Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 16 Giovedì calendario

SI RIPARTE SENZA OSCAR GIANNINO

Voglio Fare tutto da solo. Parola di Michele Boldrin, l’economista eletto presidente del movimento turbo liberista fondato tra gli altri anche da Oscar Giannino, Carlo Stagnaro, Alessandro De Nicola e Luigi Zingales. Ecco la conversazione con Boldrin.

Domanda. Prof. Boldrin, ora che farà? Presiederà un partitino con meno voti dei Radicali?

Risposta.

Mi sono dato sei mesi di tempo per vedere se il progetto avviato nove mesi fa può recuperare la forza propulsiva che aveva allora e che aveva cominciato a generare un miracolo politico. A mio avviso le idee da noi avanzate e il metodo nuovo di far politica che avevamo proposto sono ancora validi ed utili al paese, proviamo a riproporli in modo nuovo, con persone nuove (oltre a molte delle precedenti) e con regole chiare e trasparenti. Nessunissima intenzione, da parte mia, di perder tempo a fare un micro partitino tutto ideologico dedito all’accanimento terapeutico.

D. Pensa dunque in grande? E come? E per fare cosa?

R. Se riusciamo a crescere in modo sostanziale durante questi sei mesi, sia recuperando i 70mila che ci hanno abbandonato perché delusi dai nostri errori sia aggregandoci con quegli altri (e sono molti) che alla fine cercano lo stesso cambiamento che noi cerchiamo, bene. Se così succede, creeremo assieme una cosa nuova e ci lanceremo verso il futuro. Se dovessimo fallire lo riconosceremo e passeremo la mano a chi si sentirà capace di far meglio di noi.

D. Si sente più vicino a Berlusconi, Grillo o Epifani?

R.Assolutamente equidistante, per davvero. E distante assai: come potrebbe essere altrimenti? Come posso scegliere fra un signore che ha solo raccontato bugie agli italiani, illudendoli, per acquisire potere politico al fine di perseguire interessi puramente personali; uno che fa altrettanto facendo finta di far l’opposto e che, acquisito il potere politico non lo sa usare se non a fini distruttivi; ed un terzo che vuole illudere i suoi elettori che non occorre fare cambi radicali per salvarsi e che, così facendo, danneggia sia la maggior parte dei suoi elettori che il paese nel suo complesso?

D. Prof, c’è stato accanimento giudiziario contro Berlusconi come sostiene l’ex premier?

R. Direi di no. I complotti sono, quasi sempre, scuse inventate da chi vuole celare le proprie responsabilità. Non faccio il giudice ma, nelle sue follie ed inefficienze, il sistema giudiziario italiano è iper-garantista per chi possiede le ricchezze sufficienti per assumere dozzine di avvocati che sappiano, appunto, usare le procedure di garanzia in essere per difendere il proprio cliente. Tutto questo diventa palese anche solo considerando il numero di casi in cui l’assoluzione (si fa per dire) è venuta grazie alla decorrenza dei termini. Strana forma di garantismo, per altro_perfettamente possibile che questo si debba alla mia scarsa informazione.

D. Torniamo a Fare: quali sono i tre punti forti del movimento e quali saranno le prime iniziative che ha in serbo?

R. Ci siamo fatti da soli, se c’è un movimento politico, oggi in Italia, che sia davvero espressione della società civile, senza gruppi di interesse dietro o potentati economici che lo foraggiano, questo è Fare. Non vedo altro. Lei chi vede?

D. Prof, le domande le faccio io. Mi deve ancora dire i punti di forza programmatici di Fare.

R. Il nostro programma di riforma economico-sociale è stato uniformemente valutato come il più coerente ed efficace da ogni osservatore indipendente. E, di fatto, è anche quello che le forze politiche tradizionali hanno scimmiottato, qui e là, quando hanno voluto far finta di essere serie. Ovviamente poi se lo sono dimenticato. Ecco, noi vorremmo perseguirlo coerentemente. E qui viene il terzo punto di forza: stiamo dicendo la verità agli italiani. Verità amara, ma verità perché pensiamo vi siano ancora milioni di italiani coraggiosi disposti a cambiare le cose per vivere meglio loro e, soprattutto, i loro figli e nipoti. Le persone che aderiscono a Fare hanno sia la comprensione della natura drammatica di questa situazione che la capacità e la volontà di affrontarla. Questo il nostro punto di forza maggiore.

D. Errori e meriti di Oscar Giannino.

R. Se non le dispiace lascio questa domanda ad altri. Ho già risposto una dozzina di volte e non voglio ripetermi continuamente. Giannino due meriti li ha, comunque: è un uomo coraggioso che persegue i propri obiettivi e sa comunicare le proprie idee in modo esemplare.

D. Perché ha scaricato Giannino?

R. Non ho scaricato nessuno, non ne avevo il potere. I fatti sono lì e lascio ai suoi lettori e alla storia decidere. Io ora mi sono posto solo l’obiettivo di andare avanti per fare in modo che le idee che avevamo lanciato assieme nel luglio scorso non cadano nel dimenticatoio della storia.