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 2013  maggio 17 Venerdì calendario

“SONO PRONTO A CORRERE PER LA SEGRETERIA VOGLIO UN PARTITO SOCIALISTA E LIBERALE”

TORINO — Il programma di Chiamparino segretario? «Un partito che sappia tenere insieme la tradizione socialista e quella liberale. Che sia capace di riforme e che sia in grado di parlare a una gran parte della società. Quella che ci ha seguito fino ad oggi non è sufficiente a governare». L’ex sindaco di Torino non si nasconde le difficoltà: «Aspetto segnali per rompere gli indugi».
Chiamparino, lei è oggi Presidente della Compagnia di San Paolo. Pensa di lasciare l’incarico e dare battaglia per la segreteria del Pd?
«In questi giorni ho detto che sarei disponibile a farlo a certe condizioni».
Facciamo un passo in avanti. A quali condizioni?
«A condizione che la mia eventuale candidatura serva a coagulare una parte importante del partito su un programma che una volta si sarebbe definito lib-lab, liberali e laburisti, un programma riformista».
Chiede la riduzione del numero dei possibili concorrenti alla segreteria?
«Non mi piace l’unanimismo e nella mia vita politica ho dimostrato di saper stare in minoranza. Ma un conto è avere due o tre candidature, un altro concorrere nella frammentazione. Se è per conquistare il 10 per cento alle primarie e avere di conseguenza tre deputati che piantano la bandierina nel prossimo Parlamento, non mi interessa».
Per quale motivo è necessario riprendere un profilo lib-lab nel Pd?
«Le recenti esperienze non mi sembrano positive. Quando uno batte una nasata come quella delle ultime elezioni, è evidente che qualcosa non ha funzionato. E non si può pensare che la responsabilità sia tutta di Bersani. Lui avrà commesso i suoi errori ma l’errore strategico è nella lettura che abbiamo fatto della società italiana».
Il profilo lib-lab finirebbe per mettere definitivamente in crisi l’asse elettorale tra Pd e Sel?
«Potrebbe riorientare il partito e probabilmente scomporrebbe quell’asse».
Può farci un esempio programmatico lib-lab?
«Prendiamo la proposta del salario di cittadinanza da dare, a certe condizioni e per un periodo limitato, a chi è senza lavoro e lo cerca attivamente. E’ una proposta che personalmente ho avanzato tre anni fa. Si può fare: vedo che oggi la propongono anche i 5Stelle. Ma se non vogliamo prenderci in giro dobbiamo sapere che, contemporaneamente, è necessario rendere più flessibile il mercato del lavoro con proposte di liberalizzazione come quelle suggerite in questi anni da Pietro Ichino. E’ una proposta moderata? E’ una proposta radicale? E’ una riforma di cui discutere. Se poi crea un cuneo tra Pd e Sel o dentro il Pd, almeno è una discussione sul merito e non sui nomi».
Di questi punti programmatici ha parlato con Matteo Renzi?
«Ho sentito Renzi al telefono e mi ha incoraggiato congratulandosi per la mia disponibilità. Ma non siamo entrati così nel dettaglio delle proposte».
Un asse Veltroni, Renzi, Chiamparino potrebbe essere il coagulo per avviare il progetto del Pd lib-lab?
«Potrebbe certamente esserlo. Ma da solo non sarebbe sufficiente. Sarebbe importante allargare il perimetro che sostiene queste posizioni».
Piero Fassino potrebbe rientrare nel perimetro?
«Non mi permetterei mai di incasellare Piero Fassino. Certamente ricordo di aver condiviso con lui analisi come quella accennata oggi fin dal 1984..».
Anche Epifani potrebbe far parte di quel progetto?
«Ognuno farà le sue scelte. Credo che Gugliemo Epifani per la sua storia e la sua esperienza di sindacalista abbia tutte le caratteristiche per far parte, se lo vorrà, di un progetto come questo».
Non è singolare che appena eletto un segretario si apra la discussione sul nome del successore?
«Sembra abbastanza singolare anche a me. Ma spero mi sia riconosciuto che non sono stato io ad aprire questa discussione».
Lei è favorevole a scindere il ruolo di segretario da quello di premier?
«Valuterei di volta in volta. Non metterei una regola rigida».
Quanto è ancora disposto ad attendere prima di decidere se scendere in campo?
«In questi casi i tempi della politica sono abbastanza rapidi. Io sto facendo con interesse un altro lavoro e devo decidere entro qualche settimana. Nel frattempo, con gran tempismo politico, mi è nato un nipotino. Così in questi giorni vado a trovarlo a Bruxelles e sparisco dalla scena. Al ritorno vedremo».