Emanuele Scarci, Il Sole 24 Ore 17/5/2013, 17 maggio 2013
BARILLA RADDOPPIERÀ CON BRASILE E ASIA
MILANO
Parte l’assalto di Barilla al mercato brasiliano e subito dopo a quello asiatico. L’obiettivo è raddoppiare il fatturato, a oltre 6 miliardi, in 8 anni. Significa crescere ogni anno (compreso quello attuale) di 350 milioni, intorno al 10% per esercizio. Uno sforzo enorme per qualsiasi multinazionale «ma che noi realizzeremo – ha spiegato, ieri, l’ad Claudio Colzani nel corso di una presentazione a Milano – sia per crescita organica sia per acquisizioni. Le acquisizioni saranno coerenti con le categorie di prodotti e per zone geografiche: porteremo il primo piatto all’italiana in ogni angolo del mondo rafforzando la leadership nei prodotti da forno». Come dire che le "prede" dovranno essere concentrate sul business della pasta e dei condimenti. E dovranno operare in Brasile e in Asia, «le aree di crescita aggressiva».
E le munizioni per la campagna acquisti milionaria? Intanto il 2012 «si è chiuso con risultati soddisfacenti – ha detto Guido Barilla – considerata la situazione di mercato. L’organizzazione ha tenuto bene». Le vendite di pasta in Italia però sono in calo, dal 2009, mediamente del 2,2% l’anno, e nel primo trimestre 2013 segnano un -2,6%. A fine aprile, il gruppo Barilla registra una crescita dei volumi del 4%, del fatturato del 3-4% e un Mol del 12,5%.
Nello scorso esercizio i ricavi consolidati sono saliti del 2% a circa 4 miliardi (60% nel forno e 40% nella pasta), con un Mol di 433 milioni (477 l’anno) e un utile di 60 (76). La gestione operativa ha risentito della recessione in Italia (dove Barilla realizza il 40% del fatturato) perché «abbiamo scelto di non trasferire al consumo – ha spiegato Colzani – gli aumenti delle materie prime».
Un dato su cui l’azienda evita l’enfasi è quello del debito netto sceso di 134 milioni nell’esercizio ma che, in realtà, è la chiave dello sviluppo: le banche finanziano le aziende solo se la situazione finanziaria è sostenibile. Oggi il rapporto Mol/fatturato di Barilla è 1,3, «un rapporto buono – osserva Paolo Barilla – Negli ultimi 3-4 anni si è normalizzato pur in assenza di crescita del mercato. E quest’anno scenderà ancora». A quando lo shopping di aziende (con le quote di mercato)? «In Sudamerica se non si raggiungono certi volumi è inutile – frena Paolo Barilla –. Faremo investimenti consistenti nella prossima decade: vedremo se dal 2014 o più avanti. Intanto, in questi giorni, la nuova offerta di pasta e sughi Barilla prodotti in loco sta arrivando sugli scaffali dei supermercati brasiliani. Dai 18 milioni del 2012 contiamo di raggiungere 100 milioni di ricavi entro il 2016». Nelle prossime settimane dovrebbe concludersi, con l’assenso dell’Antitrust, la cessione del gruppo tedesco di prodotti da forno Lieken: fatto che dovrebbe migliorare il rapporto debito/Mol, anche se il fatturato consolidato perderà circa 800 milioni.
Per Brasile e Asia inutile parlare di "pasta all’italiana" per il semplice fatto che i gusti locali sono molto diversi. Infatti «in Brasile – spiega Colzani – preferiscono una pasta di grano tenero prodotta con uova. La mangiano alla domenica la "macaronada", insieme a carne o pesce. Per il Brasile abbiamo sviluppato 5 sughi diversi e inizieremo la penetrazione da San Paolo, dove ci sono 3 milioni di consumatori di origini italiane». Ancora più difficile in Asia, dove ignorano persino l’uso dello scolapasta. «A Singapore – conclude Paolo Barilla – si è insediato un nostro team che sta studiando il mercato e approfondire le opportunità. "Customizzare" (cioè adattare ndr) il prodotto è un fattore strategico».