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 2013  maggio 16 Giovedì calendario

TUTTA COLPA DI MODUGNO SE NON FACCIO IL CONTADINO"

«La colpa, lo dico sempre, è di Domenico Modugno. C’era San Pietro Vernotico, da dove veniva lui, Squinzano, luogo d’origine di Nicola Arigliano, e Cellino San Marco, dove sono nato io. Il triangolo si chiuderà quando diventerò famoso, pensavo da ragazzo. E così è stato».

A Cellino San Marco, Al Bano è nato con il nome di Albano Carrisi 70 anni fa, il 20 maggio 1943. Figlio di contadini: «Non c’era niente - dice lui ora solo campagna, quanta ne volevi, e lavoro durissimo, senza orari, senza pietà. Chi poteva, se ne andava... Ma poi apparve Modugno, che seguii fin dall’inizio, la sua vita divenne per me un vademecum per il successo. Modugno, poi, ci diede Volare . E lì davvero in molti cominciammo a volare».

Il volo del giovane Albano parte dalla Puglia e arriva a Milano, dove lui fa il muratore, il cameriere, l’operaio all’Innocenti e dove risponde a un’inserzione del Clan Celentano che gli cambia la vita. E poi riparte per Cellino San Marco, dove Al Bano (nel frattempo il nome è cambiato, per suonare più «americano») torna con la donna che dal 1970 al 1999 sarà sua moglie, Romina Power, figlia degli attori di Hollywood Tyrone Power e Linda Christian: «Io lì vedevo solo la fame e la fatica, lei un mare stupendo e un sole uguale a quello della California. Da un nobile decaduto compro 100 ettari di nulla. Li trasformo facendo il contadino, l’architetto, il muratore. Dopo 25 anni, e dopo tutto quel lavoro, Romina mi dice: andiamo via da qui, mi sento in un cul-de-sac. Ma io da lì non mi muoverò mai, anche se - devo ammettere - ancora oggi il cantante mantiene il contadino».

Milioni di dischi venduti, concerti ovunque, una storia d’amore lunga quasi trent’anni che chiunque abbia vissuto in Italia dal 1970 a oggi conosce in ogni dettaglio, la tragedia della scomparsa della figlia Ylenia, persa a New Orleans nel 1994 e mai più ritrovata, le canzoni, Nel sole , Nostalgia canaglia , Felicità , i musicarelli, i festival di Sanremo. La vita di Al Bano è un grande romanzo italiano: e sono già sei i libri, più o meno autobiografici, che portano la sua firma. L’ultimo è Fra cielo e terra (Piemme, pp. 218, euro 16,50). «Tutto avrei immaginato, nella vita, tranne diventare attore e scrivere libri. Eppure, ho fatto l’uno e l’altro».

«A scuola - riprende lui - ero bravo, mi facevano salire in cattedra a spiegare la lezione. Poi, alle magistrali, la svolta. Il prof di religione un giorno ci dice: ma quanti figli dovranno fare i pugliesi perché possiate lavorare? Da quel momento mi dedico totalmente alle canzoni, sui libri di scuola mi appunto le frasi che mi colpiscono o mi vengono in mente. In seconda mi bocciano e mia madre mi manda in campagna, per un anno. E io preparo la fuga, trovo un amico che sta a Varese, lo raggiungo. Dentro ero già un cantante, se da ragazzino la musica nei campi mi alleviava il lavoro, a Milano sconfigge la solitudine».

«Per approdare al Clan ci vogliono sei anni, ma quando ci arrivo, notte e giorno vivo di Clan. Non guadagno quasi niente, ma guardo Celentano, lo studio. Nel 1967 con Nel sole arrivo al numero 1 e finalmente Modugno mi chiama a casa sua, sull’Appia Antica. Mi parla in pugliese e mi chiede di sentire la canzone che porterò a Sanremo. È La siepe . Bella - mi dice - ma dovresti fare qualcosa di più disteso, con quella voce da canarino. Ma non mi faccio convincere, da Adriano ho imparato che il segreto per durare è cambiare sempre».

«Poi arrivano gli Anni 70 e tutto cambia. È il momento di essere furbo, di unirsi a un partito, ma non ce la faccio, non è la mia natura. Divento un bersaglio ideale, sono allo scoperto, tutti possono impallinarmi. Allora, se ho tre offerte in Italia e una all’estero scelgo quella all’estero. Scopro cos’è la meritocrazia, mi prendo soddisfazioni enormi, in Spagna, Francia, Australia, Bulgaria, Romania, Germania, Austria, Cile, ancora adesso in Spagna, in Grecia due anni fa ho vinto 15 dischi di platino con Giannys Ploutarxos. E sempre pagando le tasse in Italia. Ho pensato di andarmene, ma Romina non ha mai voluto: a me piace qui, diceva».

«Piano piano, mi stanno sdoganando. A settembre parto per la Russia, dove tre concerti a Mosca con Toto Cutugno e Gianni Morandi festeggiano i miei 70 anni. A luglio li celebro a Cellino, con una serata che spero trasmetta Raiuno. Con i figli credo di avere un bel rapporto, c’è qualcosa di me in ciascuno di loro, anche se oggi un genitore deve fare i conti con la tv, Internet, i telefonini, Facebook, il suo ruolo conta di meno. Mio figlio Yari è buddista, papà - mi dice - le chiese non mi piacciono, c’è troppo sangue, troppa sofferenza... Io non ci avevo mai pensato, per me la fede cristiana è sofferenza, ma anche gioia, c’è il dolore ma anche l’amore. È come la vita, no?»