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 2013  maggio 17 Venerdì calendario

LE BALENE BATTONO LA CRISI ANDANDO A SCUOLA DI PESCA


Quando nell’oceano una balena comincia a cantare, un’altra si aggiunge e poi un’altra ancora, e la melodia si propaga nell’intero gruppo, a creare un cemento culturale il cui scopo è ancora da chiarire fino in fondo.
Ma non ci sono solo i canti nel repertorio di abilità che questi cetacei sono capaci di apprendere l’uno dall’altro. I ricercatori della University of St. Andrews, in Scozia, osservando alcune megattere (Megaptera novaeangliae) che ogni estate migrano verso il Nord America, nel Golfo del Maine, hanno scoperto che, per cacciare, usano una particolare tecnica, che copiano l’una dall’altra: insomma, imparano guardando. Lo studio è stato pubblicato meno di un mese fa su Science.
Le megattere di solito cacciano creando una «rete di bolle»: qui spingono le prede di piccole dimensioni – che, confuse dalla situazione, tendono a compattarsi – per poi attaccarle dal basso, ingoiando un gran numero di pesci tutti insieme. Questo accadeva, e ancora accade, anche nel Golfo del Maine. Ma ci sono balene che fanno qualcosa in più.
«Nel 1980» raccontano i ricercatori «alcuni osservatori hanno notato per la prima volta una balena che effettuava una manovra aggiuntiva, cioè colpiva per quattro volte violentemente la superficie dell’acqua con la coda, prima di creare la rete di bolle con le compagne».
Nei successivi 27 anni i quasi 700 esemplari di megattera che ogni estate arrivano nel golfo sono stati tenuti sotto osservazione dai ricercatori del Whale Center of New England. E, grazie alla loro costanza, il team di ricerca scozzese guidato da Jenny Allen ha potuto stabilire, nel 2007, che ben il 37 per cento delle megattere dell’area aveva adoperato la nuova tecnica. E non per caso. Studiando le connessioni sociali tra gli animali, gli studiosi hanno infatti mostrato che, nell’87 per cento dei casi, le balene che impiegavano la nuova tecnica erano state in contatto con una megattera che già la utilizzava.
«Questa tecnica» spiega Luke Rendell, coautore della ricerca, «si spiega con la drastica diminuzione della popolazione di aringhe nell’area e con il boom di quella degli ammoditidi». Questi pesci, infatti, hanno la loro tana nella sabbia ed è probabile che il rumore e la vibrazione prodotta dalle balene serva a stanarli. D’altra parte, che il nuovo metodo di pesca sia legato agli ammoditidi trova conferma nel fatto che viene usato proprio nell’area del golfo dove questi sono più abbondanti, nel Santuario di Stellwagen Bank.
«Il nostro studio» conclude Rendell «mostra quanto importante sia la trasmissione culturale nelle popolazioni di megattere. Non solo imparano una dall’altra i canti per cui sono famose, ma a quanto pare si passano anche tecniche per procurarsi il cibo e affrontare così anche drastici cambiamenti ecologici».