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 2013  maggio 15 Mercoledì calendario

TRIMESTRE RCS IN PROFONDO ROSSO

[due pezzi]

Rcs archivia un trimestre pesante, chiuso in rosso per 107,1 milioni (dai -27,3 dello stesso periodo 2012), mentre resta l’incertezza sull’aumento di capitale alla cui realizzazione è appeso anche il rifinanziamento bancario. Al consiglio presieduto da Angelo Provasoli – che ieri ha esaminato i conti, senza entrare nel merito delle condizioni dell’aumento – non hanno partecipato Paolo Merloni, Giuseppe Rotelli e Piergaetano Marchetti, mentre era presente Carlo Pesenti che era mancato invece alle ultime riunioni.
Il primo trimestre dell’anno, dunque, ha registrato ricavi consolidati in calo da 343,2 a 285,3 milioni, una flessione del 16,8% dovuta principalmente alle minori entrate pubblicitarie (da 142,1 a 108,1 milioni) e diffusionali (da 176,7 a 155,7 milioni). I ricavi digitali sono cresciuti dell’11% a 34 milioni (pari al 12% dei ricavi totali), non abbastanza però per compensare la caduta del business tradizionale. L’area Quotidiani Italia, in particolare, ha visto la raccolta pubblicitaria arretrare del 24,4% a 45,8 milioni, mentre i ricavi diffusionali flettono da 69,7 a 62 milioni, beneficiando comunque di un aumento del 26,2% dei ricavi editoriali digitali. Incluse le edizioni digitali restano sostanzialmente stabili le copie medie giornaliere di Corriere della Sera (516mila, -0,6%) e Gazzetta dello Sport (282mila).
L’Ebitda contabile di gruppo passa da -7 a -115 milioni. Pesano in particolare oneri di ristrutturazione e accantonamenti connessi, caricati anticipatamente sul trimestre, per 75,5 milioni, senza i quali l’Ebitda "normalizzato" sarebbe stato negativo di 39,5 milioni rispetto ai -5,5 milioni dello stesso periodo 2012. Nel primo scorcio dell’anno è finita in rosso anche l’area Quotidiani Italia, con l’Ebitda a -34,4 milioni da +12,7 milioni, e a -1,5 milioni pre oneri non ricorrenti.
Stesso trend per la Spagna, dove i ricavi sono scesi da 105,7 a 88,3 milioni e l’Ebitda è passato da -2,3 a -12,1 milioni. Risultati in calo anche per i Libri (-11,6% a 35,1 milioni i ricavi, in peggioramento di 7,3 milioni a -15,5 milioni l’Ebitda) e per i Periodici (da 43 a 32,4 milioni i ricavi, -35,3 milioni l’Ebitda che, esclusi gli oneri non ricorrenti, sarebbe stato comunque negativo per 8,8 miloni).
Per l’intero esercizio la società prevede ricavi in calo a singola cifra percentuale, Ebitda prima delle poste straordinarie positivo (sotto il 3% dei ricavi), e risultato netto «significativamente negativo».
L’indebitamento finanziario netto è nuovamente aumentato a 902,4 milioni dagli 845,8 milioni di fine dicembre, mentre la nota della società avverte che permangono «significative incertezze» in merito all’aumento di capitale e che il consorzio di garanzia potrà essere formalizzato solo in prossimità dell’avvio dell’offerta a giugno, mancando ancora qualche punto percentuale di capitale all’impegno minimo richiesto agli azionisti dalle banche. All’effettiva sottocrizione dell’aumento è condizionata l’erogazione del prestito da 575 milioni, nell’ambito dell’operazione di rifinanziamento che presenta un costo medio, commissioni incluse, del 6,3%, meno del costo per merito di credito comparabile che l’advisor Credit Suisse ha stimato nel 7,2%. Il consiglio ha dato conto anche della valutazione del piano industriale chiesta a una società di consulenza indipendente, la quale ha concluso che le ipotesi sottostanti «non sono irragionevoli», anche se gli obiettivi sono ambiziosi, il modello di business che si basa sull’integrazione tradizionale-digitale «deve ancora trovare riscontri di successo» e il taglio dei costi potrebbe subire scostamenti temporali rispetto alla tabella di marcia, pur esplicando effetti nell’arco del piano. Rcs conta comunque di riuscire a concludere la vendita della quota in Dada entro il terzo trimestre (il mandato è stato affidato a Mediobanca) e dell’immobile di via San Marco (via Solferino, sede del Corsera, esclusa) entro l’anno, con offerte vincolanti attese per fine giugno dall’advisor Banca Imi (gruppo Intesa-Sanpaolo).

