Valeria Pacelli, il Fatto Quotidiano 17/5/2013, 17 maggio 2013
COSI’ MPS PORTAVA I SOLDI IN SVIZZERA
La struttura piramidale dell’ormai nota “banda del 5 per cento”, che prendeva una percentuale per ogni operazione illecita riservando pagamenti per gli ex vertici di Monte dei Paschi, porta direttamente in Svizzera, nel paradiso fiscale indicato come cassaforte di una parte dei presunti guadagni illeciti. È il risultato dell’indagine dei magistrati senesi che ieri, in collaborazione con le autorità elvetiche, hanno disposto decine di perquisizioni tra Italia e Svizzera.
Si allunga anche la lista degli indagati. Oltre a Gianluca Baldassarri, arrestato lo scorso 14 febbraio con l’accusa di associazione a delinquere e truffa, altre 12 persone sono finite nel registro degli indagati per reati che vanno dal riciclaggio alla truffa aggravata. Si tratta per lo più di cittadini non italiani, ad eccezione di Roberto Villa ex presidente di Richard Ginori, già indagato dalla procura fiorentina per bancarotta fraudolenta. Da sempre amico di Gianluca Baldassarri, alla fine degli anni ’80 Villa lavorava alla Cofilp, la sim della Popolare di Novara. Villa era responsabile dell’area marketing, Baldassarri il suo braccio destro. Un legame che sarebbe rimasto saldo anche quando l’ex di Mps iniziò a portare all’estero i proventi della banda del 5 per cento, proprio con la collaborazione di Villa.
E FU PROPRIO Baldassarri a tirare in ballo il collaboratore davanti ai pm senesi Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso. “Conosco Roberto Villa – racconta in un interrogatorio del 21 febbraio scorso - è stato mio collega per dieci anni alla Cofilp. Conosco la Gdp, società creata da Villa una volta uscito da Cofilp e si occupava di gestione patrimoni. Con Villa ho fatto un investimento nella Starfin che aveva una partecipazione in Richard Ginori. Villa insistette molto per la partecipazione. Ho investito un milione di euro. La partecipazione venne riacquistata da Villa, se mal non ricordo, nel 2009”. La Starfin è attiva dal 2004 nel mondo del credito, e proprio in questa società sarebbero confluiti anche una parte del provento dell’operazione Alexandria, dal nome del contratto segreto tra Mussari e Nomura, la banca giapponese, che serviva a far sparire dal bilancio un buco di almeno 220 milioni.
Partendo da queste rivelazioni gli inquirenti hanno ricostruito quel sistema piramidale che portava fino in Svizzera. È stato scoperta l’esistenza di una finanziaria di Paradiso, nel Ticino, attraverso la quale, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto lo sfruttamento di alcuni titoli tossici. Compravendite insomma avvenute ai danni di Mps.