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 2013  maggio 16 Giovedì calendario

RCS POTREBBE CHIUDERE IL 2013 CON 200 MILIONI DI PERDITE

Diciamo che, a essere ottimisti, il gruppo Rcs dovrebbe chiudere il 2013 con perdite attorno ai 200 milioni di euro. I conti son presto fatti: il primo trimestre si è concluso con un rosso di 107 milioni di euro, sul quale, tuttavia, hanno pesato accantonamenti per 75,5 milioni di euro per le azioni di efficientamento (leggi scivoli, incentivi alle uscite ecc.) previste su tutto l’anno.

Perciò, tolta questa una tantum, il rosso effettivo sarebbe stato nell’ordine dei 30 mln.

Ipotizzando che nei prossimi tre trimestri si continui a viaggiare a questo ritmo (e questo è quello che pensano i vertici di Rcs), si accumulerebbe perciò un altro centinaio di milioni di rosso, che, sommato ai 107 del primo trimestre, arriverebbe, appunto ai 200 mln complessivi di deficit 2013. Il che porterebbe a escludere un nuovo aumento di capitale, dopo quello da 400 milioni di euro lanciato a inizio 2013 per coprire le perdite monstre di 509 mln di euro del 2012. Aumento di capitale sul quale, come già scritto ieri da ItaliaOggi, vi sono peraltro «significative incertezze» ribadite proprio dal cda di Rcs. E a rincarare la dose di incertezza che domina in via Rizzoli ci si è messa pure la società di consulenza chiamata a dare un parere sul piano predisposto dall’a.d. di Rcs Pietro Scott Jovane: si temono, infatti, scostamenti sia sui risultati, sia sui tempi previsti, poiché il modello multipiattaforma su cui punta Jovane «deve ancora trovare riscontri di successo, non avendo gli operatori dei media individuato modelli di business che abbiamo raggiunto risultati di sicuro successo». Se così fosse, le perdite del 2013 potrebbero crescere oltre i 200 mln. E non sia mai che arrivino a quote che richiedano ulteriori aumenti di capitale. Perché in quel caso i soci di Rcs, già restii ora a mettere mano al portafoglio, potrebbero veramente decidere che è meglio chiuderla lì e portare i libri di Rcs in tribunale.