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 2013  maggio 15 Mercoledì calendario

È stato definito «storico» l’accordo dell’Ecofin, che ha concesso alla Commissione europea il mandato a negoziare lo scambio automatico di informazioni sull’evasione delle tasse (e la conseguente fine del segreto bancario) con paradisi fiscali come Svizzera, Montecarlo, San Marino, Liechtenstein e Andorra

È stato definito «storico» l’accordo dell’Ecofin, che ha concesso alla Commissione europea il mandato a negoziare lo scambio automatico di informazioni sull’evasione delle tasse (e la conseguente fine del segreto bancario) con paradisi fiscali come Svizzera, Montecarlo, San Marino, Liechtenstein e Andorra. Ed effettivamente, grazie alla pressione internazionale montata dopo l’irritazione dei contribuenti di molti Paesi davanti alle rivelazioni dell’inchiesta giornalistica Offshoreleaks, è stato superato il blocco imposto da due anni da Austria e Lussemburgo, che difendevano il segreto bancario delle loro banche nazionali. In ballo, tra l’altro, c’è un tesoro stimato in almeno un trilione di euro (mille miliardi) sottratto annualmente al fisco dei 27 Paesi membri. Ma, dietro questo passo in avanti nella lotta comune dell’Ue all’evasione delle tasse transnazionale e ai paradisi fiscali, è spuntata una sorpresa. Sempre Vienna e il Granducato, tramite i rispettivi ministri delle Finanze Maria Fekter e Luc Frieden, hanno rifiutato di approvare in contemporanea la revisione della direttiva Ue sulla tassazione dei cittadini Ue non residenti, che estende lo scambio automatico di informazioni fiscali (e l’addio al segreto bancario) proprio in Austria e Lussemburgo. Fekter e Frieden si sono giustificati sostenendo di voler prima avere la conferma che la Svizzera e gli altri paradisi fiscali concederanno quanto la Commissione chiede. In realtà, però, penalizzano il commissario Ue per la Fiscalità, il lituano Algirdas Semeta, che ha meno potere contrattuale con Berna se l’Ue non ha già attuato al suo interno lo scambio di informazioni automatico in tutti i 27 Paesi membri. La Svizzera o San Marino possono sollevare obiezioni, rallentando tutto e consentendo anche ad Austria e Lussemburgo di prendere tempo. Semeta ha detto al Corriere che ora intende far sollevare il problema nell’imminente Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue, in programma a Bruxelles il 22 maggio prossimo. Il presidente stabile dell’Ue, il belga Herman Van Rompuy, ha partecipato come ospite all’Ecofin proprio perché nel summit si vorrebbero ottenere risultati concreti nella lotta all’evasione fiscale transnazionale. La Germania è in campagna elettorale. In molti altri Paesi membri Offshoreleaks ha scatenato l’irritazione verso i ricchi evasori o elusori delle tasse utilizzatori dei paradisi fiscali e del segreto bancario. Vari capi di governo potrebbero così trovarsi in imbarazzo se consentissero ai premier di Vienna e del Granducato di continuare a fare ostruzionismo.