www.repubblica.it 7/5/2013, 7 maggio 2013
ROMA - E’
partito verso le 10 il corteo della Fiom-Cgil da piazza della Repubblica, al quale partecipano alcune migliaia di persone: lavoratori, metalmeccanici, esodati e molti giovani. Oltre 100 mila secondo gli organizzatori. Presenti Nichi Vendola e lo stato maggiore di Sel, oltre ad Antonio Ingoria. Nei giorni scorsi hanno annunciato la loro partecipazione anche diversi esponenti del M5S, mentre il Pd si è spaccato.
In piazza ci sono l’ex ministro Fabrizio Barca, il "giovane turco" Matteo Orfini e l’europarlamentare Sergio Cofferati. "Avrei sperato ci fosse il mio partito", commenta. Il capogruppo alla Camera Speranza ha dato infatti forfait. "Dal capogruppo alla Camera del Pd Roberto Speranza ho ricevuto una telefonata ieri sera, mi ha detto che non poteva esserci ma che ci avrebbe lasciato un messaggio. Comunque ringrazio i partecipanti, e chi non c’è parla da solo", dice il segretario generale della Fiom Maurizio Landini.
"Io non do consigli ad Epifani, dico solo che sono di sinistra e se non vengo al corteo della Fiom non so dove altro potrei andare", sottolinea Nichi Vendola spiegando di essere in piazza con Fabrizio Barca e Maurizio Landini per "la costruzione della grande coalizione del lavoro che non è solo un fatto politico o sociale". "E’ drammatica la solitudine dei lavoratori e delle lavoratrici, che uno che perde il lavoro si uccide dandosi fuoco. Il tema è il lavoro, tutto il resto sono chiacchiere". aggiunge.
"Che l’Imu sia una tassa fatta male non c’è dubbio, ma non va cancellata per tutti: va mantenuta per le grandi proprietà", spiega Landini prima della partenza del corteo. "Io vedo altre priorità - prosegue - come non aumentare l’Iva e detassare il lavoro dipendente, come costruire un piano di investimenti e tassare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie. Su questo non ho sentito una discussione sufficiente di questo governo". Il rischio che si corre, ha proseguito, è quello di un esecutivo "bloccato sotto il ricatto di Berlusconi". Per Landini i primi provvedimenti presi ieri da Palazzo Chigi "non ci fanno uscire dall’emergenza, non ci fanno guardare al futuro". "Occorrono la riforma della cassa integrazione e il reddito di cittadinanza", dice ancora il leader sindacale.
Tante in strada le bandiere rosse e gli striscioni, dominati dallo slogan: "Non possiamo più aspettare". Prima dell’intervento conclusivo di Landini in piazza San Giovanni a prendere la parola è stato Stefano Rodotà. "Abbiamo sentito tante volte la parola ’sacrifici’. Due domande vorrei fare: sacrifici perché e sacrifici per chi?", ha detto il giurista. "Possiamo accettare - ha aggiunto - la logica per cui i diritti possono essere sacrificati? Possiamo considerare come unica legge inviolabile quella del mercato?".
A chiudere la manifestazione è stato quindi il segretario della Fiom: "Siamo qui perché non riununciamo alla nostra idea di fondo: di voler cambiare questo Paese e mandare a casa chi ha prodotto questo disastro". Poi Landini ha incalzato il Pd, presenta in piazza solo con singoli esponenti arrivati a titolo personale. "Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e avere paura di essere qui", dice il leader sindacale. "Noi siamo la parte migliore del paese", dice e poi, rispondendo all’enneisma domanda sulle ambizioni politiche della Fiom, conclude: "Tutte le volte che facciamo una manifestazione mi dicono che faccio in partito. Oh che due balle... Noi siamo autonomi, indipendenti e democratici. Misuratevi con le nostre proposte".
(18 maggio 2013)
CORRIERE.IT
ROMA - Contro la crisi e le politiche di austerità e per «il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia»: questi i motivi del corteo organizzato dalla Fiom che sabato 18 ha sfilato a Roma da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni, dove molti manifestanti hanno chiesto lo sciopero generale. In testa al corteo, con lo striscione «Non possiamo più aspettare», il segretario della Fiom Maurizio Landini e il fondatore di Emergency Gino Strada. Previsti 50 mila manifestanti, ma secondo gli organizzatori sono almeno il doppio.
