Raffaello Masci, La Stampa 19/5/2013, 19 maggio 2013
IMU, CENTOMILA SONO NEL CAOS: HANNO GIA’ PAGATO
Varato il decreto sull’Imu e la cassa integrazione in deroga le due grandi urgenze del momento - ora il governo dovrà affrontare due tematiche difficili e connesse: la prima è la revisione della tassazione sugli immobili per la quale l’esecutivo medesimo si è dato una scadenza nel 31 agosto prossimo. La seconda è la piena copertura economica di quel miliardo stanziato per la cassa in deroga.
L’Imu è la questione delle questioni. Intanto è investita di una forte valenza politica, in quanto il Pdl (partito che ha la golden share del governo) ha fatto della sua abolizione totale la propria bandiera elettorale. Non si sa se si riuscirà ad ottenere un obiettivo del genere, dato che si tratterebbe di trovare «altri» 4 miliardi solo per coprire il mancato gettito, ma il partito di Berlusconi canta lo stesso vittoria, nonostante Epifani ribatta, che «l’enfasi di ieri nasconda un problema per lui».
Ma di fatto, il governo ha acceso un timer spietato che batte i colpi ogni giorno: entro la fine di agosto si deve rivedere completamente la tassazione sugli immobili, compresi quelli ad uso industriale e commerciale (che valgono quasi 7 miliardi di gettito). Se non si riuscisse a portare a termine questa revisione, il 16 settembre bisognerà pagare la rata Imu ora sospesa. E dato che a metà dicembre andrebbe pagata anche la seconda, le famiglie italiane si troverebbero ad affrontare una vera stangata autunnale.
Inoltre lo slittamento dell’Imu riguarda solo la prima casa ma non le seconde abitazioni e, secondo i dati forniti dai Caaf (i centri di assistenza fiscale) ci sono almeno 6-7 milioni di contribuenti che entro il 16 giugno dovranno provvedere al pagamento (100mila lo hanno già fatto e per questa ragione dovranno ora rifare il modello 730). I Caaf, però, hanno potuto distribuire ai contribuenti solo i moduli di F24, ma senza i « codici tributo» per la cui definizione e pubblicazione ci vogliono dei tempi tecnici non brevissimi. Da qui la richiesta del coordinatore della consulta dei Caaf, Valeriano Canepari, di una proroga almeno fino al 25 giugno.
Quanto alla cassa integrazione in deroga, oggi sono tutti contenti perché il governo ha provveduto con un miliardo ad integrare il fondo di 990 milioni già speso nei primi cinque mesi di quest’anno. Un miliardo è tanto, ma secondo il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, potrebbe comunque non bastare ancora (si parla di una esigenza di tre miliardi su base annua).
Senza dire che occorre verificare la copertura economica di questa misura. Del miliardo stanziato, già l’altro giorno il governo aveva indicato la provenienza di 250 milioni da un «prestito» da parte del fondo per la produttività (500 milioni per gli anni 2013 e 2014) limitatamente alla quota stanziata per l’anno in corso. Si tratta di un prelievo che va però ripristinato come richiesto da Confindustria e promesso dal premier. Altri 246 milioni verranno dal fondo per la formazione professionale. E il resto? Ieri si è appreso che 100 milioni procederanno dal Fondo per la coesione territoriale, altri 100 da quello per la cooperazione Italia-Libia del 2009 e che rimanevano da utilizzare. Il grosso apporto, poi, verrebbe dalla riorganizzazione dei fondi strutturali europei per il periodo 2007-2013, che frutterebbero altri 288 milioni per la causa. Un restante gruzzolo di 19 milioni infine - procederebbe dall’ammontare delle multe comminate dall’Antitrust . Il totale fa 1003 milioni.
Ma non è tutto: a luglio - in mancanza di decisioni di merito - scatterà anche l’aumento dell’aliquota Iva che certamente avrà un impatto negativo sui consumi. Il governo dovrà affrontare anche questa emergenza. E in fretta.