Raimondo Bultrini, la Repubblica 14/5/2013, 14 maggio 2013
PAKISTAN, LA PROMESSA DI SHARIF “FEDELI AGLI USA, MA BASTA DRONI”
RAIWIND (Lahore) — Come una reggia di altri tempi, la residenza del prossimo primo ministro del Pakistan a Raiwind è bianca e opulenta. Sta in fondo a una sequenza di prati verdi all’inglese costellati di alberi in fiore, gabbie coi pavoni e aiuole perfettamente curate: ovunque ci sono statue di leoni di marmo, il simbolo della famiglia e del “Leone” di Lahore per eccellenza: Nawaz Sharif.
Pur essendo già stato due volte premier, Sharif non ha costruito la sua fortuna solo con la politica. Dalla ricchezza del padre, magnate dell’acciaio, viene il fasto della sala sormontata da un mastodontico lampadario di cristallo, colma di arazzi e pitture di moschee, dove accoglie un gruppo di giornalisti pachistani e stranieri per un’intervista.
Come saranno le sue relazioni con gli Stati Uniti?
«Abbiamo avuto e avremo buone relazioni con gli Stati Uniti d’America, e certamente dovremo ascoltarci l’un l’altro. Se esiste una qualunque preoccupazione da entrambi i lati, la dovremmo affrontare e risolvere ».
Si riferisce ai tanto contestati droni?
«Gli Usa hanno sfidato la sovranità del Pakistan in molti modi, e i droni sono uno di questi. E’ un argomento che prendiamo molto sul serio e ne abbiamo già parlato spesso con gli amici americani. E’ un problema che va capito molto bene e del quale discuteremo con loro. Sono fiducioso che li convinceremo a interrompere le intrusioni ».
Cosa succederà quando Washington ritirerà le truppe dall’
Afghanistan?
«Noi daremo tutto il nostro supporto, e vigileremo perché tutto avvenga bene e con tranquillità».
C’è però il problema dei Taliban afghani e pachistani. Pensa ancora di trattare con loro, come ha detto in passato?
«Di questo ho già parlato in molte occasioni, ma ora non è il momento di affrontare l’argomento da premier. Tutti sanno che il Pakistan è fedele nella sua alleanza con gli Stati Uniti e ripeto che continueremo
su questa strada. Vedremo che cosa fare caso per
caso, ma prima dovremo approfondire l’argomento con le istituzioni interessate (l’esercito, ndr)».
Si occuperà anche della pace in Afghanistan?
«Ogni processo di pace con una prospettiva di successo deve partire ed essere guidato dall’Afghanistan stesso. In altre parole deve coinvolgere prima di tutto ogni protagonista istituzionale in Afghanistan».
Lei accetterà al governo anche il suo avversario Imran Khan e il Partito popolare di Zardari?
«Possiamo formare un governo con chiunque condividerà la nostra visione per il futuro. Le difficoltà sono molte e gravi, voi sapete in che condizioni economiche versa il nostro Paese e la violenza diffusa non aiuta certo lo sviluppo. Di certo se il presidente Zardari e il suo partito avessero prestato sufficiente attenzione a questi problemi oggi non saremmo in tali condizioni. Dovremo prendere misure molto drastiche e serie adesso: faremo tutto ciò che potremo per ristabilire la legge e l’ordine».
Pensa che l’esercito collaborerà con lei?
«Certo lavoreremo insieme, è la Costituzione ad assegnare al primo ministro il compito di utilizzare tutte le forze del Paese. Se ci baseremo sulla Costituzione ogni cosa andrà al suo posto».
È stato l’esercito a destituirla quando era premier...
«È stato il generale Musharraf: penso che il resto dell’esercito non condividesse la sua decisione e dunque non ritengo l’esercito responsabile».