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 2013  maggio 18 Sabato calendario

“AD ARCORE BALLI SEXY E LAP DANCE MA NON HO FATTO SESSO CON SILVIO”

MILANO — Alla fine Karima-Ruby sembra soddisfatta, ma viene da chiedersi di che cosa mai possa esserlo. Senza volerlo, anzi arrivata ieri a Milano con l’intento opposto, la «parte offesa » ha portata acqua al mulino dell’accusa. Ha reso più palpabile la concussione di Silvio Berlusconi ai poliziotti nella notte del suo rilascio. Ha sbugiardato dall’interno le prime versioni sulle «cene eleganti». E quel ripetere e ripetere che le sue telefonate sui soldi da parte di Berlusconi erano «millanterie», ha reso evidente, anche ai meno sospettosi, che una trattativa sui soldi tra lei è il mondo berlusconiano andava nascosta il più in fretta possibile. Vediamo i fatti, ascoltiamo le parole.
LA NOTTE IN QUESTURA
Chiamata ieri dal giudice Anna Maria Gatto al processo che vede imputato il trio Fede-Mora-Minetti, Ruby parla a largo raggio: «Non so se quella notte sono stata affidata a Nicole Minetti o a Michelle Coinceicao. Io pensavo - dice la giovane - di entrare in una comunità. In passato, quando la polizia mi riprendeva, mi era sempre andata così». A Milano no: l’eccezione tra il 27 e il 28 maggio 2010 dipende dalle telefonate a ripetizione da Parigi di Silvio Berlusconi, che manda in questura «il consigliere ministeriale Minetti». «Io - prosegue Ruby - ho detto ai poliziotti di avere 17 anni (...) e sono andata nell’ufficio di una ragazza in divisa, molto carina», e cioè il commissario Giorgia Iafrate. «Là c’erano Nicole, Michelle e Miriam Loddo, sì erano là, ho parlato con loro mentre aspettavo. La poliziotta usciva dall’ufficio, tornava, e quando mi ha detto che non sarei entrata in comunità, è stata per me una liberazione». Quando Ruby va a casa di Michelle, «Ho capito in quel momento che lavorava come escort». Liberata per essere abbandonata?
NIENTE SESSO
Ruby si dipinge del tutto diversa dalle varie escort che frequenta e delle quali ha i numeri di telefono: «No, non mi sono mai prostituita», e «Mai avuto rapporti intimi con Silvio Berlusconi ». L’accusa non le crede: questa ragazza, arrivata a Milano dalla Sicilia con un solo trolley, era finita subito a casa di una finta amica, Simona «Loca » («Pazza»). Una che faceva la prostituta negli alberghi. Anche Ruby, come dice più d’un teste, sventolava banconote da 500 euro ben prima di conoscere Berlusconi. Lei però ieri ha detto: «Facevo serate in discoteca, e mi davano 100 euro, e non accadeva spesso». Dunque da dove prendeva quelle banconote?
EURO IN CONTANTI
«Sono andata ad Arcore cinque, sei, sette volte. Ho sempre ricevuto tutte le volte delle buste con 2mila o 3mila euro ». Chi la portava, dopo la prima volta: «Mi chiamava direttamente il presidente Berlusconi». La parte offesa Karima El Mahroug, che compirà 21 anni il prossimo novembre, e Berlusconi, che a settembre ne compirà 77, diventano in breve amici: «Ho insisto io per raccontargli il mio sogno di aprire un centro estetico, cosa che per l’età e per la mancanza di documenti - attenzione a quanto Ruby sta dicendo non riuscivo a fare». Berlusconi acconsente e organizza una serata a tu per tu.
La versione di Ruby rilancia un Berlusconi con il cuore d’oro, che l’aiuta gratis et amore dei: rappresentazione che piace ai fedelissimi. Ma analizziamo i fatti: Ruby è senza documenti, lo dice lei. Aggiunge: «Gli ho chiesto un aiuto, un prestito. E ho insisto io per incontrarlo da sola, al di fuori delle cene e delle serate. Mi ha detto che voleva qualcosa di scritto, poi ci avrebbe
pensato lui».
