varie, 20 maggio 2013
LA SIGARETTA ELETTRONICA PER IL FOGLIO DEI FOGLI
«La si vede dappertutto. In treno attempati signori se la portano alla bocca ed esalano nuvolette biancastre negli scompartimenti dove il fumo sarebbe vietato; ragazzi davanti a una discoteca la pippano con ardore; signore cinquantenni la estraggono dalla borsetta di Prada e fanno lunghi e voluttuoso tiri. Ma cosa avrà di così imperdibile questo nuovo gadget del fumo?». [1]
Tabagisti in Italia: 11,6 milioni, il 22,3 per cento dei 52 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni. [2]
Fumatori di sigarette elettroniche in Italia: due milioni. [3]
Le e-cigarette non si fumano, si svapano. Vaping, in inglese. «Vengono in mente le pastiglie anti zanzare e il dubbio di stare inghiottendo insetticida» (Annalena Benini). [4]
Fu l’americano Herbert A. Gilbert il primo a depositare il brevetto della sigaretta elettronica, nel 1963. «Sono dovuti trascorrere cinquant’anni, e morire circa sei milioni di tabagisti l’anno, perché le e-cigarette si guadagnassero un posto negli scaffali dei negozi». [5]
Nel 2003 un farmacista cinese perfezionò il modello di e-cigarette. «I primi esemplari usa-e-getta si rivelarono un mezzo flop. Nell’imitare le fattezze della sigaretta tradizionale costringono il nebulizzatore in un cilindro ridotto che limita la potenza di emissione del vapore e quindi l’aspirazione. Nel 2008 arrivano le versioni nuove che assumono la forma di una specie di pipa. L’aumentata dimensione consente di potenziare il sistema di vaporizzazione, la durata della batteria, personalizzare gli aromi. I nuovi modelli, evoluti anche nel prezzo (40 euro e più), hanno batterie al litio e il cartomizzatore trasmette una carica elettrica che brucia il liquido collegato con due filamenti impregnati nel serbatoio. L’aspirazione si fa più piena e appagante». [6]
Quando il condensatore della sigaretta elettronica si scalda produce vapore, particelle di glicerolo e (solo se l’e-fumatore la introduce nella miscela) nicotina in quantità variabile. Per il resto nel fumo non c’è catrame, né monossido di carbonio e neppure le altre quattromila sostanze presenti tradizionali sigarette. E poi manca la combustione e si evita così l’inalazione di fumi ad alta temperatura. [7]
In Un anno sognato pericolosamente (Ponte alle Grazie) il filosofo sloveno Slavoj Zizek scrive che le e-cigarette «si presentano come dispositivi cilindrici delle dimensioni di una penna a sfera». Marco Belpoliti: «Già questa somiglianza con lo strumento della scrittura a mano è interessante; somigliano anche alle sigarette (sigarette con il bocchino, come usavano un tempo le signore, così che quando le utilizzano i maschi, fanno uno strano effetto) o ai sigari veri. E la domanda si pone: “È una droga o un medicinale?”». [1]
Anche Sergio Marchionne, tabagista accanito da due pacchetti di sigarette al giorno, è passato alla sigaretta elettronica. [7]
Visti fumare sigarette elettroniche Leonardo DiCaprio, Katherine Heigl, Kate Moss, Lindsay Lohan, Johnny Depp eccetera. [4]
«Confesso che, ogni tanto, ho ancora voglia di fumare: fosse pure l’ultima sigaretta del condannato. Ogni tanto ho addirittura desiderio di mangiare, bere, farmi magari un caffè o addirittura un bicchiere: tutte cose che fanno male, giacché vivere fa terribilmente male» (Filippo Facci). [8]
Per chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno, la spesa mensile è di circa 138 euro, mentre per chi fuma sigarette elettroniche, dopo l’investimento iniziale che va da 30 a 80 euro, la spesa mensile è di 25-30 euro, pari al costo di cinque-sei flaconi di ricarica. [7]
