Lorena Saracino, ItaliaOggi 14/5/2013, 14 maggio 2013
PER FITTO UN RUOLO DI PRIMO PIANO
Potrebbe esserci la guida del Pdl da reggente. O, comunque, un posto di primo piano alla guida del partito per l’ex ministro pugliese, Raffaele Fitto.
Il deputato è rimasto fuori da ogni incarico di governo e di sottogoverno, persino dalla presidenza delle commissioni parlamentari, «per sua scelta, visto che sono ancora in piedi alcune vicende giudiziarie che lo riguardano», ha spiegato nei giorni scorsi il fedelissimo deputato, Antonio Distaso.
Il quale ha anche aggiunto: «Ci auguriamo, comunque, di veder presto riconosciuto quel ruolo nel partito che oggi manca in regione».
Fitto è da tempo un riferimento nel Pdl e gode della fiducia dei vertici che, nel novembre scorso, lo nominarono commissario in Molise. Vicinissimo al segretario nazionale, Angelino Alfano, attualmente vicepresidente del Consiglio dei ministri, provò insieme agli altri 40enni della sua generazione a prendere in mano le redini del Pdl prima della gran rentrée di Silvio Berlusconi.
Oggi è l’unico ad essere rimasto fuori dal giro che «conta». Eppure ha consegnato a Berlusconi il miglior risultato alle ultime politiche fra le regioni d’Italia. Ed è evidente che la sua esperienza e la sua capacità elettorale non potranno esser tenute fuori a lungo.
Almeno questo è l’auspicio della base in Puglia, e non solo, che vorrebbe veder fuori i vecchi maggiorenti, a partire da Denis Verdini a finire a Fabrizio Cicchitto, per aprire il partito ad una generazione più giovane e dinamica.
D’altra parte, con Alfano fuori gioco per il ruolo istituzionale che ricopre, Maurizio Lupi impegnato nel governo e lo stesso Formigoni alla guida della commissione Agricoltura del Senato, la strada per Fitto sembrerebbe abbastanza sgombra.
Terminata la fase istituzionale (salvo sentenze che potrebbero cambiare il quadro), si dovrà pur pensare alla riorganizzazione del partito e chi oggi ne conquista le redini avrà filo da tessere, anche rispetto a chi siede in un governo che, secondo molti, sta in piedi su fragili gambine.
Per questo Fitto avrebbe preferito star fermo un giro, puntando magari sul prossimo, senza baratti di secondo livello. Se Fitto dovesse scegliere il partito, ci sarebbe da battere il territorio palmo a palmo per ristrutturare l’attuale classe dirigente. L’ex ministro ne ha l’energia e le capacità. Lo ha dimostrato, in passato, da responsabile nazionale di Forza Italia per il Mezzogiorno.
E ora in Puglia, facendo eleggere una pattuglia di deputati tutti a lui fedeli, annientando le truppe dei suoi competitor Mantovano e Quagliariello.