Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 17 Venerdì calendario

CHE FATICA PORTARSI DIETRO UNO STRADIVARI

Passare la dogana con uno Stradivari o un Guarneri è spesso un’impresa epica. La burocrazia non guarda in faccia a nessuno. Ne sa qualcosa Raphaël Merlin, 30 anni, francese, uno dei migliori violoncellisti del mondo, che suona nel Quatuor Ebène (Quartetto Ebano) e che, tornando dagli Stati Uniti dove era stato in tournée per tre settimane, all’aeroporto di Parigi stava per lasciare l’area bagagli seguendo il percorso di chi non ha nulla da dichiarare.

Proprio in quel momento un funzionario ha effettuato un controllo e Merlin è stato interrogato per cinque ore.

La sua colpa? Non essere in regola con il suo violoncello, un prestigioso Guarneri che egli non aveva né dichiarato né certificato. Il musicista ha spiegato che si trattava del suo strumento di lavoro, ma in dogana non hanno voluto sentire ragioni: un oggetto con più di mezzo secolo di vita e del valore superiore a 50 mila euro è considerato un’opera d’arte e farla viaggiare significa esportare un bene culturale, anche se la finalità non è commerciale.

Il violoncello di Merlin appartiene, in realtà, a un mecenate tedesco. Nella stragrande maggioranza dei casi gli strumenti di questo tipo, che hanno un valore molto alto, vengono prestati ai musicisti da banche e fondazioni, le sole a poterseli permettere. Il francese avrebbe dovuto esibire in dogana un carnet Ata, un documento legale internazionale che facilita il transito di determinate merci. Ma una cauzione può costare fino al 40% del valore dello strumento musicale e non viene restituita nel caso in cui il documento venga smarrito. Alla fine, dopo una lunga serie di telefonate, Merlin è riuscito a farsi restituire il violoncello. Ora, però, chiede che le autorità affrontino il problema perché il suo quartetto tiene un centinaio di concerti all’anno e ogni trasferta non può diventare un incubo.

Non è certo l’unico caso di questo genere. Tre anni fa una disavventura toccò alla violinista moldava Patricia Kopatchinskaia, che alla dogana svizzera si vide confiscare il suo Guarneri del 1741, di proprietà della Banca nazionale austriaca, con un valore stimato in 4,5 milioni di euro. Riuscì a cavarsela con una cauzione di 450 mila franchi (363 mila euro) e una multa di mille franchi, circa 800 euro. La musicista, tuttavia, preferì ridare il violino al proprietario per non avere problemi. Nel 2011 il governo della Repubblica Ceca recuperò lo Stradivari che prestava al Quartetto Talich per evitare che fosse sequestrato all’estero.

Può accadere anche di peggio. Il violoncellista tedesco Alban Gerhardt, all’aeroporto di Washington, si vide rompere l’archetto, un Heinrich Knopf dell’800, da un addetto alla sicurezza intento a richiudere il contenitore dello strumento. All’interno, diversamente da quanto si vede in certi film, non c’era un fucile di precisione.