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 2013  maggio 18 Sabato calendario

LA SIGNORA CHE GUIDA IL CLUB DEL RESTAURO

«Trasferendomi a Milano per gli studi di mio figlio potevo dare un cocktail, ho preferito donare un restauro», sorride Umberta Gnutti Beretta, bionda e filiforme signora bresciana che porta i nomi di importanti dinastie industriali: nata Gnutti, stirpe metallurgica, è sposata con Franco Gussalli Beretta, vicepresidente della più antica fabbrica d’armi del mondo.

Da settembre Umberta Gnutti Beretta, laureata in Economia, vissuta a lungo con il marito a New York, è presidente del «Club del Restauro», l’associazione ideata da Marta Marzotto per sostenere la tutela del patrimonio artistico del Poldi Pezzoli, la casa-museo nel cuore di Milano, prezioso scrigno di capolavori.

Sostenuto da enti e aziende private, visitato ogni anno da 50 mila persone il museo è un indirizzo simbolo del mecenatismo lumbard (Gian Giacomo Poldi Pezzoli volle che alla sua morte, nel 1879, la sua vasta collezione d’arte fosse aperta al pubblico; da allora ci sono state molte donazioni d’opere dai privati e, nel 1984, quando rischiò la chiusura fu un articolo di Indro Montanelli a lanciare una sottoscrizione che raccolse 2 miliardi di lire). Una tradizione che continua con l’inedita formula di regalare un restauro.

Ricorda Umberta: «Due anni e mezzo fa Marta mi raccontò di aver finanziato in ricordo di sua figlia Annalisa, morta di fibrosi cistica, il restauro della “Madonna con il bambino detta Madonna del libro” di Botticelli. Disse che era stata una esperienza meravigliosa». E’ la travolgente e generosa Marzotto a presentarle Annalisa Zanni dal 1999 direttore e anima della casa-museo. «Molto garbatamente Annalisa mi mostrò uno dei capolavori in peggiori condizioni, una “Imago Pietatis” di Giovanni Bellini. Alla terza volta che mi parlò di “sofferenza” ho deciso».

Inizia così la missione restauro della tempera su tavola dipinta nel 1457 dall’artista veneto e acquistata nel 1864 da Poldi Pezzoli. «Ne parlai a mio papà, Giorgio, appassionato collezionista che, fin da quando ero piccola, mi ha trasmesso l’amore per l’arte. Era la vigilia dei suoi 70 anni. Gli dissi: “Per il tuo compleanno ho pensato di farti un regalo che resterà in un museo. La sua risposta? “E’ un’idea fantastica”». Quanto a suo marito, Umberta Gnutti Beretta spiega decisa: «Glielo ho comunicato dopo, io sono economicamente indipendente. Sia chiaro: ho la fortuna di avere un marito che non mi fa mancare nulla ma, per ogni cosa che faccio come collezionista o in beneficenza, adopero i miei soldi. Non a caso metto prima il mio cognome da ragazza».

Dopo aver seguito per mesi con crescente passione la delicata operazione (costo totale dell’intervento: 25 mila euro compreso un video sulle varie fasi del restauro postato su YouTube) Umberta ha accettato la proposta di Marta Marzotto di sostituirla («Più che una vera votazione mi hanno eletto per acclamazione», ride) alla guida del «Club del Restauro» (70 socie, tutte donne, quota minima mille euro) che, tra piccole e grandi donazioni, ha già permesso di recuperare varie opere tutte comunque scelte dal museo e con l’accordo della soprintendenza. Annalisa Zanni mi mostra l’elenco: dipinti, busti, pregiati arredi.

C’è la signora Chantal Montanarella che ha dedicato il restauro alla memoria del figlio Gregorio altre socie preferiscono l’anonimato. Non solo diamanti o mega alimenti: ma allora esistono sciure ricche & generose? «Non inizio una cosa se non penso di poter riuscire. Sono concreta, in questo molto bresciana», ribatte lady Umberta. «Il Poldi Pezzoli è bellissimo e ben gestito, non m’impegnerei per il Maxi di Roma! Interessarsi d’arte non è una questione di ritorno d’immagine, è una esigenza. Negli Stati Uniti è normale che chi può investe in educazione, cultura, fondazioni filantropiche. Pensiamo solo a Bill Gates o a Zuckerberg».

Per il 16° compleanno anche suo figlio Carlo («Cerco di educarlo a essere generoso e ad amare l’arte») ha scelto un regalo speciale. A suo nome nonno Giorgio finanzierà il restauro di una Madonna di Lorenzo Lotto. Altro che una moto o un tablet!