Dal punto di vista commerciale nel nostro Paese la sigaretta elettronica è assimilata a un profumo, particolare che dà alle imprese diversi vantaggi: possono fare pubblicità e non pagano le accise che gravano sui tabacchi. [9]
Ogni settimana aprono venti nuovi negozi di sigarette elettroniche in Italia. [9]
A Torino nell’ottobre del 2010 ha aperto il primo shop fisico di e-cigarette d’Europa. Oggi sono circa 1.500 i negozi che vendono e-cigarette per un giro d’affari nel 2012 di 350 mila euro. [10]
La società di analisi Euromonitor stima che il 5 per cento della popolazione diventerà fumatore digitale nei prossimi cinque anni. [7]
In America, dove l’e-cigarette ha già conquistato tre milioni di persone e secondo la Goldman Sachs quest’anno genererà un fatturato di un miliardo di dollari, le multinazionali del tabacco si stanno attrezzando: Lorilland si è comprata Blu ecig, Bat ha preso Cn Creative e Rj Reynolds sta sviluppando un proprio prodotto digitale. Philip Morris prevede di lanciare una versione salutista con il marchio Marlboro nel 2016. [5]
La Cina ha vietato le sigarette elettroniche. [11]
In Italia non esiste una regolamentazione nazionale in materia. L’unica norma è quella che vieta la vendita ai minori di 18 anni.
Il primo comune italiano che ha bandito la sigaretta elettronica dagli uffici pubblici è stato Lomazzo, in provincia di Como. In Toscana è vietata fumarla in bar e ristoranti, così come in Veneto; a Vicenza nel palazzo comunale; a Cantù anche nei negozi. Divieti anche sui vagoni Trenitalia, Italo e Trenord e sui voli Alitalia, sulle crociere Costa e nei Mc Donald’s. [10]
Che la sigaretta elettronica non faccia male non è stato ancora provato. L’ultimo dossier medico arriva dall’Università di Atene, che ha valutato gli effetti di dieci minuti di elettrofumo su diversi pazienti. Conclusione: può danneggiare ugualmente bronchi e polmoni, alterandone l’elasticità e la capacità. [9]
L’Organizzazione mondiale della sanità accusa le sigarette elettroniche di ostacolare la lotta al tabagismo. Il fatto che possano essere utilizzate dappertutto rappresenterebbe uno stimolo al fumo, in più non c’è alcuna prova che aiutino a smettere e in vari casi, per veicolare la nicotina, vengono utilizzate sostanze potenzialmente nocive. [9]
Il Royal College of physicians (l’ente inglese dei medici specialisti) l’ha etichettata come «irrazionale e immorale». [5]
Bastano 10 mg di nicotina per uccidere un bimbo, 30-60 per un adulto e un flacone di quelli utilizzate per l’e-cigarette contiene fino a 1 grammo di nicotina. [6]
A fine dicembre l’Iss ha emanato un parere che a molti è sembrata una stroncatura netta: «Ci sono elementi che devono ancora essere chiariti riguardo la tossicità». [6]
«È un oggetto-gadget che cattura la libido con la promessa di provare un piacere smisurato, ma che in realtà riproduce la mancanza stessa di piacere» (il filosofo Slavoj Zizek). [1]
Note: [1] Marco Belpoliti, La Stampa 4/3; [2] Maria Corbi, La Stampa 13/1; [3] la Repubblica 17/5; [4] Annalena Benini, Il Foglio 19/10/2012; [5] Giulia Vola, Gioia 27/8/2012; [6] Thomas Mackinson, il Fatto Quotidiano 28/1; [7] Mikol Belluzzi, Panorama 31/1; [8] Filippo Facci, Panorama Economy 11/11/2010; [9] Alberto Fiorillo, il Venerdì 4/1; [10] Vladimiro Polchi, la Repubblica 17/5; [11] Thomas Mackinson, il Fatto Quotidiano 24/2.