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 2013  maggio 18 Sabato calendario

IL PD CONQUISTA UNA CASELLA I SERVIZI SEGRETI A MINNITI

L’ ultimo tassello è andato al suo posto. Con la nomina di Marco Minniti, Pd, a sottosegretario con delega ai Servizi il governo Letta adesso è nella pienezza delle sue forze. In realtà al Consiglio dei ministri spetterà nei prossimi giorni chiudere il capitolo delle nomine, procedendo a indicare il successore di Antonio Manganelli, il Capo della Polizia deceduto da due mesi.

Dirigente del Pci calabrese, Marco Minniti diventa segretario regionale del Pds della Calabria nel 1992 per poi approdare a Roma. Nato «bassoliniano» Minniti si è poi avvicinato al gruppo di Massimo D’Alema, diventando per due volte sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Fu lui a gestire, nel 1999, la «pratica» Ocalan, il leader kurdo riparato in Italia e poi fatto partire e finito in una trappola, catturato all’estero dai turchi che lo cercavano.

Nei due governi Prodi è stato prima sottosegretario alla Difesa e poi viceministro all’Interno, nel biennio 2006-2008, quando ministro era Giuliano Amato. Intanto, nella geografia interna al Pd, Marco Minniti si è avvicinato alle posizioni di Walter Veltroni.

In questi ultimi anni ha dato vita alla Fondazione Icsa, che si occupa di intelligence, sicurezza e difesa, dirigendo nei fatti un ministero «ombra» di tutti i settori della sicurezza. E in questi mesi è stato spesso un punto di riferimento discreto, accorto, degli stessi vertici degli apparati e delle forze di polizia.

In questa partita di nomine non c’è stata una candidatura alternativa da contrastare. Il premier Enrico Letta l’ha indicato dal primo momento. Anche perché in tutti i diversi comparti delicati della sicurezza, dalla Difesa da cui dipendono le forze armate e i carabinieri, all’Agricoltura, Forestale, dall’Interno, polizia, all’Economia, Guardia di Finanza, non c’è nessun esponente del Pd a guidare i rispettivi ministeri.

E, dunque, la delega ai Servizi è stata affidata a uno dei più indiscussi e autorevoli conoscitori del settore, un esponente del Pd. In questo modo si è onorata una rappresentazione plurale delle forze politiche in campo. Non siamo proprio al manuale Cencelli che viene rispettato ma poco ci manca.

Fatta la riforma dei servizi, grazie anche allo straordinario contributo del prefetto Gianni De Gennaro che ha guidato i primi passi dell’intelligence riformata - che alcune agenzie di stampa hanno azzardato indicandolo come il candidato del Pdl alla riconferma del ruolo di sottosegretario ai servizi - si tratta adesso di fronteggiare vecchie e nuove emergenze.

Sono tanti i fascicoli aperti. Dallo scandalo dell’ex vicedirettore vicario dell’Aisi, l’ex Sisde, Franco La Motta, finito sotto inchiesta a Napoli e a Roma per il «buco» di dieci milioni di euro al Fondo Edifici di culto del Viminale, alla presenza nell’area di conflitti, dall’Afghanistan alla Siria. Impegnati nella ricerca degli italiani scomparsi, sequestrati, ostaggi di terroristi o di bande di pirati.

Naturalmente proprio per il ruolo squisitamente politico rivestito dal sottosegretario con delega ai Servizi, l’architettura costituzionale ha stabilito che la guida del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, sia affidata a un membro dell’opposizione politica. La partita è ancora aperta, dal momento che quel posto lo rivendicano in parecchi: da il M5S di Beppe Grillo a Sel di Nichi Vendola, ai Fratelli d’Italia.

Carica che con la presidenza della Giunta per le autorizzazione a procedere del Senato e della presidenza della Commissione di vigilanza Rai sono ancora scoperte.