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 2013  maggio 17 Venerdì calendario

2013: ODISSEA NELLA ULSS

Per la scelta d’un medico di base a Verona, il mattino di lunedì 29 aprile, ore 10, telefono all’Ulss: mi risponde una cortese voce maschile che mi chiede dove abito (in borgo Trento) e mi informa che il distretto di competenza risponde al numero 045.8340464 sino alle ore 12,30. Formato il numero, per più volte nessuno risponde. Richiamo l’Ulss e mi si precisa che il distretto di borgo Trento al lunedì è chiuso. Il mattino di martedì 30 aprile riformo il numero 045.8340464 ma per più volte nessuno risponde. Richiamo l’Ulss e una gentile voce femminile mi conferma che il numero è quello ma che se sono impegnati nona rispondono. Riprovo sino alle 12,30 sempre col medesimo esito. Mercoledì 1 maggio è vacanza, sicché i tentativi successivi li compio il mattino di giovedì 2. Nessuno risponde, ragion per cui quando si avvicinano le 12,30 richiamo l’Ulss, ed apprendo che il distretto di borgo Trento è aperto solo un giorno alla settimana, anzi una sola mattina, precisamente il martedì, e che, situato in via Ciro Menotti 18, bisogna andarvi di persona. Ma io chiedevo solamente di sapere se presso il medico che avrei scelto c’è disponibilità: è un’informazione che possono darmi per telefono, se non c’è disponibilità è inutile farmi fare la strada per niente. Deve andare di persona, al telefono non rispondono. E il numero che hanno a cosa gli serve? Ad avvertire il coniuge quando deve buttar giù la pasta? A volte vien fatto di pensare che certi rivoluzionari tutti i torti non li abbiano.
Sergio Stancanelli Verona

DOVE C’È CAPANNONE C’È IMPRESA –
Apprezzo l’impegno di Letta per accontentare le richieste della rete delle imprese in merito alla riduzione delle tasse. Faremo il possibile, è la promessa. Ma chi la lancia non si rende conto che il possibile ormai non basta più. E poi il possibile per fare cosa? Qui stanno cercando di fare il possibile per chiuderne sempre di più e sempre più in fretta. L’Imu sui capannoni e sugli immobili aziendali subirà un aumento dal 50 al 200 per cento, e poi arriverà la Tares. Allora si rende indispensabile un ragionamento che è di una semplicità tale da essere compreso anche da un politico. Se si aumentano i costi le aziende non ce la fanno più a stare in piedi, altro che recuperare competitività, e quindi chiudono e quindi spariscono le risorse per pagare gli stipendi del pubblico impiego e prima o poi anche dei politici. Mettetevi in testa una cosa: il capannone è la prima casa di ogni impresa, ogni impresa è una persona giuridica che come tale ha il dovere di avere una sede legale quindi una sua casa, per cui deve essere sospesa anche per il mondo produttivo.
Leo Pignoni email