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 2013  maggio 18 Sabato calendario

GERMANIA, ELEZIONI MOLTO DIVERSE

In Germania non tutto è perfetto. Io, ad esempio, ho un problema: tagliarmi i capelli. Per un uomo, qui a Berlino, non è facile. Con 10 euro te la cavi da un turco, non è che il risultato sia eccezionale. Appena cominci a esprimere particolari desideri, ti guardano con sospetto.

Questi sono capricci femminili. I colleghi tedeschi sono tutti di una certa età, e anche loro propenderebbero per uno stile unico, quello che quando andavo a scuola si chiamava «a spazzola», e che ho sempre odiato. Ero capriccioso e vanitoso già da piccolo. Però ti stanno a sentire, con scarsi risultati: si esce con l’aspetto di una Ss in licenza, taglio virile ma borghesemente trascurato.

L’unica alternativa è andare da un parrucchiere unisex. In realtà, sono saloni per signore che fanno un’eccezione per i mariti. Ti ritrovi in minoranza, guardato con fastidio dalle clienti che non possono chiacchierare liberamente in tua presenza. Ti offrono anche un caffè, o un tè, tisane alle erbe più strane. Qui non sussultano se esprimi un desiderio, sono loro a non lasciarti in pace: parlano di Berlusconi, l’Italia se la caverà?, non vuoi tingerti anche tu i capelli, no?, non sei italiano?

Ci ho messo una vita a ottenere una chioma argentea come Stewart Granger o Richard Gere. È una lotta dura per non ritrovarmi con capelli dai riflessi di plastica. Però anche qui non mi capiscono. Io voglio che non si veda che sono andato dal barbiere, come insegnava Lord Brummel. Loro, da tedeschi, sono parsimoniosi: desidero davvero tornare tra due settimane? Non mi credono, ed esagerano. Si deve andare da un salone unisex, ma prendere appuntamento da una Frau parrucchiere. Così mi faccio raccomandare da mia moglie. Anche lei è scontenta, e cambia spesso. La fanno pagare di più perché ha capelli molto folti. Ci vuole più tempo, le spiegano. Le signore tedesche hanno pochi riccioli, anzi non hanno riccioli, capelli chiari e fini. Non è una questione di soldi, si lamenta Fernanda, lei si sente discriminata razzialmente. Così quando posso, vado a Milano a tagliarmi i capelli, ma non posso sempre quando dovrei.

Ora, Frau Angela in campagna elettorale si sta occupando del mio problema. Ma sempre parlando di soldi, vizio prussiano. I parrucchieri, anzi, fanno da apripista per altri milioni di lavoratori. Sono pagati poco, e da quest’estate avranno diritto al Mindestlohn, la paga minima oraria. Da estendere poi a tutti i lavoratori? I verdi propongono almeno 7,50 euro all’ora, quasi come in Gran Bretagna (7,10). Die Linke vuole arrivare a 10, superando la Francia, dove è fissata a 9,43. Nella vicina Polonia siamo a 2,21 euro. Il governo è indeciso. Oggi, circa 4 milioni guadagnano meno di 6 euro, di cui un milione e mezzo è sotto i 4. L’ho presa alla lontana per far capire di che cosa si occupano i partiti in campagna elettorale.

All’Est i parrucchieri dovranno essere pagati almeno 6,50 all’ora, all’Ovest un euro di più. Dal 2015, per tutti almeno 8,50. Il che significa per molti guadagnare il doppio. Oggi, la paga normale è di 4 o 5 euro all’ora. All’Est, in genere non si arriva ai 700 euro mensili al lordo, circa 400 al netto. Che corrisponde a un minijob, 400 euro appunto, su cui non si pagano tasse, e i contributi vengono versati anonimamente. Molti parrucchieri, aiutanti o no, preferiscono questa formula. All’Ovest si arriva al doppio, che al netto non è gran cosa. La sinistra ritiene che si creeranno un paio di milioni di posti regolari (non solo nei saloni, ovvio), la Merkel teme che si perderanno oltre un milione di posti. «Guadagniamo già troppo poco», si lamentano i proprietari, «se alziamo le paghe sarà meglio chiudere».

I clienti accetteranno di pagare di più, o si taglieranno i capelli in casa, come faceva Frau Angela agli inizi della carriera? Poi è andata dal principe delle chiome, e i risultati si notano. Ci sono andato anch’io, ma ho solo pagato quanto in Italia: der Prinz, il principe, si preoccupava solo dei clienti Vip, come la Cancelliera, e lasciava gli altri come me alle cure dei lavoranti, pagati bene o male non lo so. Scherzi a parte, il Mindestlohn è una questione seria, e potrebbe contribuire a decidere il voto, e dunque le sorti della Germania e dell’Europa. Dipenderà dal parrucchiere se Angela continuerà a governare i suoi tedeschi, e noi?