Alessandro Oppes, il Fatto Quotidiano 17/5/2013, 17 maggio 2013
LA POLITICA, MILLEUNESIMO GOL DI ROMARIO
C’è un signore dai capelli brizzolati che, puntuale e diligente, ogni martedì mattina si imbarca su un volo a Rio de Janeiro per raggiungere la capitale Brasilia. A 47 anni, Romário da Souza Faria - per gli appassionati semplicemente Romário, mille gol esatti in carriera - è un politico serio e scrupoloso che presiede la Commissione turismo e sport della Camera dei deputati. A prima vista, tutt’altra persona rispetto al ribelle e indisciplinato “Baixinho” (il piccoletto) che, tra vita notturna sfrenata, ripetute assenze agli allenamenti, creava grattacapi ai suoi allenatori. Se gli perdonavano il suo atteggiamento disinvolto, era solo perché erano ben coscienti di avere a che fare con uno straordinario fuoriclasse, uno dei più grandi attaccanti dello storia. Solo uno, Luís Aragonés, all’epoca sulla panchina del Valencia, non riuscì a mandar giù la sua esuberanza: nel giro di pochi mesi lo rispedì in Brasile. Ma in Europa Romário divenne grande sui campi del Psv Eindhoven e del Barcellona (e appena poteva, o anche se non poteva, spariva per tornarsene a Rio). Poi, in Brasile, tra Flamengo, Vasco da Gama e Fluminense, diede lustro al futebol carioca, senza rinunciare ad animare le notti di Ipanema e Copacabana. La svolta, per lui stesso inaspettata (“non avevo mai pensato di dedicarmi alla carriera politica”, ha dichiarato) è arrivata subito dopo il ritiro dai campi di calcio, cinque anni fa, quando è nata la figlia Ivy, affetta da Sindrome di Down. “Ho cominciato a frequentare genitori, parenti e amici di persone che hanno lo stesso tipo di handicap, e ho capito che in politica non c’era nessuno che lottasse per i loro diritti”. La sua battaglia più recente, con l’approssimarsi del Mundial del 2014, punta all’abbattimento di tutte le barriere architettoniche negli stadi che ospiteranno la competizione. Anche in politica, tuttavia, Romário non ha abbandonato il suo spirito fortemente polemico.
SPARA A ZERO contro i vertici della Cbf, la federazione calcistica: dopo essersi impegnato a fondo per ottenere le dimissioni del presidente Ricardo Teixeira, ora chiede pure che venga rimosso il successore, José Maria Marin, che guida anche il comitato organizzatore della Copa do Mundo: “Fa pena vedere che si passa da un ladro all’altro”, ha denunciato. In più, come sempre, ha nel mirino il suo nemico storico Pelé: “Quando tace, è un poeta. Quando parla, dice solo sciocchezze”, lo liquida sprezzante.