alex Ferguson gli lanciò uno scarpino che lo colpì sul sopracciglio. Col Manchester giocò in tutto (ultima stagione la 2002/2003) 391 partite segnando 79 reti. [8]

«Quando David mi passa accanto, mi sento scosso, toccato da un’emozione» (Ronaldo). [9]

Nel 2004 celebritystudy.com condusse un sondaggio per scoprire chi fosse l’eroe preferito dai giovani britannici (2.500 intervistati): Beckham arrivò primo, 123esimi e ultimi Gesù e Bush. [10]

Quando passò ai Los Angeles Galaxy, nel 2007, fece vendere 600 mila magliette con il suo nome. [11]

A Parigi ha vissuto fin’ora nella suite imperiale del Bristol, un piano privato che costa 17 mila euro a notte (colazione inclusa). [12]

Matrimonio principesco con l’ex Spice Girl Victoria, da cui ha avuto quattro figli: Brooklyn, Cruz, Romeo e Harper. «E poi l’amicizia con i reali d’Inghilterra, i tatuaggi di ogni ordine e grado, l’attività di testimonial pubblicitario (le donne ricordano ancora sognanti le sue gigantografie in mutande sui muri dei palazzi di mezzo mondo)». [4]

«Sempre la storia dell’uomo copertina. Sempre la storia di Beckingham Palace, delle 16 stanze, 14 auto, 2 cavalli. Lui e la moglie, ricca, bella, in vista. Avrebbe dovuto essere più scontroso per essere rispettato. In vent’anni gli hanno sezionato la vita, lui li ha fatti accomodare e così ha pagato il pegno». [13]

Ha accumulato un patrimonio di 210 milioni di euro. Con Armani, firmò un contratto da 28 milioni. Con Gilette da 50. Con Pepsi da 3. Con la Super League cinese da 50 e altri 28 con Adidas, Sainsbury e Samsung. [14]

«Beckham mi è sempre piaciuto perché è un calciatore che quando è fuori dal campo non sembra un calciatore. Potrebbe fare l’avvocato, il medico, o anche l’attore. Pacato, parla poco, ha un bel modo di fare» (Giorgio Armani). [15]

I bookmaker quotano a 9 una panchina in Premier League per Beckham, a 26 quella dello United, a 51 il ruolo di ct inglese ai Mondiali del 2014. L’incarico di Primo ministro britannico è dato 500 a 1. [16]

(a cura di Luca D’Ammando)

Note: [1] Emilio Marrese, la Repubblica 12/3/2005; [2] Deborah Ameri, Il Messaggero 17/5; [3] Alessandra Bocci, La Gazzetta dello Sport 17/5; [4] Roberto De Ponti, Corriere della Sera 17/5; [5] Emanuela Audisio, la Repubblica 17/5; [6] Alessandra Bocci, La Gazzetta dello Sport 17/5; [7] Alberto Piccinini, il manifesto 5/1/2005; [8] Giulia Zonca, La Stampa 23/10/2008; [9] Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5; [10] La Stampa 26/1/2004; [11] Massimo Lopes Pegna, La Gazzetta dello Sport 27/11/2012; [12] Giulia Zonca, La Stampa 19/3; [14] Stefano Boldrini, La Gazzetta dello Sport 17/5; [15] Elmar Burchia, Corriere della Sera 17/8/2010; [13] Giuseppe De Bellis, il Giornale 17/5; [15] Alessandra Bocci, La Gazzetta dello Sport 19/1/2009; [16] il Giornale 17/5.