Come? Ruby passa la notte ad Arcore, poi viene mandata dal ragionier Spinelli, che darà a Ruby, prima della fine di aprile, una busta con 30mila euro in contanti, in banconote da 500 mila. E Ruby come rispetta il suo sogno da estetista? Non compra i macchinari né trova i locali. Non rendere conto al buon samaritano dei soldi: li spende e spande, affittando persino una macchina con autista per spostarsi in Sicilia. Al ritorno dal viaggio, rieccola ad Arcore.
CENE ELEGANTI CON STRIP
Finisce a pezzi anche la prima versione dell’ex Presidente del Consiglio sulle cene eleganti. «Nicole Minetti racconta in aula Ruby Rubacuori - era vestita da suora e ballando alzava le gonne (...) si è tolta i vestiti ed è rimasta in biancheria intima». Non è un’immagine che rispecchia le dichiarazioni scandalizzate di Silvio Berlusconi, quando all’inizio dello scandalo gridava nei comizi ai cristiani di destra: «Mandate le vostre figlie a casa mia, non accade nulla di men che commendevole». Ricapitoliamo: a prendere Ruby in questura va dunque una che faceva gli spogliarelli ad Arcore (e che ha testimoniato di aver avuto una relazione con Berlusconi). E nella sala del bunga-bunga svettava «il palo della dance», recentemente smobilitato, e cancellato dalle riprese in esclusiva del Tg 5. Ma era là che Marysthelle Polanco dava spettacoli «con le maschere di Obama, e di Ilda Boccassini, con parrucca rossa e toga». C’erano infermiere sexy che «si avvicinavano a lui in modo sensuale e ammiccante », anche se i «contatti fisici» non sono stati notati da Ruby.
«CAVOLATE»
In molte telefonate Ruby parla dei suggerimenti avuti da parte di Berlusconi: «Passa per pazza, ti copro d’oro ». E il 6 ottobre viene ascoltata a Milano - lo dice lei - dall’avvocato e politico pdl Luca Giuliante a proposito del contenuto degli interrogatori che ha affrontato con i pubblici ministeri. Agli amici, al padre, alle persone a lei care, lei parla di una «trattativa». La cifra da prendere «in cambio del macchiamento del mio nome» oscilla sui 4 milioni e mezzo di euro. Ieri in aula nega: «Non so perché raccontavo cavolate », e usa molti sinonimi: «menzogne, vanterie, “panzanate”, stupidaggini, bugie». Nega tutto, telefonata dopo telefonata, finché il pubblico ministero Sangermano sbotta: «Ma lei cosa faceva? Portava avanti una strategia di falsi, vantandosi a telefono, e poi scriveva anche sull’agenda di dover prendere dei soldi? Perché mai, per mostrare l’agenda a chi la veniva a trovare? ». Il riferimento è a un famoso promemoria, nel quale Ruby aveva scritto: «4,5 milioni da B.».
I VERBALI REGISTRATI
Sarà, come in ogni processo, il tribunale a stabilire il grado della credibilità di chi parla. Ma un rischio grave è stato corso dalla ragazza quando ha parlato dei suoi verbali: «Ho rilasciato dichiarazioni non verbalizzate ai pubblici ministeri e mi è sembrato anche di aver detto tante cose che poi non ho trovato nei verbali». Un’accusa grave: purtroppo per lei, i magistrati avevano registrato gli incontri. Rapida marcia indietro, incidente chiuso: ma il fatto è che nemmeno una ragazza intelligente come Ruby, assistita dall’avvocato Paola Boccardi, poteva tenere tutto controllo nelle sei ore di deposizione (e si riprende il 24 maggio).
Fuori dall’aula, il centrodestra può usare come argomenti difensivi «l’odio della magistratura politicizzata», o il moralismo «contro uno stile di vita ». Dentro l’aula cambia la musica. Come ha spiegato a Ruby la giudice: «Questa non è un’intervista tv».