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 2013  maggio 04 Sabato calendario

PISTOLETTO “NIENTE LIBRI, MUSICA POCA. SONO CRESCIUTO GUARDANDO LE FIGURE”

Ci sono dei punti molto forti nella persona di Pistoletto, punti chiave che generano il suo lavoro, la sua arte, il suo pensiero, il suo perché. Il primo a colpirmi è l’aspetto religioso. Ho notato che la tua vita e la tua opera sono attraversate da un continuo riferimento religioso: riferimento personale, riferimento all’arte e riferimento alla nascita del tuo stesso lavoro. Tu sei un uomo religioso?
Non nei termini posti dalle religioni fino a oggi. Direi piuttosto che il mio interesse è per la radice spirituale, per l’idea dello spirito che poi diventa spiritualità e per le religioni; è chiaramente un cardine fondamentale.
Credi in Dio?
No. Una volta mi è stata fatta ufficialmente questa domanda e ho risposto: “Non credo, ma penso”. Metterei piuttosto la parola “pensare” al posto del termine “credere”. “Credere” è porre un punto fermo, “pensare” è creare punti mobili.
Dunque non sei religioso, ma che influenza ha la religione nella tua vita e nel tuo lavoro?
La religione ha un’influenza fondamentale in tutti gli ambiti della vita sociale e tocca ogni persona. È l’elemento che in qualche modo è stato primario nella mia educazione. Quindi la religione l’ho vissuta come assorbimento.
Ma sei davvero tranquillo o nascondi l’ansia?
Sono tutt’altro che tranquillo, però vivo di attività, di tensione attiva che si è sviluppata man mano a partire da quando ho conosciuto l’arte moderna. Ma, visto che stiamo discutendo della mia adolescenza, c’è un’altra cosa interessante di cui parlare: il mio rapporto con i media. La prima radio è entrata in casa mia quando avevo diciotto anni. Da bambino non la sentivo, non avevamo la radio in casa perché mio padre era sordo.
E leggevi?
No. Non ho mai letto libri e continuo a non leggerli.
Non hai mai letto?
No.
Neanche i giornali?
Sì, i giornali sì.
Non hai mai letto neanche i classici?
No. I libri che non leggevo ma di cui guardavo quasi ossessivamente le immagini erano quelli dell’Enciclopedia Treccani di mio padre.
E la Bibbia la leggevi?
La Bibbia per me non esiste, non è mai stata scritta.
Tua madre non leggeva?
+Non ricordo, comunque non molto.
E tuo padre? Mio padre sì, si è fatto una cultura con i libri.
Però in alcuni tuoi scritti ci sono delle citazioni.
Quindi qualcosa hai letto.
No, niente. Mi è stato tutto raccontato.
Non possiedi nemmeno un libro?
Personalmente no.
Perché non ti piace leggere?
Non lo so, non so darti una risposta.
E la musica l’hai ascoltata?
Sentivo un po’ la musica leggera, ma devo dire che anche la musica l’ho seguita poco. In casa mia si è privilegiato l’occhio, per il fatto che mio padre non sentiva. Si è privilegiata l’immagine.
Cos’era l’arte povera?
Se vuoi conoscere il significato che dava Germano Celant, devi leggere quelle brevi pagine. Per me l’arte povera è l’espressione di un’energia concentrica che arresta la traiettoria futurista, lanciata verso lo spazio smisurato e incontenibile della modernità. L’arte povera ridimensiona l’idea secondo cui le conquiste del progresso capitalistico-industriale non hanno limiti. Il futurismo appare all’inizio del secolo, ma negli anni Sessanta già si avverte l’avvicinarsi di una generale saturazione che smorza l’enfasi della crescita.
L’arte povera è il contrario della Pop Art?
È il contrario del futurismo e della Pop Art.
Allora perché tu, che sei stato considerato da Leo Castelli un artista pop, sei anche un artista dell’arte povera?
Perché i miei Quadri specchianti non rientrano nel concetto di consumismo spinto a oltranza, non rispecchiano il sistema consumistico come invece accade per la maggioranza dei lavori pop americani. Il vate dell’arte pop americana è Marcel Duchamp, che con il suo objet trouvé fa degli Stati Uniti la civiltà definitivamente trovata. Il quadro specchiante porta invece lo sguardo oltre gli Usa, cioè oltre il modo americano di concepire il mondo. (...) La rappresentazione dello specchio non ha limite, dunque è universale. Non è la pretesa universalità del capitalismo onnipotente che tende a occupare l’intero mondo.
Lo specchio è universale.
Dunque è in questo senso che sia il quadro specchiante che l’arte povera si pongono in alternativa al sistema consumistico di modello americano.