Antonella Olivieri


MONDADORI, CONTI IN PERDITA TAGLIO COSTI DA 100 MILIONI–
Mondadori si prepara a spingere ulteriormente sul piano di contenimento dei costi con un obiettivo di taglio a regime di 100 milioni nel 2015.
La crisi del mercato pubblicitario non dà per ora segnali di flessione e per il gruppo editoriale di Segrate della famiglia Berlusconi continua la riorganizzazione. Nel primo trimestre dell’anno Mondadori ha accusato una perdita di 15,3 milioni (rispetto all’utile di 2,6 registrato nello stesso periodo 2012). I ricavi sono in calo del 10,8% a 292 milioni. Il margine operativo lordo consolidato è risultato negativo per 4,6 milioni (a break even al netto dei costi di riorganizzazione) rispetto al dato positivo di 15,2 milioni dell’esercizio precedente. Per l’intero 2013 è prevista una riduzione della redditività rispetto al 2102.
La posizione finanziaria netta è passata da un negativo di 267 milioni di fine 2012 a -310 milioni al 31 marzo: alla fine del primo trimestre 2012 il negativo era di 301 milioni.
Segnali ancora preoccupanti che hanno spinto l’amministratore delegato Ernesto Mauri a correre ai ripari lanciando un piano di riduzione dei costi e di riorganizzazione con un obiettivo di taglio a regime di 100 milioni nel 2015. Di questa cifra, secondo indiscrezioni, 70 milioni saranno imputabili a costi operativi e 30 milioni a costi del personale. In questo ultimo periodo è continuata la diminuzione dei dipendenti del gruppo di Segrate: attualmente il personale a tempo indeterminato e determinato è di 3.626 unità, in calo del 3,7% (-138 posizioni) rispetto allo stesso periodo 2012. Ma nel solo primo trimestre 2013 la diminuzione è stata di 77 unità, soprattutto per il piano di prepensionamento partito in ottobre.
Proprio ieri l’ad Mauri, in una mail inviata ai dipendenti, ha scritto che «serve un cambio di passo in modo da portare subito i conti in sicurezza di fronte ad una crisi drammatica e al radicale cambiamento dei mercati di riferimento». Il gruppo di Segrate è quindi pronto a imprimere una ulteriore accelerazione sulla revisione organizzativa al fine di migliorare la redditività. Il progetto, i cui risultati dovrebbero essere visibili concretamente dal 2014, verrà coordinato da uno steering committee sotto la guida dell’Ad Mauri.
L’area di business che continua a tenere botta alla crisi è quella dei libri: con un fatturato di 63,2 milioni, in calo dell’1,6% rispetto al 2012. Si tratta di una discesa abbastanza fisiologica, se si pensa che Mondadori ha previsto nel secondo e quarto trimestre dell’anno la pubblicazione dei libri più forti: tra questi il nuovo romanzo di Dan Brown, Inferno, uscito questa settimana, ma anche il nuovo bestseller di Khaled Hosseini in arrivo a giugno.
Male le altre divisioni del gruppo. Mondadori Pubblicità ha chiuso il trimestre con ricavi complessivi a 29,9 milioni, in ribasso del 29,5% rispetto ai 42,4 milioni dello stesso periodo 2012. Male anche i periodici (ricavi complessivi -14,9%, pubblicità -22,1%), la radio (ricavi pubblicitari -25%) e in frenata anche Mondadori France, che ha chiuso il primo trimestre con ricavi consolidati per 83 milioni (-9,6% a perimetro costante). Controcorrente però Internet che registra la continua crescita della concessionaria Mediamond (+38% rispetto al 2012).

Carlo Festa