Gian Maria De Francesco, il Giornale 16/5/2013, 16 maggio 2013
MONTEPASCHI RESTA IN ROSSO MA VEDE L’USCITA DAL TUNNEL
MONTEPASCHI RESTA IN ROSSO MA VEDE L’USCITA DAL TUNNEL -
Il Monte dei Paschi vola in Borsa dopo la pubblicazione della trimestrale e guadagna il 9,39%, chiudendo a 0,2318 euro. Il paradosso del rialzo risiede nel fatto che l’istituto senese guidato dal presidente Alessandro Profumo e dall’ad Fabrizio Viola ha chiuso i primi tre mesi del 2013 con una perdita netta di 100,7 milioni (utile di 89 milioni a marzo 2012), mentre gli analisti stimavano un «rosso» di 160 milioni.
I numeri del Monte evidenziano un trend di miglioramento anche se il lavoro che i due top manager dovranno svolgere è ancora moltissimo, soprattutto considerati i 4 miliardi di Monti-bond da restituire. Il nuovo modello di banca retail pare funzionare: le commissioni sono aumentate del 2% annuo a 431 milioni grazie ai prodotti assicurativi. I ricavi si sono attestati a 1,17 miliardi (-22% ma in linea con il consensus). Per accelerare sulla nuova banca online Viola ha ingaggiato il suo ex collega in Bpm Andrea Cardamone, ad di Webank.
I costi sono diminuiti dell’8% a 746 milioni, sorprendendo gli operatori (800 milioni circa le stime). A settembre sarà completata in anticipo la chiusura di 400 filiali prevista dal piano industriale al 2015. Nei primi sei mesi usciranno dal gruppo oltre 1.766 dipendenti (60% del target). Entro fine mese dovrebbero arrivare le offerte vincolanti per la newco dove sarà collocato il backoffice.
Il Core Tier 1 grazie ai Monti-bond è all’ 11,8 per cento. Il calo dello spread ha ridotto la minusvalenza latente sui Btp in portafoglio a 1,7 miliardi dai 3,2 calcolati dall’Eba. L’ultima buona notizia è rappresentata dalla sostanziale tenuta rispetto a fine 2012 della raccolta diretta a 135 miliardi. Gli scandali dei derivati «Santorini» e «Alexandria» (a novembre la prima udienza della causa di risarcimento contro Nomura e Deutsche) non hanno prodotto una fuga inarrestabile: le masse sono diminuite di 2 miliardi e sono state compensate dai nuovi conti di deposito.
«Da qui alla fine dell’anno lavoreremo pancia a terra per pagare cash gli interessi dei Monti-bond al Tesoro», ha detto Viola. La strada è ancora in salita: la banca, infatti, non fa utili, il loan-to-deposit ratio (il rapporto impieghi/depositi) è ancora elevato (146%) e quindi c’è l’urgenza di deconsolidare.Il cfo Bernardo Mingrone ha messo le mani avanti affermando che «ci sono varie ipotesi allo studio» per dismettere Consum.it e Mps Leasing&Factoring. Quest’anno gli interessi costeranno circa 360 milioni.
Intanto, la Fondazione Mps ha approvato ieri il nuovo statuto. Secondo indiscrezioni, i componenti della nuova Deputazione generale dovrebbero scendere da 16 a 14. Gli enti locali non saranno maggioranza (il Comune dovrebbe avere 4 posti, la Provincia 2 e la Regione 1). La palla passa al ministero dell’Economia per la definitiva approvazione. La Fondazione, tra aprile e maggio, ha ceduto uno 0,5% di Mps libero da pegni incassando 12,5 milioni.