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 2013  maggio 20 Lunedì calendario

QUANTO VALE OGGI FACEBOOK?

Il 18 maggio Facebook ha compiuto un anno in Borsa. È stata un’operazione di successo per il colosso tecnologico di Mark Zuckerberg?

Forse è presto per dirlo, ma per ora sembrerebbe proprio di no. Il titolo di Facebook valeva 38 dollari al momento della quotazione, il 18 maggio 2012. Oggi è scambiato per 26 dollari: ha perso insomma il 31% nel giro di un anno. E pensare che lo scorso anno il più popolare tra i social network ha fatto segnare ricavi notevoli, pari a 5,1 miliardi di dollari, e un utile netto di 53 milioni. Risultati che hanno portato Facebook a esordire (al posto 482) in “Fortune 500”, la classifica delle 500 aziende americane che hanno registrato maggior fatturato e utili.

Sembra una contraddizione: perché il titolo scende nonostante Facebook goda – a quanto pare – di ottima salute?

Verrebbe da dire perché l’asticella era stata posta troppo in alto. Quando Facebook è sbarcato in borsa un anno fa, era stato valutato oltre 100 miliardi di dollari. Una cifra da record per una società del settore tecnologico e la terza più elevata per una quotazione in borsa. Secondo molti analisti, era però anche un valore eccessivo per un’azienda che è leader nel proprio settore, ma che ottiene entrate in grandissima parte dalla pubblicità che riesce a racimolare.

È a questo che ci si riferisce quando, per Facebook e simili, si parla spesso di «bolla tecnologica»?

Secondo alcuni esperti, i titoli e in generale le aziende del settore informatico e legate a internet rischiano di essere sopravvalutati e frutto di speculazione eccessiva. Come per tutte le “bolle” finanziarie, il pericolo è che questa fetta del mercato sia destinata a ridimensionarsi bruscamente, provocando gravi perdite tra chi ci ha investito e creando un effetto a catena.

È mai successo?

Sì, tra il 1997 e il 2000 tutto il comparto tecnologico si gonfiò fino a portare il Nasdaq, l’indice dei titoli tecnologici a New York, a quota 5.132 punti. Valori mai più avvicinati e oggi il Nasdaq viaggia intorno ai 3.500 punti. Il crollo è iniziato a marzo 2000 e molte aziende hanno dovuto chiudere. Altre sono riuscite a resistere, ma con perdite consistenti. Significativo è il caso di Amazon, che vide crollare i suoi titoli da 107 a 7 dollari. Chi li ha comprati in quel momento, oggi sta festeggiando: la quotazione corrente di Amazon è di quasi 270 dollari per azione.

Come si sta muovendo Facebook per dimostrarsi un’azienda solida e affidabile?

Zuckerberg e i suoi ripetono da tempo che il futuro di Facebook è tutto legato al mobile, quindi ai servizi per smartphone e tablet. In questa direzione va letto il lancio di Facebook Home, la piattaforma per Android – a metà tra app e sistema operativo – che ha superato un milione di download nel primo mese di vita. Un’altra strada è quella delle acquisizioni di altre startup e aziende tecnologiche di successo. Dal 2005 a oggi, Facebook ha inglobato 36 aziende: il caso più celebre è quello di Instagram, l’applicazione per condividere foto in rete, che Facebook controlla dall’aprile 2012.

Quanto guadagna Zuckerberg?

In termini di stipendio, una miseria: un dollaro l’anno. Non è una stramberia e neppure un errore. Per manager di questo livello – valeva anche per Steve Jobs – lo stipendio serve solo a soddisfare i requisiti imposti dalle leggi americane. I veri guadagni di Zuckerberg vengono dal ricco bonus che Facebook gli ha assegnato a fine 2012: 1,99 milioni di dollari. Ma c’è molto altro. Lo scorso anno, il fondatore di Facebook ha incassato 2,3 miliardi di dollari grazie all’esercizio di 60 milioni di stock option della sua creatura, prima dello sbarco a Wall Street.

Ma gli utenti di Facebook continuano a crescere?

In base all’ultima rilevazione, sì. Il 31 marzo scorso gli utenti attivi – cioè entrati nel social network almeno una volta nei 30 giorni precedenti – erano arrivati all’impressionante quota di 1,1 miliardi. La crescita non si ferma, insomma, ed è stata del 23% nell’ultimo anno. Fa ancora più sensazione il confronto con cinque anni fa: il 26 agosto 2008 gli utenti erano «solo» 100 milioni. Eppure già allora sembravano tantissimi.

Il numero non sarà un po’ gonfiato, come avviene con le bolle?

In parte lo è. Secondo il sito specializzato Quartz, la cifra di 1,1 miliardi di utenti in realtà non è stata ancora raggiunta, almeno considerando gli esseri umani. Oltre 100 milioni di profili Facebook sono infatti quelli di aziende, libri, personaggi di fantasia e, non pochi, anche di animali domestici. Ma il vero problema di Facebook potrebbe essere un altro.

Quale?

Negli ultimi tempi sta diminuendo il numero di ore trascorse sul social network e, secondo un’indagine, il 40% degli adolescenti americani prevede di passar meno tempo su Facebook, in futuro. Un segnale preoccupante. Al punto che Rupert Murdoch, su Twitter, è arrivato a paragonare la situazione attuale di Facebook all’inizio del declino di MySpace, il social network per artisti, finito da tempo in disgrazia.