Roma, in 50mila al corteo della Fiom Roma, in 50mila al corteo della Fiom Roma, in 50mila al corteo della Fiom Roma, in 50mila al corteo della Fiom Roma, in 50mila al corteo della Fiom Roma, in 50mila al corteo della Fiom
L’ASSENZA DEL PD - È polemica per l’assenza del Pd che, sottolinea Landini, «governa con il Pdl ma ha paura di noi». Alcuni democratici sono presenti solo a titolo personale: tra gli altri i deputati Matteo Orfini («Non si può disertare la piazza in un momento così importante») e Marco Miccoli («Siamo qui perché è giusto»), l’ex segretario della Cgil Sergio Cofferati («Un errore l’assenza del Pd»), l’ex ministro Fabrizio Barca. Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, «è giusto» che i democratici non sfilino con i metalmeccanici. Perché, spiega, «qui c’è il popolo che vuole cambiare e lo ha chiesto anche alle elezioni, ma il Pd sta impedendo questo cambiamento assieme al Pdl: hanno fatto quanto di peggio potevano fare».
(Ansa)(Ansa)
«AL CENTRO IL LAVORO» - Landini precisa che la manifestazione «non è contro qualcuno, ma di proposta per rivendicare il cambiamento». Perché, spiega il leader dei metalmeccanici della Cgil, «le scelte dei governi Berlusconi e Monti sono all’origine della situazione pesantissima che stiamo vivendo. C’è bisogno di rimettere al centro il lavoro». E sul decreto varato venerdì dal Consiglio dei ministri Landini dice: «Sicuramente è un primo passo ma non è sufficiente». Ci vuole altro: «Bisogna ragionare - spiega - oltre l’emergenza. Occorre il blocco licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali, con l’estensione della cassa integrazione facendo pagare a tutti un contributo». Bisogna anche «introdurre il reddito di cittadinanza per combattere la precarietà» e non eliminare completamente l’Imu: «Va mantenuta per le grandi proprietà». Ma il rischio che si corre è quello di un governo «bloccato sotto il ricatto di Berlusconi».
LA PROPOSTA DI VENDOLA - « Chiedo di trasformare le proroghe di cinque mesi dei contratti della pubblica amministrazione in un processo di stabilizzazione, come fece il governo Prodi». È la proposta di Nichi Vendola al presidente del Consiglio Enrico Letta. Il leader di Sel sarà sul palco per il comizio finale di Landini insieme a Stefano Rodotà (che ha avuto la tessera onoraria della Fiom), Gino Strada, Sandra Bonsanti e Fiorella Mannoia (che non canterà). Alla protesta hanno aderito anche il Movimento Cinque Stelle, Rifondazione comunista, Pdci, IdV, Rivoluzione civile, studenti, Anpi e associazioni ambientaliste. Al corteo ci sarà anche Sandro Medici, presidente del X Municipio e candidato sindaco: «È fondamentale partecipare - osserva - perché sarà la prima mobilitazione contro il governo Letta-Alfano».
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IL PERCORSO - Il corteo seguirà il seguente percorso: via delle Terme di Diocleziano, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, largo Brancaccio, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, per concludersi appunto in piazza di Porta San Giovanni.
LE MISURE DELLA QUESTURA - Sabato mattina entro le 7 in piazza della Repubblica e in piazza di Porta San Giovanni saranno rimossi tutti i veicoli: non solo auto, ma anche moto, motorini e taxi. Nelle stesse piazze, interdizione allo stazionamento dei venditori ambulanti e rimozione dei contenitori per i rifiuti solidi urbani. La fermata della metro A San Giovanni sarà chiusa dalle 13. Chiusi al pubblico anche i giardini di via Carlo Felice e via Sannio.
BUS DEVIATI - Durante la manifestazione previste deviazioni o limitazioni di percorso per le linee C3, H, 3, 5, 14, 16, 40Express, 53, 60Express, 60L, 64, 70, 71, 75, 81, 82, 85, 87, 92, 105, 170, 175, 186, 218, 360, 590, 649, 650, 665, 673, 714, 810 e 910. Soppresso il capolinea di San Giovanni.